Costruire
ponti e non muri: questo è il tema della prima edizione del Neos Kosmos Festival, la due
giorni di multiculturalità e incontro che si è tenuto a Foligno lo scorso 19 e
20 settembre. L’associazione “L’Arca
del Mediterraneo”, braccio operativo della Diocesi di Foligno nell’ambito della mondialità, in collaborazione con il Comune di Foligno ha inaugurato
lo scorso 19 settembre la “Taverna del
Mediterraneo” davanti ad un pubblico di cittadini e delegazioni
provenienti dalla Grecia, Kosovo, Iraq, Siria, Kenya, tutti paesi gemellati con
la Caritas diocesana. La Taverna, nell’ottica di riqualificazione del passato e
del futuro, sorge nell’ex Molino di
sotto nella zona delle Conce,
uno dei luoghi storici della città appena
restaurato. "I tavoli e le sedie di questo punto di ristoro - ha ricordato
Mauro Masciotti, Direttore della Caritas Diocesana - sono stati realizzati
dando lavoro a papà di famiglia senza fonte di reddito e che si
trovano nel nostro territorio". Non solo una taverna solidale dunque, ma
un luogo che si pone l’obiettivo di diventare il nuovo centro multiculturale di Foligno
con un vasto programma di iniziative quali corsi di lingua, corsi
di formazione, serate
tematiche di avvicinamento alle culture del mondo senza però
dimenticare il contesto locale e nazionale di convivialità e intrattenimento, attraverso l’organizzazione
di cene tipiche etniche
nei fine settimana il cui ricavato andrà a sostenere le famiglie bisognose della Diocesi. Una prova che
anche imbracciando una forchetta, si può fare del bene.
Il
Festival è proseguito con una tavola rotonda sul tema “Perché scappo?” moderato da Alberto Minoia di Caritas
Ambrosiana e volto a sfatare i luoghi comuni, i dati statistici sulle guerre e i fenomeni paralleli che
ne conseguono quali migrazioni e
scarsità di risorse, un
incontro che ha visto una grande partecipazione. ”Qual è il paese che ospita
più sfollati al mondo? L’Italia? La Francia? No, è l’Africa che ne ospita circa
12 milioni”. Tra le testimonianze quella di Padre Boniface,
Direttore della Caritas di Nyeri in Kenya: “Grazie al periodo che Claudia,
volontaria da Foligno, ha trascorso con noi, abbiamo imparato a celebrare il dono della vita; fino a quel
momento ci dedicavamo principalmente al lavoro ma con lei abbiamo iniziato a
festeggiare i compleanni e ogni volta organizzava delle bellissime sorprese per
tutti noi!”. Voci anche dall’Ucraina con
la storia di Olena: “Ho perso mio marito nei combattimenti, sono rimasta da
sola con due bimbi piccoli e l’unica soluzione è stata quella di fuggire. Ora
grazie all’aiuto della Caritas posso costruire un futuro per me e per i miei
figli”.
Domenica
20 il Festival si è spostato invece nella vicina Piazza xx settembre dove sono stati allestiti stand gastronomici con finger food dall’Europa, Asia e Africa aperti
al palato di tutti ttraverso l’acquisto di un coupon il cui ricavato - assicura
l'organizzazione - andrà a sostenere le famiglie bisognose della
città. Mostre fotografiche sui
tre continenti realizzate dai fotografi Marco Alpozzi, Francesca Boccabella,
Caritas Ambrosiana, Caritas Diocesana di Foligno e Ali Mohamed Arif hanno
arricchito la piazza insieme a pannelli informativi. Dal tramonto si sono
alternati sul palco del Neos Kosmos Festival quattro gruppi musicali accomunati
dall’incontro e dall’unione di diverse culture: hanno aperto le danze i
membri del Gruppo FLW Camerun con
un’esibizione di balli tipici africani, è stato poi il turno dei Supergriots band interculturale da
Pisa dal ritmo folk-africano che hanno poi lasciato il palco ai Tarantaraba band da Roma con un
mix di Pizzica, Taranta e melodie orientali per chiudere in bellezza con i Sadside Project direttamente
dalla capitale con il loro stile rock-irlandese. Il Neos Kosmos Festival 2015
ha centrato in pieno l’obiettivo di raccontare e lanciare spunti di riflessioni
su importanti temi attuali attraverso la leggerezza e la spontaneità di una festa di paese in cui i cittadini
di Foligno e del mondo hanno avuto l’opportunità
di conoscersi e riconoscersi attraverso quei legami fatti ditradizioni, terra e famiglia che rappresentano i principi basilari dell’essere
umano in qualsiasi parte del mondo si trovi.“Prima della guerra”- ha raccontato Padre Josef
dalla Siria- “c’era una convivenza pacifica tra persone appartenenti a varie
religioni e culture, io stesso avevo tanti amici musulmani e sapete cos’è
successo con l’arrivo della guerra? Nulla, le persone hanno mantenuto i loro legami facendosi forza a vicenda”. Non rimane
che augurare, per citare Mauro
Masciotti, direttore della Caritas Diocesana di Foligno e Presidente de
L'Arca del Mediterraneo un “Buon viaggio nel Mediterraneo a tutti!”
|