Dinanzi
all’irreparabile tragedia della morte di Lamberto, la comunità
cristiana e civile si ritrova qui, nella nostra cattedrale, sgomenta. Le
parole appropriate sono difficili da trovare e rischiano di essere di
troppo o fuori posto. Per questo invito ad una celebrazione in cui
prevalgano il silenzio, la riflessione e la preghiera. Una
cosa mi pare necessaria e prioritaria: invocare l’aiuto del Signore
nel mistero della sua pasqua che ora celebriamo. Fra poco diremo:
“Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua
risurrezione nell’attesa della tua venuta”.
Senza
queste parole il dolore non trova conforto significativo e la morte
ha l’ultima parola. Con
questa fede nel Signore, vivo in mezzo a noi, vogliamo pregare
anzitutto per Lamberto perché sia nelle braccia dell’Amore
misericordioso. Vogliamo pregare per Livio e Donatella perché
abbiano conforto e sentano, sia pure in modo invisibile, la presenza
del loro amatissimo figlio.
Insieme
a Lamberto, tutti noi chiediamo perdono dei nostri peccati che sono
la causa principale dei nostri guai più seri. Confidiamo
nell’Amore del Signore perché ci offra il suo perdono, la sua
pace, il suo conforto in un momento umanamente angosciante. Gesù
termina la sua vita in croce; muore crocifisso fra due ladroni che,
ovviamente ci rappresentano. Tutto era finito nel modo più
disastroso. Ma la cosa straordinaria è stata che Gesù è morto
invocando il perdono per quelli che lo stavano crocifiggendo.
Disse:”Padre, non si rendono conto di ciò che stanno facendo,
perdonali”. Al
ladro che invocava aiuto, assicurava. “Oggi sarai con me in
paradiso”. Poi
un altro dono. Gesù chiede a sua Madre addolorata di prendersi cura
di tutti gli uomini.
Dopo
aver gridato: “Dio mio, Dio mio perche mi hai abbandonato?”,
Gesù muore mettendosi con fiducia nelle mani del Padre. E il Padre
intervenne. Dopo aver dato a Gesù la forza di morire per salvare
tutti gli uomini, l’ha risuscitato dalla morte. Così il Signore ha
vinto ogni male. L'ha preso su di sé e l'ha superato col suo Amore.
Dice
S. Paolo: "Colui che ha risuscitato Gesù, risusciterà anche
noi con Lui”. Per questo non ci scoraggiamo e non disperiamo
nemmeno davanti a situazioni umanamente insuperabili. Gesù ha
assicurato ai suoi: “Chi crede in me, anche se muore vivrà,
perché io lo risusciterò” Ed ancora: “Vado a prepararvi
un posto nella casa del Padre".
Questa
Parola è l'unica a darci speranza. Il Signore, in modo misterioso,
sa trasformare il male in bene. Ravviviamo questa certezza centrale
della fede cristiana.
Ma
insieme a questa verità della fede, occorre anche richiamare le
nostre responsabilità umane. Una
tragedia del genere chiama in causa tutti noi; uomini e donne liberi
e perciò responsabili del bene e del male. Senza
giudicare nessuno e senza alimentare sentimenti negativi, noi adulti
– dobbiamo dircelo – possiamo fare di più e meglio come
educatori. Le
agenzie educative e formative, compresi i media, hanno il dovere di
segnalare le situazioni di pericolo per evitarle, facendo chiaramente
sapere che alcune sono senza ritorno e altre incidono in maniera
negativa. Ma
soprattutto, tutti insieme dovremmo, con gli esempi accompagnati
dalle parole giuste, mostrare che ci si può divertire in modo bello
e costruttivo. Ognuno secondo il proprio compito ha il dovere di
promuovere il vero bene e prestare l’aiuto giusto nel momento e nel
modo giusto.
Mi
permetto anche di rivolgermi ai nostri ragazzi e giovani. Prendetevi
le vostre responsabilità per custodire la vostra vita, il bene più
prezioso per voi e per gli altri. Se volete, potete distinguere le
esperienze veramente belle (e sono tante) e le esperienze negative e
pericolose. Nessuno
di noi può ignorare o sottovalutare gli effetti disastrosi di certe
sostanze.
Termino
con una Parola di incoraggiamento. Il Signore sia vicino ai
famigliari di Lamberto, Livio e Donatella, all’intera comunità
civile e cristiana che sono sconcertate. Ci dia di superare questa
grave sofferenza donandoci la pace e il perdono, la voglia di
reagire, quasi svegliandoci dal nostro torpore. Ci dia di apprezzare
meglio la nostra vita, di custodirla e di spenderla facendo tutto il
bene possibile. La speranza di Cristo risorto, della Vergine Maria
Addolorata, dei nostri santi, portino la consolazione a Livio e
Donatella.
Di
Lamberto ne parleranno dopo i suoi amici che ne evidenzieranno il
carattere gioviale socievole non che le qualità che stavano
emergendo.
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