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  24/07/2015 21:07


Città di Castello: l'omelia del vescovo Domenico Cancian per le esequie di Lamberto Lucaccioni



Dinanzi all’irreparabile tragedia della morte di Lamberto, la comunità cristiana e civile si ritrova qui, nella nostra cattedrale, sgomenta. Le parole appropriate sono difficili da trovare e rischiano di essere di troppo o fuori posto. Per questo invito ad una celebrazione in cui prevalgano il silenzio, la riflessione e la preghiera. Una cosa mi pare necessaria e prioritaria: invocare l’aiuto del Signore nel mistero della sua pasqua che ora celebriamo. Fra poco diremo: “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta”.

Senza queste parole il dolore non trova conforto significativo e la morte ha l’ultima parola. Con questa fede nel Signore, vivo in mezzo a noi, vogliamo pregare anzitutto per Lamberto perché sia nelle braccia dell’Amore misericordioso. Vogliamo pregare per Livio e Donatella perché abbiano conforto e sentano, sia pure in modo invisibile, la presenza del loro amatissimo figlio.

Insieme a Lamberto, tutti noi chiediamo perdono dei nostri peccati che sono la causa principale dei nostri guai più seri. Confidiamo nell’Amore del Signore perché ci offra il suo perdono, la sua pace, il suo conforto in un momento umanamente angosciante.

Gesù termina la sua vita in croce; muore crocifisso fra due ladroni che, ovviamente ci rappresentano. Tutto era finito nel modo più disastroso. Ma la cosa straordinaria è stata che Gesù è morto invocando il perdono per quelli che lo stavano crocifiggendo. Disse:”Padre, non si rendono conto di ciò che stanno facendo, perdonali”. Al ladro che invocava aiuto, assicurava. “Oggi sarai con me in paradiso”Poi un altro dono. Gesù chiede a sua Madre addolorata di prendersi cura di tutti gli uomini.

Dopo aver gridato: “Dio mio, Dio mio perche mi hai abbandonato?”, Gesù muore mettendosi con fiducia nelle mani del Padre. E il Padre intervenne. Dopo aver dato a Gesù la forza di morire per salvare tutti gli uomini, l’ha risuscitato dalla morte. Così il Signore ha vinto ogni male. L'ha preso su di sé e l'ha superato col suo Amore.

Dice S. Paolo: "Colui che ha risuscitato Gesù, risusciterà anche noi con Lui”. Per questo non ci scoraggiamo e non disperiamo nemmeno davanti a situazioni umanamente insuperabili. Gesù ha assicurato ai suoi: “Chi crede in me, anche se muore vivrà, perché io lo risusciterò” Ed ancora: “Vado a prepararvi un posto nella casa del Padre".

Questa Parola è l'unica a darci speranza. Il Signore, in modo misterioso, sa trasformare il male in bene. Ravviviamo questa certezza centrale della fede cristiana.

Ma insieme a questa verità della fede, occorre anche richiamare le nostre responsabilità umane. Una tragedia del genere chiama in causa tutti noi; uomini e donne liberi e perciò responsabili del bene e del male. Senza giudicare nessuno e senza alimentare sentimenti negativi, noi adulti – dobbiamo dircelo – possiamo fare di più e meglio come educatori. Le agenzie educative e formative, compresi i media, hanno il dovere di segnalare le situazioni di pericolo per evitarle, facendo chiaramente sapere che alcune sono senza ritorno e altre incidono in maniera negativa. Ma soprattutto, tutti insieme dovremmo, con gli esempi accompagnati dalle parole giuste, mostrare che ci si può divertire in modo bello e costruttivo. Ognuno secondo il proprio compito ha il dovere di promuovere il vero bene e prestare l’aiuto giusto nel momento e nel modo giusto.

Mi permetto anche di rivolgermi ai nostri ragazzi e giovani. Prendetevi le vostre responsabilità per custodire la vostra vita, il bene più prezioso per voi e per gli altri. Se volete, potete distinguere le esperienze veramente belle (e sono tante) e le esperienze negative e pericolose. Nessuno di noi può ignorare o sottovalutare gli effetti disastrosi di certe sostanze.

Termino con una Parola di incoraggiamento. Il Signore sia vicino ai famigliari di Lamberto, Livio e Donatella, all’intera comunità civile e cristiana che sono sconcertate. Ci dia di superare questa grave sofferenza donandoci la pace e il perdono, la voglia di reagire, quasi svegliandoci dal nostro torpore. Ci dia di apprezzare meglio la nostra vita, di custodirla e di spenderla facendo tutto il bene possibile. La speranza di Cristo risorto, della Vergine Maria Addolorata, dei nostri santi, portino la consolazione a Livio e Donatella.

Di Lamberto ne parleranno dopo i suoi amici che ne evidenzieranno il carattere gioviale socievole non che le qualità che stavano emergendo.





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