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  17/11/2014 18:29


Perugia: al partecipato incontro del cardinale Gualtiero Bassetti con gli operatori sanitari è emersa la necessità di “fare rete” per coniugare più a fondo fede e professione



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Vivere la professione sanitaria oggi in mezzo a mille difficoltà gestionali ed economiche significa oggi operare in solitudine e dover spesso conciliare anche con difficoltà l’operatività quotidiana con le scelte di fede. Per sostenere tutti gli operatori sanitari cattolici nella quotidiana necessità di coniugare fede e professione nasce l’iniziativa “fare Rete” promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute, che chiama a nome del vescovo tutti gli operatori sanitari a registrarsi sul sito della Diocesi (www.diocesi.perugia.it). «Occorre quotidianamente tutelare la dignità della persona malata, a volte messa a dura prova da realtà organizzative figlie della limitatezza delle risorse come ad esempio il sovraffollamento nelle strutture ospedaliere e le interminabili “Liste di Attesa”. Occorre non arrendersi mai in modo passivo a tali realtà ma occorre sempre tutelare la dignità dell’uomo e dell’uomo malato in particolare». E’ quanto è emerso al partecipato incontro del cardinale Gualtiero Bassetti con gli operatori sanitari cattolici, tenutosi il 16 novembre nel salone parrocchiale di Ponte San Giovanni in Perugia.

Il porporato, che nei primi mesi del 2014 ha effettuato la sua Visita pastorale a quattro ambiti sociali particolarmente significativi (lavoro, sanità, emigrazione e università), ha detto: «incontrandovi nelle vostre realtà professionali sono emersi non pochi aspetti positivi del vostro operare quotidiano nell’alleviare le sofferenze, ad iniziare dalla tanta umanità con cui svolgete il vostro lavoro». Il cardinale ha apprezzato il parlare schietto «con molta sincerità e verità» degli ottanta e più operatori sanitari presenti, perché, ha evidenziato, «è l’unico modo per poter comprendere le cose che non vanno. Oggi è emerso il primato della coscienza, che è esercizio di libertà e responsabilità. Ogni cristiano è chiamato ad approcciarsi alla sofferenza del prossimo non dimenticando che le piaghe di una persona da curare sono quelle di Cristo. E’ positivo anche il sostegno, da voi rilevato, dei cappellani nelle strutture ospedaliere, rivolto non solo ai malati, ma anche ai familiari e agli stessi operatori soprattutto di fronte a tragici eventi».

Il cardinale ha parlato anche di «giornata significativa» in cui si è tenuto questo incontro, «perché oggi – ha ricordato – è la festa liturgica di san Giuseppe Moscati, vostro patrono, formidabile medico chirurgo e docente universitario, punto di riferimento per tutti voi nel richiamarvi al senso del dovere nel soccorrere le infelicità del dolore, esortandovi a coniugare fede e scienza. Ma questo nostro mondo post-moderno va in un certo modo esorcizzato, perché si vuole fuggire dal dolore e dalla morte, che fanno parte della natura umana anche se vanno evitati e per questo ci siete voi operatori sanitari. Il messaggio cristiano della croce è un simbolo che ci interroga e ci coinvolge tutti, ma la croce, sofferenza e morte, è la porta che ci introduce alla luce del Risorto».

Il cardinale ha esortato gli operatori a fare «degli ambulatori, delle case di cura e degli ospedali dei “santuari-laboratori” di speranza per ogni creatura di Dio. Siete chiamati ad essere i testimoni dell’Amore cristiano, quindi, essere i buoni samaritani di oggi». Soffermandosi sulla necessità di “fare rete”, il presule ha detto: «siate motivati ad essere tra voi in relazione, attivando un contatto più assiduo anche con gli organismi Pastorali diocesani, perché la Chiesa vuole essere una “sentinella” accanto a chi soffre e a chi è chiamato a curare il sofferente».

«Come vescovo – ha sottolineato il cardinale – voglio sostenervi personalmente, soprattutto nei momenti di difficoltà, e per questo vi chiedo di fare rete tra voi. Portate le vostre esperienze anche nelle Parrocchie, affinché non siano luoghi “asettici”, ma di conoscenza delle necessità del mondo della sanità e promuovendo forme di volontariato a sostegno di chi soffre».

Nell’ascoltare con interesse non poche testimonianze di operatori sanitari, il cardinale Bassetti ha proposto, al termine, di «istituzionalizzare questa giornata (di tenerla annualmente come occasione anche di verifica di questa volontà a “fare rete”, n.d.r.), ma che sia un motore della vostra missione-vocazione».




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