versione accessibile ::
ARCHIVIO
  18/04/2014 15:43


Perugia: celebrata dal cardinale Gualtiero Bassetti la Coena Domini in cattedrale, compiendo il rito della lavanda dei piedi a destinatari e operatori della carità



Clicca sulla foto per ingrandirla !

            Al centro della celebrazione della Coena Domini del Giovedì Santo nella cattedrale di San Lorenzo in Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti ha voluto dei testimoni della “vocazione della carità”, uomini e donne destinatari ed operatori delle diverse opere socio-caritative attive da anni nella comunità diocesana e quanti hanno deciso di donare totalmente la propria vita al Signore per servire la Chiesa e i suoi figli.

In San Lorenzo il presule ha compiuto il rito della lavanda dei piedi ad alcuni ospiti delle opere “Villa Nazzarena”, Istituto “Don Guanella”, Residenza per anziani “Fontenuovo”, “Villaggio della Carità”, “Il Casolare”, “Madonna dei Bagni” e “Villaggio S. Caterina”, ad un ordinando diacono e ad un ordinando prete, ad una suora e ad un frate in procinto di professione e ad un volontario Caritas.

Prima di presiedere la celebrazione della Coena Domini in cattedrale, l’arcivescovo Bassetti era stato al Carcere femminile, come è sua consuetudine, dove aveva compiuto il rito della lavanda dei piedi a dodici detenute. Alcune di esse gli hanno chiesto di mettere le loro preghiere sull’altare della cattedrale, così da poter vivere in comunione con altri figli di Dio il Giovedì Santo. Da un luogo di povertà e sofferenza estrema, quale è il carcere, è giunta una forte testimonianza di fede che richiama alla speranza e alla carità.

Il presule, nell’omelia, ha parlato di «anno della carità» per la Chiesa locale iniziato con l’avvio di «una meravigliosa opera per singoli e interi nuclei familiari in difficoltà, “Il Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” in Perugia», e con il prosieguo di un’importante iniziativa della Chiesa umbra per non lasciare soli coloro che soffrono a causa della crisi economica: il “Fondo di solidarietà” per le famiglie messe a dura prova dalla perdita del lavoro. Attualmente sono stati raccolti più di 3 milioni di euro e aiutate oltre 2 mila famiglie.

Il cardinale si è poi rivolto ai numerosi fedeli convenuti in San Lorenzo ricordando loro che «la carità è il cuore pulsante della nostra comunità diocesana», esortando tutti perché «questo è il momento di aprire il cuore e non di chiudersi in se stessi». L’arcivescovo ha più volte parlato dell’«esempio di vita donata» che ci giunge dall’«insegnamento di Gesù con la sua vita fino al sacrificio della croce»; un insegnamento accolto e testimoniato da tanti uomini e donne donati a Lui per servire il popolo di Dio. Alcuni di loro si donano fino alla morte, divenendo martiri per la fede che professano e testimoniano.

Il presule ha esordito nell’omelia sottolineando che la celebrazione del Giovedì Santo ricorda «l’istituzione del sacramento dell’eucaristia e del sacerdozio. In essi Gesù ci offre la suprema testimonianza del suo amore. Un amore che è più forte della morte. Un amore che vince la morte. E questo amore, l’Eucaristia, con cui Cristo ci ha amati, non solo apre una strada nuova verso il Padre, ma chiede di diventare norma vissuta nei nostri rapporti vicendevoli. Si parla spesso della necessità di poter vivere in un mondo più umano. Ma la costruzione di una nuova società non è fatta da chi usa violenza e distruzione, ma da chi opera nella generosa donazione di sé, anche nel silenzio e nella sofferenza. Diceva Paolo VI: “la certezza assoluta che ci proviene dal Vangelo è che solo l’Amore edifica”».

Il cardinale Bassetti si è soffermato anche sul rapporto “Eucaristia-sacrificio”: «Oggi, giornata eucaristica e sacerdotale, domina l’amore – ha detto –. La croce è come nascosta, ma l’offerta che domani sarà consumata sulla croce è già in atto: l’Eucaristia è innanzitutto sacrificio! Ma ricordiamo bene che l’Eucaristia è un impegno. Chi si riunisce attorno all’Eucaristia deve sentirsi un testimone di salvezza, perché l’Eucaristia è il sacrificio che ci salva e ci redime».

«Non è possibile celebrare la Pasqua ed essere egoisti – ha evidenziato il presule avviandosi alla conclusione –, come non è possibile nutrirsi del corpo del Signore e non servire i fratelli. L’Eucaristia del Giovedì Santo - l’ho detto tante volte e lo ripeto - richiede a tutti uno stile più semplice di vita. Dio ci dà la grazia, mentre celebriamo l’Eucaristia, di sentire quanto bisogno c’è in tutta la Chiesa di convertirsi all’esercizio stabile della carità nei confronti di tutti. E’ così, fratelli e sorelle, che si è Chiesa del Giovedì Santo. E’ così che si è comunità eucaristica, nel senso voluto dal Signore».




04/10/2016 07:37
ANNO SCOLASTICO 2016/17: LETTERA APERTA A QUANTI SONO IMPEGNATI NEL MONDO DELLA SCUOLA IN UMBRIA


16/02/2015 08:58
In Cristo il nuovo Umanesimo – In cammino con il mondo della scuola verso il convegno ecclesiale di Firenze 2015. Ciclo di incontri per dirigenti scolastici, insegnanti, educatori


« Archivio »