Festa solenne
e molto partecipata a Narni in onore del patrono san Giovenale. In una
cattedrale gremita di fedeli di ogni età, il vescovo Giuseppe Piemontese ha
presieduto il solenne pontificale concelebrato con i sacerdoti della vicaria di
Narni, con il vicario episcopale per la pastorale don Piergiorgio Brodoloni, i
canonici del Capitolo della cattedrale di Narni, e alla presenza del
viceprefetto di Terni Andrea Gambassi, del sindaco di Narni Francesco De
Rebotti, dell’onorevole Raffaele Nevi, dei sindaci del comprensorio narnese e
delle autorità militari provinciali, dei rappresentanti dei terzieri e del
corteo storico in costume d’epoca, dei ragazzi del catechismo. La messa è
stata animata dalla corale della cattedrale di Narni.
Una
celebrazione che rinnova la grande devozione dei narnesi per il patrono della
città e il messaggio di solidarietà, unità e amore di san Giovenale. Forte
è stato il richiamo del vescovo Piemontese alla concordia nella chiesa e nella
società civile, in un cammino di fede verso l’accoglienza e solidarietà
sull’esempio di san Giovenale, cristiano proveniente dall’Africa e divenuto
defensor civitatis, pastore che si prende cura di tutto il popolo e che invita
ad essere testimoni cristiani nel mondo di oggi: «La cattedrale gremita non manifesta
solo la devozione per il santo patrono – ha detto il vescovo Piemontese
nell’omelia - ma rinnova l’unione dell’antico e valoroso popolo narnese,
credente e devoto, il rafforzamento della identità cittadina, che ha le sue
radici nell’azione civile e pastorale del santo vescovo Giovenale. Questa città
ha costruito la propria identità civile e religiosa, nel nome di san Giovenale
e ha da sempre, nei giorni della festa, organizzato manifestazioni per
esprimere e trasmettere la propria ricchezza culturale, religiosa,
tradizionale, folkloristica e civile. La preoccupazione che manifesto a
governanti, amministratori e persone sensibili è che di tanta ricchezza non
rimanga solo l’involucro, cioè una festa senza il santo, una manifestazione di
puro folklore estetico. A voi e a noi l’onore e l’onere di custodire lo spirito
di questa festa che ha in san Giovenale e nel suo messaggio, il padre, patrono,
maestro, pastore, difensore della civitas. Giovenale annuncia il Vangelo,
invita a credere e a seguire Gesù, ad abbattere gli idoli pagani, l’idolatria,
insegna la fede, incoraggia ad abbracciare il progetto di amore di Gesù,
testimoniato nell’attenzione e nella cura dei malati, dei poveri, dei
bisognosi, dei deboli».
Un
invito all’unità e alla concordia, quello del vescovo Piemontese, valido in
ogni epoca, e ancor più oggi, in un tempo di grandi individualismi ed egoismi
nelle questioni della società, e della fede che richiedono l’impegno di tutti
«Amministratori, responsabili vari della cosa pubblica, preti, vescovi a
promuovere le strade della concordia, delle fraterne intese e della pace tra la
gente, anche mettendo a rischio la nostra vita, sull’esempio di Gesù e di san
Giovenale.
Anche
ai nostri giorni, in un clima particolarmente di sospetto, di chiusura e di strisciante
xenofobia, la nostra comunità ha il dovere di promuovere la cultura
dell’accoglienza per una legge del contrappasso, in una forma di restituzione
per quanto ha ricevuto dal suo Santo, venuto dall’Africa. Egli certamente non
era ricco di risorse materiali, ma di amore. Non veniva alla ricerca di
benessere materiale, ma per la condivisione della esperienza cosmopolita di
Roma e della fede ivi professata da Pietro. Giovenale non è stato visto come
portatore di minacce alla sicurezza civile, ma si è inserito nella società del
tempo ed ha contributo alla elevazione culturale, religiosa e civile delle
popolazioni in mezzo alle quali era venuto a trovarsi».
Il
vescovo ha poi ricordato l’imminente visita pastorale alla comunità della zona
di Narni, che prenderà avvio in settembre, come occasione per rinnovare con
slancio l’annuncio del Vangelo di Gesù «specie alle giovani generazioni,
particolarmente fragili e facili prede del neopaganesimo di quell’idolatria,
combattuta da san Giovenale».
Ed
infine un riferimento ai giovani e alla trasmissione della fede alle nuove
generazioni: «Tra i santi, che sono proposti dal Papa Francesco a modello dei
giovani vogliamo aggiungere il nostro san Giovenale. Egli è proposto in
particolare a voi, giovani narnesi, interpreti della festa civile e religiosa,
figuranti nello splendido corteo tra le vie del Borgo Antico, arditi
protagonisti dei vari momenti della corsa all’anello in onore di san Giovenale.
Non riducetevi a meri attori, comparse nella festa e nella vita, ma siate
custodi e trasmettitori dei valori di vita cristiana e delle tradizioni buone,
presenti ancora nelle nostre famiglie e che contraddistinguono il nostro caro
popolo».
Al
termine della celebrazione è seguita la processione per le vie del
centro di Narni con il busto di san Giovenale, accompagnato
dalla rappresentanza del corteo storico in costume d’epoca, dai sacerdoti della
forania di Narni, dalle autorità cittadine e fedeli. Davanti al palazzo
comunale, nella piazza cuore e teatro della vita civile, sulla quale si
affaccia la tribuna da cui hanno parlato oratori illustri tra i quali è
annoverato san Bernardino da Siena, il vescovo Piemontese ha rivolto il suo
augurio alla città: «Ogni epoca deve portare il suo contributo di ricchezza
alla civiltà e identità di un popolo, in continuità e ad integrazione delle
ricchezze materiali, morali e spirituali, che i padri ci hanno tralasciato. San
Giovenale continui ad essere al centro del vostro affetto e dei vostri
pensieri, nella difesa di questa città e della sua civiltà, rappresentata dalla
bontà e nobiltà dei cittadini e dalle numerose chiese ed opere d’arte, simboli
del profondo sentimento cristiano della vostra società».
La processione
si è conclusa in chiesa con la solenne benedizione finale.
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