Ventotto anni fa, il 9 novembre 1989, cadeva
da il muro più famoso d’Europa, quello di Berlino, che divideva in due la
capitale tedesca. Se nel 1989 si contavano quindici muri a carattere
repressivo-difensivo, oggi purtroppo l’elenco arriva a enumerare oltre sessanta
barriere.
Papa
Francesco nel corso del suo pontificato non ha mai smesso di scagliarsi contro
i muri nel mondo, fatti di paura, aggressività ed egoismo, puntando il dito
contro quei «muri visibili e invisibili» che segregano in pezzi incoerenti un
mondo, paradossalmente, sempre più globalizzato.
Ed
è in questo contesto che Caritas Italiana pubblica oggi on-line il dossier “Minoranze
da includere”, che approfondisce in modo particolare il tema dei confini e dei
conflitti, dei nazionalismi e della riconciliazione.
Un
focus è dedicato ai Balcani che, soprattutto negli ultimi 25 anni, sono stati
il luogo in cui si sono mescolate dinamiche di scontro con belle storie di
riconciliazione, in cui sono stati eretti muri e confini ma anche relazioni positive
tra le comunità, in cui si sono mescolate identità comuni con distinzioni su
basi etniche, nazionali e religiose.
In
Kosovo inoltre, dove la convivenza tra diverse comunità all’interno dello
stesso Stato continua a portare contrasti, il processo di riconciliazione deve
essere inteso non solo come fine delle violenze e creazione di un clima di
sicurezza, ma anche come costituzione di un rapporto costruttivo di
interdipendenza, ovvero di integrazione, tra le comunità.
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