«Cari
figli voi siete, per la nostra Chiesa, innanzitutto un “dono” dall’Alto, un
“dono” nello Spirito Santo: eletti e chiamati dal vescovo e dalla Chiesa. E
beati voi, se non soltanto oggi, ma per tutta la vita conserverete, come la
Vergine Maria, il senso della sorpresa, dell’ammirazione e della lode e se
risplenderà su di voi, come ci ha detto il salmo, la luce del volto di Dio».
Con queste parole il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti si è rivolto
durante l’omelia ai sei candidati al diaconato (quattro transeunti e due
permanenti), che ha ordinato nella cattedrale di San Lorenzo in Perugia la sera
del 12 settembre, nel giorno della solennità del Ss. Nome di Maria. In questa
giornata, nel capoluogo umbro, la Chiesa fa festa alla Madonna delle Grazie, a
Colei che ogni anno in cattedrale viene rinnovato l’atto di affidamento della
comunità diocesana alla sua protezione, attraverso la recita da parte
dell’arcivescovo della preghiera scritta dal cardinale Gioacchino Pecci (papa
Leone XIII) quand’era vescovo di Perugia, davanti alla splendida immagine
mariana dipinta da un allievo della scuola del Perugino su una colonna della
navata centrale. I
due nuovi diaconi permanenti sono Giovanni Mirabassi e Stefano Rivecci, e i
quattro transeunti, che saranno ordinati sacerdoti nel corso dell’Anno pastorale
appena iniziato, sono Federico Casini, Giovani Le Yang, Augusto Martelli e
Pietro Squarta, seminaristi del Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di
Assisi. Il
cardinale Bassetti, rivolgendosi ai sei neo diaconi, ha detto: «Figli
carissimi, voi venite consacrati per il “servizio delle mense” e il servizio
della carità, ma ricordatevi bene che è dall’Eucaristia, dall’essere ministri
del calice, che è segno del dono totale di Cristo, che trae origine il vostro
servizio particolarmente verso i poveri, i più bisognosi, gli ultimi, i
profughi… Purtroppo viviamo in un mondo che ha cancellato dal vocabolario
quotidiano la categoria del dono, perciò è diventato un mondo di inimicizia, di
egoismo e spesso di morte. Il vescovo vi esorta a combattere tutta questa
mentalità con un’unica arma: facendo vostra la categoria della gratuità… Solo
un puro di cuore è capace di donare la propria vita per Cristo e per i
fratelli…. Voi siete chiamati ad offrire quello che manca alla nostra società,
che crede di avere tutto, ma purtroppo manca dell’essenziale: di amore, gioia,
pace, serenità. Tocca a noi cristiani risvegliare la nostalgia di ciò che si è
perso per la strada: la nostalgia di Dio».
Avviandosi
alla conclusione dell’omelia, il cardinale Bassetti ha richiamato l’attenzione
dei fedeli sulla folta presenza di giovani, ricordando loro quando un giorno
Gesù disse ad un giovane, che si era presentato da Lui: “Vai, vendi tutto
quello che hai e dallo ai poveri e poi seguimi”. «Vedo tanti giovani stasera e
ne sono davvero felice – ha commentato il porporato –. Cari ragazzi e ragazze,
la scelta di Augusto, Federico, Giovanni e Pietro (i quattro diaconi
transeunti, n.d.r.) non vi dice nulla? Io penso che vi dica molto, altrimenti
non sareste qui così numerosi. Non vi pone qualche problema? Vorrei dirvi,
guardando loro, date vita anche alla speranza che è in voi. Coraggio! Non
rimanete dei rimorchiati nella vita. Muovetevi! Alzatevi e non restate ai
margini, ma state in mezzo al popolo di Dio, perché Gesù Cristo vi dice alzatevi
e date valore alla vostra vita. Cristo vi chiama, rispondetegli e non abbiate
paura della scelta da compiere. Abbiate coraggio, perché solo così il mondo
potrà cambiare. La vita è bella e vivetela generosamente e nella purezza del
vostro cuore e dei vostri intenti. Non fate mai della vostra vita il
contenitore delle vostre anse e delle vostre paure. Fate piuttosto della vostra
vita l’ostensorio di tante attese e di tante speranze che cogliamo attorno a
noi, perché ne abbiamo tutti bisogno. Date vita alla speranza e imitate la
Vergine Maria che ha fatto sempre questo».
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