La Sala Barberini del
Museo diocesano di Spoleto trasformata in laboratorio di restauro delle opere
d’arte ferite dai terremoti del 2016 che hanno sconvolto l’Italia centrale.
L’idea è nata dal dialogo tra l’arcivescovo Renato Boccardo ed Emanuela
D’Abbraccio, unica restauratrice di Norcia, con collaborazioni in tutta Italia
e incarichi diretti anche dai Musei Vaticani. La sua casa era già inagibile
dopo il sisma del 24 agosto; la violenta scossa del 30 ottobre l’ha
ulteriormente danneggiata, tanto che non è recuperabile. Ora vive con la sua
famiglia in una casetta di legno acquistata a proprie spese e posizionata in un
terreno di proprietà. A Norcia aveva il laboratorio di restauro sotto la
sacrestia della Concattedrale di Santa Maria, chiesa crollata quasi per intero.
Al momento del terremoto stava restaurando, tra l’altro, due altari laterali e
una tavola nella Basilica di S. Benedetto e una tela nella chiesa di S.
Agostino, entrambe crollate. Senza casa, senza laboratorio, senza lavoro. «Poi
un giorno – racconta Emanuela – la proposta di mons. Boccardo di proseguire la
mia attività all’interno del Museo diocesano di Spoleto, riportando così al
loro antico splendore alcune opere d’arte lesionate dal terremoto e permettendo
ai tanti visitatori di seguire in diretta il restauro. Ho accettato con
entusiasmo e ringrazio il Vescovo e l’Ufficio beni culturali della Diocesi per
questa opportunità: è solo uno dei tanti segni di prossimità che la Chiesa di
Spoleto-Norcia riserva a noi terremotati». La D’Abbraccio al momento sta
restaurando, previa autorizzazione della Sovrintendenza e con i finanziamenti
giunti dal museo diocesano di Padova, una tela del ‘600 raffigurante la Madonna con Bambino tra Santi del
pittore fiorentino Anastasio Fontebuoni, estratta dopo il terremoto del 30
ottobre dalle macerie della chiesa di S. Agostino a Norcia. Sono in programma,
poi, il restauro del Cristo parlante
del ‘400 che si trovava nella Concattedrale di Santa Maria (finanziato
dall’associazione “L’arte rinasce dall’arte” di Oristano) e quello della tavola
del 1561 raffigurante la Resurrezione di
Lazzaro di Michelangelo Carducci che si trovava nella basilica di S.
Benedetto (finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto). Il
laboratorio è stato visitato, in occasione del recente Festival dei 2 Mondi di
Spoleto da Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile.
«Il laboratorio di restauro delle opere d’arte ferite dai terremoti
avviato da Emanuela D’Abbraccio nel Museo Diocesano di Spoleto – afferma
l’arcivescovo Boccardo – è un ulteriore segno di speranza per questi nostri territori
duramente provati dal sisma e quanto prima desiderosi di tornare alla normalità».
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