“La luce del cuore è
decisiva. Viviamo in una società che ha fatto luce su tante cose. La
conoscenza ha raggiunto punte avanzatissime. In internet possiamo
procurarci una miriade di informazioni. È luce? Certo. La conoscenza
è sempre illuminante. E tuttavia non sempre ci rende gioiosi. Non
sempre ci rende più buoni. Si coniuga spesso a tante contraddizioni
morali. Alla luce culturale, tecnologica, sociale, non sempre
corrisponde la luce nel cuore”. E’ questo uno dei passaggi chiave
dell’omelia del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra –
Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, nel corso della
celebrazione eucaristica di domenica mattina 26 marzo nella
cattedrale di San Rufino andata in diretta su Rai Uno come messa
domenicale delle parrocchie d’Italia voluta dal parroco don Cesare
Provenzi in coincidenza con la conclusione del raduno annuale del
Movimento apostolico ciechi. Partendo dal brano del vangelo sulla
parabola del cieco il vescovo ha cercato di spiegare il paradosso
della società odierna. “Una prima scena: un cieco dalla nascita,
sul quale Gesù compie una singolare azione curativa. Fa con la
saliva del fango, glielo spalma sugli occhi, lo invia alla piscina di
Sìloe, che significa inviato. Alla fine del racconto, si capirà che
l’inviato è Lui, Gesù. La piscina semplicemente lo evoca. Egli è
l’inviato di Dio quale Figlio eterno fatto carne. È Lui che, con
il Padre e lo Spirito Santo, ha creato la terra e ha plasmato
l’essere umano. Con i gesti sorprendenti di questo miracolo egli
ripone mano alla creazione. La terra inumidita dalla sua saliva e
l’acqua della piscina annunciano la forza dei sacramenti, il senso
del battesimo. Il miracolo fisico diventa segno del miracolo
spirituale. Ed è appunto il miracolo spirituale il vertice del
racconto - ha detto monsignor Sorrentino - . Siamo all’ultima
scena, quando il cieco, ormai vedente, incontra Gesù, venendo
invitato a credere in Lui come Figlio dell’uomo. Espressione,
quest’ultima, che allude al suo mistero di Dio fatto uomo. La
risposta è pronta: “Credo, Signore”. Il miracolo può dirsi
completo: dalla vista degli occhi alla vista del cuore! L’ex cieco
è ormai perfettamente guarito: percepisce i colori e le forme del
mondo, ma soprattutto può cogliere il loro significato ultimo, può
comprendere il senso della vita e sentirsi salvato per sempre. Gesù
è il salvatore! Tra la prima e l’ultima scena rimbalzano tante
voci. Una scena convulsa e triste. Voci che interrogano. Questo
cammino dal buio alla luce, cari fratelli e sorelle, è proposto a
tutti noi. Qui ad Assisi abbiamo per questo un testimone e un
maestro: Francesco, che questa luce del cuore sperimentò quando
giunse a spogliarsi di tutto per rivestirsi di Cristo. È quello che
stiamo sottolineando in questi mesi, con l’istituzione di un nuovo
Santuario, il Santuario della Spogliazione. Ma testimoni di questo
cammino, in certo modo, possono essere anche i fratelli e sorelle del
Movimento Apostolico Ciechi che oggi sono con noi. Essi sanno
spiegarci, con l’eloquenza del loro vissuto – ha detto ancora
monsignor Sorrentino - come la luce del cuore sia importante almeno
quanto la luce degli occhi. Li ringraziamo, affidando al Signore il
loro cammino personale e associativo. Dio li benedica. E benedica
tutti noi e quanti, attraverso la televisione, sono uniti con noi”.
La celebrazione ha visto una importante partecipazione da parte dei
parrocchiani di San Rufino oltre che dall’amministrazione comunale
rappresentata dal sindaco Stefania Proietti, dal vice sindaco Walter
Stoppini, dal presidente del consiglio comunale Donatella Casciarri e
dall’assessore Veronica Cavallucci.
|