«Se il Signore non
costruisce la casa, invano faticano i costruttori”, ci ricorda il
Salmo. Anche noi diventiamo cooperatori di Dio ogni volta che in
spirito di servizio veniamo incontro alle necessità del prossimo e
della comunità. L’aiuto del Signore conduca a felice compimento
l’opera intrapresa, protegga i lavoratori e li preservi da ogni
pericolo». Con queste parole mons. Giuseppe Gioia, parroco
moderatore dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San
Faustino, ha benedetto e inaugurato, nel pomeriggio del 19 marzo, il
cantiere per la costruzione del complesso interparrocchiale “San
Giovanni Paolo II” situato alla periferia sud di Perugia dove
vivono oltre 14mila persone. «Se la committenza dell’opera sono
solo i parroci si costruirà ben poco – ha aggiunto con voce
commossa mons. Gioia –, ma se invece la committenza è tutta la
comunità, insieme alla preghiera di tanti, edificheremo un tempio
aperto alla cittadinanza. Cristo è la pietra angolare di questo
nostro progetto che ci apprestiamo a realizzare, la prima pietra su
cui noi possiamo appoggiarci. Se togliamo questa pietra, se togliamo
Gesù dalla nostra vita cosa resta? Ecco perché possiamo dire: “La
speranza edifica”».
E “La speranza
edifica” è lo slogan che accompagna tutte le fasi della
realizzazione di questo complesso ad iniziare da quella non facile
della sua progettazione avviata tre anni fa. A richiamare questo
slogan è stata anche suor Roberta Vinerba, francescana diocesana che
presta la sua opera di catechista presso quest’Unità pastorale,
nel presentare i vari “protagonisti” dell’incontro inaugurale
del cantiere, che ha visto la partecipazione di centinaia di fedeli.
Oltre al direttore dei lavori, l’ingegner Paolo Anderlini, e tutti
i progettisti e tecnici che il cantiere impegnerà, erano presenti
anche i titolari delle imprese con una rappresentanza delle
maestranze. Sono tre realtà produttive legate al territorio
perugino: l’impresa edile “Restaura” S.r.l; l’impresa
impianti meccanici “Termosanitaria” S.r.l.; l’impresa impianti
elettrici “Giombolini A. & M. e C.” S.n.c. A loro è stata
affidata la costruzione di questo complesso che avrà una superficie
di circa 1.500 mq il cui costo sarà in gran parte finanziato dalla
CEI grazie al fondo per l’edilizia di culto dell’8xMille.
Particolarmente
significativa è stata la presenza del sindaco di Perugia Andrea
Romizi, dell’assessore comunale all’urbanistica Emanuele Prisco,
del presidente della Commissione urbanistica Carlo Castori e della
consigliera comunale e provinciale Erica Borghesi. Una presenza colta
come segno di vicinanza delle Istituzioni civili a quelle religiose
per un progetto che va a contribuire alla realizzazione del «bene
comune cittadino». L’edificazione di una nuova chiesa rappresenta
non solo un luogo significativo di «fede, speranza e carità», ma
anche vitalità aggregativa e sociale rivolta a tutti. La consigliera
Borghesi, in rappresentanza anche dell’Amministrazione comunale
precedente, che già si era attivata per l’avvio di questo
progetto, ne ha evidenziato l’importanza anche dal punto di vista
economico, nel dare lavoro a imprese locali, e sociale, perché
servirà a riqualificare un quartiere in costante crescita
demografica.
«Il percorso che ha
portato alla progettazione di questo complesso interparrocchiale
viene da lontano – ha sottolineato il sindaco Romizi –. E’ un
percorso di popolo, perché ogni sua tappa portata a compimento è la
riconferma che c’è un popolo dietro questo progetto e non il
capriccio di qualcuno».
L’inaugurazione,
animata dalla Corale polifonica di San Faustino, si è conclusa con
una festa-momento conviviale offerto dalle imprese, vissuta anche
come segno di augurio e incoraggiamento ai sacerdoti dell’Unità
pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino, mons. Giuseppe
Gioia, don Fabrizio Crocioni, mons. Francesco Spingola e don Oscar
Bustamante, che dovranno guidare e portare a compimento la
realizzazione di questo progetto.
Suor Roberta Vinerba,
quasi a dare appuntamento a tutti i convenuti tra due anni e
mezzo/tre (questo è il tempo che si sono dati i costruttori per
portare a compimento il complesso), ha anticipato un particolare che
avverrà al momento della consacrazione-dedicazione della chiesa: «La
reliquia di san Giovanni Paolo II, donateci dal cardinale di Cracovia
Stanislao Dziwisz, sarà incastonata nell’altare della nuova
chiesa». Un segno che renderà ancor più “prezioso” il nuovo
complesso interparrocchiale, che sarà anche meta di pellegrinaggio e
raccoglimento spirituale per tanti devoti del santo papa polacco, ma
anche per quanti sono distanti dalla fede, perché Karol Wojtyla, con
il suo «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a
Cristo!», aprì la Chiesa a tutti, credenti e non.
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