«Siamo
rimasti colpiti da quanto alcuni giovani profughi accolti dalla nostra Caritas
diocesana ci hanno detto a caldo, dopo l’ennesima tragedia che ha causato tanto
spargimento di sangue la notte scorsa a Nizza, nella vicina Francia». Lo
racconta il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero
Bassetti al termine di un incontro programmato da alcune settimane, tenutosi
nella mattinata del 15 luglio, sul “Progetto diocesano per l’accoglienza dei
profughi e richiedenti asilo” affidato alla Caritas, attraverso il quale la
Chiesa perugino-pievese dà ospitalità a più di 70 persone provenienti
dall’Africa e dall’Asia. «Sono ragazzi sconvolti, con le lacrime agli occhi –
prosegue il cardinale –, alcuni di loro li conosco da quando sono arrivati lo scorso
autunno. Abbiamo vissuto insieme anche dei bei momenti come l’iniziativa del
pranzo di Natale organizzata dalla Caritas ed altri incontri che mi hanno
permesso di conoscerli meglio e di seguirli nel loro soggiorno. Le loro parole
non possono non farci riflettere: “Dopo mille peripezie e rischiando la vita -
hanno raccontato -, siamo giunti in Europa dove pensavamo di trovare almeno un
po’ di pace e invece vediamo il ripetersi degli stessi eventi tragici dei
nostri Paesi di origine”».
«Ci sarà ancora su questa terra un angolo dove gli uomini possono vivere quello
che è il progetto di Dio per loro?», si domanda il porporato. Si tratta di «un
progetto di amore, di solidarietà, di giustizia e di pace», precisa
l’arcivescovo di Perugia non nascondendo la sua preoccupazione per il futuro di
questa umanità ormai in guerra. «La Chiesa, accogliendo il grido degli ultimi – evidenzia il
cardinale –, da molti considerati gli “scarti della società”, perché le loro
vicende non trovano accoglienza da parte di chi si accontenta soltanto del
proprio benessere, fa proprio il loro grido e ripete con il Salmo: “Fino a
quando Signore?”. La terra che dovrebbe essere per tutti madre accogliente,
inorridisce per l’ingiustizia del sangue sparso di questi suoi figli sacrificati
da un odio cieco e disumano. Si moltiplichino nelle nostre chiese le preghiere
e le suppliche davanti all’Agnello innocente, il Cristo dell’Eucaristia, e al
tempo stesso le persone, gli onesti e i buoni non si chiudano in se stessi, ma
vivano con coraggio la loro missione di costruttori di pace e di giustizia». Il presule, soffermandosi sul passo del Vangelo di Matteo: “Non
temete coloro che possono uccidere il corpo, dice Gesù, ma non possono uccidere
l’amina” (Mt 10, 28), ricorda che «il grido di un bambino innocente capace di
offuscare lo splendore di un cielo stellato, è più forte davanti a Dio della
violenza di qualunque atto terroristico». LA
PREGHIERA DEI FRATI DEL SACRO CONVENTO PER LA STRAGE DI NIZZA I
frati del Sacro Convento di Assisi si sono raccolti in preghiera sulla tomba di
San Francesco "attoniti e sgomenti per l'atrocità dell'attentato a Nizza"
ha dichiarato il direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi,
padre Enzo Fortunato. I frati si sono subito messi in contatto con i 25
religiosi dell'Ordine francescano in Francia. Il Custode del Convento San
Bonaventura in Francia, padre Bustillo, in un'intervista rilasciata per il sitosanfrancesco.org ha
sottolineato "l'efferatezza della bestialità che sta sconvolgendo la
nostra società". Ha quindi "invitato tutti a pregare per ritrovare
umanità e fraternità". LA
TESTIMONIANZA DEI FRATI MINORI DELLA PORZIUNCOLA P.
Antonio Lanzi, che da anni vive e opera con altri frati di questa Provincia nei
due quartieri della città di Nizza, Cimiez e Vallon des Fleurs, e a Falicon,
paese dell’entroterra nizzardo, risponde così al nostro Ministro provinciale,
p. Claudio Durighetto, che li ha contattati in seguito ai fatti di questa
notte: Caro
P. Provinciale, grazie per il messaggio che ci hai inviato questa notte.
Davvero: Miserere nostri, Domine! A
te e a tutti i Frati (sto ricevendo tanti msg e non posso rispondere a tutti)
chiediamo la preghiera per la Francia e ora anche per la nostra città ferita
dall’odio e dalla violenza che, in qualsiasi momento (ne parliamo spesso)
sentiamo molto vicino e che può arrivare anche al nostro Monastère. Noi
continuiamo a servire il Signore qui, dove ci ha messi, nella calma serena e
nella pace fiduciosa di Cristo risorto, già vittorioso su tutto il male del
mondo. Certo
sarà difficile fare l’omelia in questi giorni tenuto conto che questo problema,
molto franco-francese, innesta ancora di più un conflitto sociale già tesissimo
qui in Francia e ormai insopportabile. Ora
preghiamo per le vittime, e la pietà per i morti innocenti ci fa vedere che
Cristo consolerà il suo popolo tanta é la sete di ricerca e di speranza in
questo Paese per trovare di nuovo il cammino della pace e della Fede. Pregate
per la Francia, pregate per la nostra città di Nizza, p. Antonio
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