GLI ALTRI INCONTRI
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GLI INCONTRI CON I RAPPRESENTANTI DELLE COMUNITA’ EBRAICA, CATTOLICA E ORTODOSSA. I COMMENTI DEI VESCOVI SORRENTINO, BOCCARDO, CANCIAN, TUZIA E CECCOBELLI
I vescovi umbri hanno anche visitato nel pomeriggio del 4 luglio la sinagoga di Bucarest, dove hanno incontrato il rabbino e il presidente della comunità ebraica. I due hanno illustrato alla delegazione umbra la storia e la situazione attuale della comunità stessa, sopravvissuta alla shoah dopo il nazismo e il comunismo. L’arcivescovo mons. Domenico Sorrentino vice presidente della Conferenza episcopale umbra, nel portare il saluto ufficiale della Ceu, ha ricordato il suo predecessore in Assisi, mons. Giuseppe Placido Nicolini, insignito del titolo di “Giusto tra le nazioni” per aver salvato moltissimi ebrei durante la seconda guerra mondiale. La città di San Francesco si riempì di ebrei in fuga, adulti e bambini, italiani e rifugiati provenienti dalla Germania, dall’Austria e dalla Francia. Il vescovo riuscì a salvarne più di trecento persone vestendole da religiosi, nascondendole nelle clausure dei monasteri della città e fornendoli di documenti falsi.
Altro appuntamento significativo è stata la solenne concelebrazione eucaristica nella cattedrale cattolica di San Giuseppe presieduta dall’arcivescovo di Bucarest, mons. Ioan Robu. Al termine della messa, nei palazzi dell’episcopio, si è tenuto un incontro che ha permesso di conoscere la vita e l’azione delle Chiese cristiane nel Paese.
«Naturalmente la condizione di minoranza che caratterizza la presenza della comunità cattolica in un Paese ortodosso – commenta mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia –, sollecita entrambe le parti ad un impegno serio di reciproca accoglienza e collaborazione. I vescovi romeni non hanno mancato di sottolineare la comune responsabilità dei cristiani in questo Paese per l’annuncio del Vangelo ad una società minacciata dalla secolarizzazione».
Oltre a mons. Robu e ai vescovi dell’Umbria erano presenti mons. Cornel Damian, vescovo ausiliare di Bucarest, mons. Virgil Bergea, vescovo greco cattolico di Oradea, il nunzio apostolico, mons. Francisco Javier Lozano, che ha voluto salutare i presuli umbri prima dell’incontro ufficiale in Nunziatura previsto nella giornata conclusiva del viaggio.
La Romania è un Paese già conosciuto da alcuni vescovi umbri, tra cui mons. Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, che ha ricordato le visite che, fin dagli anni ’90, ha effettuato in Romania, principalmente per sostenere il servizio delle consorelle e confratelli dell’Amore Misericordioso di Collevalenza operanti nella diocesi romena di Iaşi. «La fraternità era stata invitata dal vescovo mons. Gherghel – spiega mons. Cancian – per aiutare la formazione religiosa dell’ordine delle suore romene dai lui costituito per sostenere il clero». Il vescovo Cancian ha anche intrattenuto relazioni con i giovani romeni che hanno partecipato alle Giornate Mondiali della Gioventù.
La visita ha previsto anche la trasferta a Costanza, nella mattinata di giovedì 5 luglio, per incontrare l’arcivescovo ortodosso Teodosie, nella città in cui fu esiliato dall’imperatore Augusto il poeta romano Ovidio nell’anno 8 d.C., e dove gli apostoli Paolo, Andrea e Filippo evangelizzarono i popoli del Mar Nero. E’ stato un incontro molto familiare, come ha evidenziato il presule ortodosso nel corso del fraterno conviviale. L’arcivescovo Teodosie ha ricordato il suo rapporto di lunga amicizia con la Comunità di Sant’Egidio e il comune impegno per il dialogo e l’unità dei cristiani. Era presente anche don Ieronim Iacob, vicario dell’arcivescovo cattolico di Bucarest per la zona di Costanza.
Toccante è stata la preghiera ecumenica recitata a conclusione del conviviale. Mons. Benedetto Tuzia, vescovo di Orvieto–Todi, così commenta questo incontro: «L’invocazione comune dello Spirito ci aiuta a purificare il cammino verso l’unità. Questo nostro viaggio rappresenta il lungo percorso che porta alla méta della comunione. La condivisione di questo “pasto ecumenico” ci aiuta nella ricerca dell’unità. Questi momenti ci fanno comprendere le cose che ci accomunano, senza dimenticare che è Gesù che accumuna i fratelli cristiani. Tutti noi dobbiamo riconoscere che siamo depositari del dono dell’unità: sta a noi accoglierlo».
Anche mons. Mario Ceccobelli, vescovo di Gubbio, commenta il viaggio ecumenico evidenziando che: «vivendo e avendo relazioni con le varie chiese cristiane, cattolica di rito latino, cattolica di rito greco ed ortodossa, nei luoghi in cui concretamente vivono, si colgono meglio i problemi che rendono il cammino ecumenico complesso. Anche se persistono delle difficoltà, si evidenziano delle prospettive per un cammino positivo verso un’unità che renda credibile la testimonianza dei discepoli di Gesù».
 
GLI INCONTRI CON L’AMBASCIATORE D’ITALIA ED IL NUNZIO APOSTOLICO
I vescovi dell’Umbria hanno anche incontrato l’ambasciatore d’Italia, Mario Cospito, nella serata del 5 luglio, ed il nunzio apostolico, l’arcivescovo Francisco Javier Lozano, nella mattinata di venerdì 6 luglio. Due incontri molto cordiali che hanno contribuito a far comprendere ancor più la situazione sociale, economica, culturale e religiosa della Romania.
L’ambasciatore d’Italia, che ben conosce l’Umbria avendo soggiornato per diversi anni ad Amelia, ha presentato anche alcune iniziative di cooperazione sociale italiana in Romania a favore di minori in difficoltà, collaborando anche con realtà socio-caritative di espressione cristiana. Cospito ha messo in risalto l’impegno della Chiesa nel sostenere lo sviluppo sociale del Paese. Si è parlato anche dell’unità dei cristiani e al riguardo l’arcivescovo Domenico Sorrentino, nel consegnare la medaglia della Ceu all’ambasciatore, ha detto: «come nella nostra medaglia sono rappresentate le otto cattedrali delle Chiese umbre, quasi intrecciate in segno di comunione, così auguriamo che cresca il cammino verso l’unità piena di tutti i discepoli di Cristo anche in terra di Romania, a vantaggio di una società sempre più solidale».
Mons. Lozano ha ricevuto in Nunziatura i vescovi umbri, concelebrando la santa messa presieduta dall’arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, mons. Giuseppe Chiaretti, che ha fatto notare come tra i nunzi in Romania figura anche mons. Valerio Valeri originario di Città della Pieve, che ha ricoperto questa carica dal 1933 al 1936. Il nunzio, nell’esprimere la sua gioia per la presenza dei vescovi umbri, ha detto che «questo vostro viaggio è un’occasione di incoraggiamento e di speranza per la piccola comunità cattolica».
A margine della celebrazione mons. Chiaretti ha detto: «in questi giorni in Romania ho incontrato un pezzetto di Perugia, soprattutto alcune persone che ci hanno accolto nel palazzo arcivescovile di Bucarest. Tra questi un sacerdote che guida la comunità dell’Agnus Dei e che ogni anno partecipa all’incontro comunitario che si tiene durante l’inverno a Montesilvano in provincia di Pescara. Un altro sacerdote è il segretario della Conferenza episcopale turca, anche lui animatore di analoga comunità a Istanbul. Questo viaggio mi ha fatto ricordare, in maniera particolare, presenze ed amicizie per motivi ecumenici sia in occasione della visita di Giovanni Paolo II nel 1999, sia della terza assemblea ecumenica europea di Sibiu nel 2007. Questa visita ci ha fatto evocare la gioia di quei giorni successivi alla caduta del regime comunista. Questi amici ritrovati ci hanno parlato anche della presenza delle industrie italiane in Romania, del contributo economico allo sviluppo sociale del Paese e noi abbiamo ricordato le tante donne badanti che sono ospiti della nostra Umbria. Sono un segno di collegamento accolto con simpatia e con affetto nella capacità di servizio agli anziani. Sul piano ecumenico la sua azione si è risvegliata in più occasioni nei protagonisti di frammenti importanti di storia dell’ecumenismo e ci hanno fatto auspicare tempi ancora più floridi di dialogo che poi in ogni caso si è sviluppato. Speriamo che da incontri del genere possano nascere occasioni più significative, vincendo le tante diffidenze che affiorano».
 
IL VIAGGIO DEI VESCOVI UMBRI IN ROMANIA SI E’ CONCLUSO CON LA VISITA ALLA COMUNITA’ GRECO-CATTOLICA DI BUCAREST
Prima di rientrare in Umbria, i vescovi hanno fatto visita alla comunità greco-cattolica di Bucarest. Ad accogliere i presuli umbri è stato il loro confratello Mihai Fratila, vescovo ausiliare di Alba-Iulia e Fagaras, che ha illustrato la storia della sua comunità in Romania. In particolar modo si è soffermato sul difficile periodo che la sua Chiesa ha attraversato durante il regime comunista con la persecuzione e la tortura di diversi sacerdoti e vescovi, tra i quali mons. Vasile Aftenie martirizzato del 1950 e per il quale è in corso il processo di beatificazione. Per i vescovi umbri è stata una visita molto importante e, al tempo stesso, toccante che ha fatto approfondire loro la storia della Chiesa sorella greco-cattolica, di rito bizantino, unita alla Chiesa di Roma. In Romania i cattolici di rito bizantino sono circa l’1% della popolazione, mentre i cattolici di rito latino (la Chiesa di Roma) sono circa il 5%. La Chiesa cattolica in Romania ha 1898 parrocchie (662 romano-cattoliche e 1.236 greco-cattoliche) con 1.652 sacerdoti (885 di rito latino e 767 di rito bizantino) e 583 religiosi (477 di rito latino e 106 di rito bizantino) e 1.152 religiose (946 di rito latino e 206 di rito bizantino).La Chiesa cattolica di rito latino ha in Romania un’arcidiocesi metropolitana (Bucarest) con quattro diocesi suffraganee ed un’arcidiocesi direttamente soggetta alla Santa Sede (Alba-Iulia). Mentre la Chiesa di rito bizantino ha un’arcidiocesi maggiore (Alba-Iulia e Fagaras), il cui arcivescovo è un cardinale e quattro eparchie suffraganee (diocesi).

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