L'INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E CON IL PATRIARCA SUA BEATITUDINE DANIEL CIOBOTEA
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L’INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL SEGNO DELLA FRATERNITA’ TRA DUE POPOLI VICINI
Martedì 3 luglio è iniziato il viaggio ecumenico dei vescovi umbri in Romania. Alle ore 13.30 la delegazione della Conferenza episcopale umbra è arrivata all’aeroporto di Bucarest dove ad attenderla (non era previsto nel programma ufficiale) c’era l’arcivescovo cattolico della capitale romena, mons. Ioan Robu, che gli ha dato il benvenuto nella terra di Romania. Per mons. Robu si è trattato di salutare “vecchi amici”, quali gli arcivescovi Vincenzo Paglia, Renato Boccardo e Giuseppe Chiaretti e di conoscere per la prima volta gli arcivescovi Gualtiero Bassetti e Domenico Sorrentino e i vescovi Domenico Cancian, Mario Ceccobelli e Benedetto Tuzia. Mons. Robu ha poi concelebrato l’Eucaristia insieme ai presuli umbri nella chiesa di San Giuseppe, detta degli italiani. Al termine della celebrazione l’arcivescovo romeno ha augurato a mons. Vincenzo Paglia un proficuo servizio alla Chiesa universale nel suo nuovo ruolo di presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Stesso augurio è stato rivolto a mons. Paglia dal Presidente della Repubblica di Romania, Traian Basescu, che ha desiderato ricevere ufficialmente, nella sua residenza, i vescovi umbri nel primo giorno del loro viaggio ecumenico. L’incontro è stato molto cordiale, nel corso del quale sono stati affrontati temi di grande attualità come la crisi economica, l’Unione Europea e il ruolo delle Chiese cattolica ed ortodossa nel contribuire ad affrontare la difficile situazione internazionale.
Mons. Paglia, che ha salutato a nome di tutta la Ceu il Presidente Basescu, ha ricordato come «la comunità romena sia la più numerosa in Umbria con circa 25 mila presenze. Noi vescovi siamo venuti a rinsaldare la fraternità tra due popoli molto vicini. Questa fraternità ci permette l’accoglienza reciproca e, al tempo stesso, di rimproverare le intemperanze degli uni e degli altri». Una fraternità che in ambito religioso si è concretizzata nella concessione di due chiese (San Fiorenzo a Perugia e Sant’Alò a Terni) per permettere ai fedeli ortodossi romeni di praticare la loro fede.
Il Presidente Basescu ha espresso il suo compiacimento per l’attenzione che la Chiesa cattolica italiana ha per le comunità romene presenti in Italia: «poter usufruire delle “vostre” chiese permette ai miei connazionali di rimanere uniti in un Paese straniero».
 
L’INCONTRO CON IL PATRIARCA SUA BEATITUDINE DANIEL CIOBOTEA
E LA VISITA AI MONASTERI ORTODOSSI DI STRAVROPOLEOS E ANTIM.
IL PATRIARCA: «LE CHIESE DEVO VIVERE NELL’AMICIZIA E NELLA COMPRENSIONE»
La seconda giornata (mercoledì 4 luglio) del viaggio ecumenico dei vescovi umbri in Romania è iniziata con la visita a due monasteri ortodossi di Bucarest: Stravropoleos e Antim. In quest’ultimo, a dare il benvenuto alla delegazione umbra è stato il vescovo Ciprian,capo delle relazioni esterne del Patriarcato, che l’ha guidata nella visita al monastero soffermandosi sulle icone dei santi della Chiesa indivisa del primo millennio, in particolare Agata e Nicola, venerati sia dai cattolici che dagli ortodossi. La loro santità alimenta lo spirito ecumenico ed aiuta a continuare il percorso  per l’unità delle Chiese.
Al monastero di Stravropoleos ad accogliere i vescovi umbri è stata madre Mihaela, la quale, nell’accompagnare gli ospiti nella visita, ha illustrato la storia del complesso monastico situato al centro della città, ritornato in possesso della Chiesa ortodossa nel 1990, all’indomani della caduta del regime comunista. Attualmente è abitato da sei monache che hanno particolare cura della chiesa interna ricca di icone ed affreschi risalenti al XVIII secolo. Le religiose, oltre a dedicarsi alla pittura di icone su vetro, grafica, ricamo, scrittura di libri sull’arte religiosa, accolgono ogni giorno una cinquantina di bambini di famiglie in difficoltà dando loro da mangiare e seguendoli nelle attività didattiche pomeridiane. Mons. Vincenzo Paglia, a nome dei vescovi umbri, ha salutato le monache ringraziandole per l’ospitalità, auspicando che il monastero possa essere sempre più «un polmone spirituale per Bucarest sia per le diverse attività che svolge, in particolare nell’accoglienza di minori, sia per essere importante luogo di culto frequentato da molti fedeli».
Momento centrale di questa giornata è stato l’incontro con il Patriarca della Chiesa ortodossa di Romania, Sua Beatitudine Daniel Ciobotea. Un incontro nel segno dell’amicizia, la stessa che lega da tempo la terra umbra e alcuni suoi vescovi, mons. Giuseppe Chiaretti e mons. Vincenzo Paglia, al Patriarca Daniel che nel 2006 è stato in visita a  Perugia e Terni. Un’amicizia ribadita nel corso del lungo incontro dove sono stati toccati temi importanti legati al rapporto tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica e della situazione delle comunità romene presenti in Umbria.
«Compito delle nostre Chiese – ha detto il Patriarca Daniel – è quello di far crescere e rafforzare la solidarietà tra la gente, per essere sempre più segno di speranza. Auspico che l’amicizia e la comprensione reciproca continuino anche nel futuro. Allo stesso tempo vorrei sottolineare quanto le donne romene siano apprezzate per l’assistenza che danno ai vostri anziani e condividere con voi la preoccupazione per le tante famiglie che queste donne lasciano in Romania, soprattutto per i bambini che crescono senza genitori».
Al Patriarca è stata donata una splendida icona raffigurante i santi umbri Francesco e Benedetto, dipinta a mano da una monaca di clausura.
A conclusione dell’incontro l’arcivescovo mons. Vincenzo Paglia, esprimendo grande soddisfazione per il colloquio con il Patriarca Daniel, ha evidenziato diversi punti di contatto e di apertura nel dialogo tra le Chiese: «oggi insieme alle altre Chiese d’Europa quella romena deve vivere le grandi sfide di questo inizio di terzo millennio – ha commentato il presule – come quella dell’unità dei cristiani e l’altra di comunicare il Vangelo dell’Amore in un mondo dove la gente rischia di essere sempre più sola e più triste. Dobbiamo ritrovare una forza che ci unisce per contrastare il male della solitudine, della tristezza e del conflitto. Per noi venire in Romania significa incontrare dei fratelli che hanno l’ambizione di cambiare questo momento difficile aprendosi alla speranza per tutti. Il mio amico Patriarca Daniel è un grande testimone di questa fraternità».

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