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“IL VILLAGGIO SANTA CATERINA” NELLA PARROCCHIA DI RANCOLFO E SOLFAGNANO DI PERUGIA   versione testuale


IL PARROCO DON PAOLO CHERUBINI: «IN ESSA SI TROVA UNA “PALESTRA” DELLA CARITA’ PER TUTTA LA COMUNITA’ LOCALE E NON SOLO»

 

Il “Villaggio Santa Caterina” nacque nel 1995 per volontà del professor Paolo Giammarioli, il quale voleva destinare una sua proprietà al ricordo della moglie Maria Caterina Giammaroni, per accogliere anziani autosufficienti in difficoltà economica.

Da pochi mesi ero parroco di Rancolfo e Solfagnano quando il professor Giammarioli venne da me, manifestandomi l’intenzione di donare all’Archidiocesi parte della sua proprietà di Parlesca. Lo indirizzai così alla Caritas diocesana, sentita la particolare destinazione della donazione, e la Caritas lo presentò a sua volta all’arcivescovo Antonelli, il quale prese subito a cuore l’opera da realizzare. Dopo mesi di intenso lavoro, soprattutto a motivo della ristrutturazione necessaria per adeguare i locali alle necessità dell’accoglienza di anziani, il 7 ottobre l’opera venne inaugurata.

Immediatamente ci si accorse della risorsa pastorale che poteva costituire questa casa di accoglienza, non solo per gli anziani che ne avrebbero beneficiato, ma anche per la comunità cristiana che poteva trovare in essa una “palestra” della carità, come la resonsabile Simonetta Cesarini l’ha sempre definita. E’ successo che la parrocchia di Rancolfo e Solfagnano, quelle della Unità e della Zona Pastorale e molte altre dell’Archidiocesi avvertissero come propria questa casa, nel senso che considerassero gli anziani in essa accolti come i propri anziani di cui prendersi cura. E le iniziative si sono moltiplicate nel tempo, dal volontariato, ai campi di lavoro, ai ritiri per ragazzi o adulti, ai momenti di festa organizzati insieme, tante persone che vengono e vogliono conoscere gli anziani e come si svolge la vita al “Villaggio”.

E’ bene dire che il “Villaggio Santa Caterina” non è una casa di riposo, dove gli anziani mangiano e dormono insieme e dove il numero degli ospiti è rilevante. Qui ogni anziano o coppia di marito e moglie ha il suo piccolo appartamento e può gestire la sua vita secondo le proprie possibilità. E il numero massimo degli anziani accolti è compreso tra le 10 e le 15 unità, in quanto l’intenzione è quella di ricreare il più possibile il calore umano della famiglia. Questo si avverte anche dalla corresponsabilità degli accolti, i quali si aiutano reciprocamente in quello che possono, e chi ha ancora energie sufficienti, oltre che capacità, aiuta in tanti piccoli servizi e lavori che sono necessari per il funzionamento e il miglioramento della casa e degli spazi esterni.

Tornando al rapporto tra gli ospiti dell’opera e i membri della comunità cristiana, c’è da dire che questo non avviene soltanto nel volontariato o nelle iniziative di volta in volta programmate, ma anche nella celebrazione eucaristica domenicale, perché gli anziani che possono vanno alla Messa la domenica in una delle chiese della parrocchia o della Zona Pastorale; e avviene anche nella Messa settimanale che si celebra in giorno feriale nella chiesetta del “Villaggio”, dove oltre gli ospiti e gli operatori della casa, anche altre persone vengono a pregare. Annessa al casolare ristrutturato c’è infatti la chiesa di “S. Maria degli Angeli e San Francesco al Monte di Perugia”, come ricorda una targa marmorea posta sopra la porta d’ingresso, fatta costruire con licenza del Vescovo Monaldi di Perugia nell’anno 1652 e concessa ai Padri Minori Osservanti di San Francesco, i quali, oltre celebrarvi la Messa, accoglievano pellegrini e viaggiatori.

Una trentina sono gli anziani accolti in questi anni al “Villaggio Santa Caterina”, alcuni dei quali hanno portato a termine la loro esistenza terrena proprio qui, circondati da affetto fraterno e dal conforto di Dio.

Don Paolo Cherubini

 
Domenica 15 Giugno 2008