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PRESENTATO IL VOLUME SUI “PIONIERI” DELLE OPERE SEGNO DI PERUGIA
"ALDO E LUIGINA - SI PRESERO CURA DI LORO"   versione testuale

Aldo e Luigina Tiriduzzi sono stati i “pionieri”, nell’Archidiocesi perugina, delle opere segno-strutture di accoglienza della Caritas fin dal 1984, quando iniziarono ad animare la “Comunità di Montemorcino” per detenuti, ex detenuti e loro familiari. Un’opera nata dall’esperienza di accoglienza che i due coniugi svolgevano tra le mura domestiche, che su proposta dell’arcivescovo Cesare Pagani la proseguirono nella prima casa di accoglienza della Diocesi in Montemorcino. La finalità era duplice: poter accogliere più persone nel bisogno e permettere ad altri operatori volontari di fare questa esperienza di vicinanza e condivisione con chi viveva un particolare stato di disagio e di sofferenza. Oggi il “testimone” di Aldo e Luigina è stato raccolto dai giovani animatori delle opere segno diocesane e regionali Caritas, ma si sente il “vuoto” che i Tiriduzzi hanno lasciato.

A dieci anni dalla morte di Luigina, gli amici hanno dedicato ai coniugi Tiriduzzi (Aldo è scomparso sei anni fa) una pubblicazione dal titolo “Aldo e Luigina – si presero cura di loro” curata da Feliciano Ballarani, presidente dell’Associazione Perugina di Volontariato (promossa dalla Caritas) per i tipi delle Edizioni «La Voce» e pubblicata con il contributo della società Servizi Diocesani (SE.Di.) s.r.l.

Il volume è stato presentato a Perugia, presso la parrocchia di San Barnaba, il 19 gennaio da mons. Paolo Giulietti, assistente spirituale dell’opera di accoglienza Caritas per detenuti negli anni ’90. Sono intervenuti, tra gli altri, l’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, Vincenzo Cappannini, presidente della SE.Di. e il curatore Feliciano Ballarani. Quest’ultimo ha spiegato la semplicità con la quale è stata curata la pubblicazione, che rispecchia la semplicità stessa dei due coniugi nel rapportarsi con il prossimo: «il libro raccoglie l’insegnamento che Luigina e Aldo ci hanno dato nel farci capire che il precetto evangelico dell’amore è un imperativo che vincola ogni singolo credente nel vivere le opere di misericordia e che stando con gli ultimi e gli emarginati si potrà recuperare un genere diverso di vita. Luigina ci ha anche insegnato che il concetto del peccato e della colpa trova significato nel richiamo alla speranza, alla riconciliazione, nella realtà del perdono e dell’amore di Dio».

Anche Vincenzo Cappannini si è soffermato sulla semplicità della coppia nell’essere cristiani nella vita: «era davvero sorprendente per chi si avvicinava alla delicata realtà della “Comunità di Montemorcino” come la semplicità e la serenità fossero alla base di tutto. Come non ricordare la religiosità semplice di Luigina che si coglieva anche nella recita del Rosario con gli ospiti ed amici, o la semplicità di Aldo nell’accogliere i detenuti e i loro familiari».

Mons. Giuseppe Chiaretti ha fatto eco a queste parole in ricordo di «due esempi di santità semplice, ordinaria, feriale…» nel dire: «amerei presentare libri come questo uno al giorno, perché raccontano la vita semplice di un cristiano. Di eccezionale c’è solo la fedeltà al quotidiano, perché vorrebbe dire che la vita cristiana è forte con queste ed altre testimonianze anche a Perugia dove è messa a dura prova in questi ultimi tempi… . Il cristianesimo è impegnato a creare uomini e donne forti nel mettere in pratica l’insegnamento del Vangelo nella vita di tutti i giorni. Lo stare vicino a detenuti, a persone disagiate, testimonia che nella semplicità di Aldo e Luigina c’è una vera carica profetica e la Chiesa perugina può vantare una “litania di santi feriali” come loro, generosi testimoni di vita cristiana che nei loro ambienti hanno speso senza riserve la vita in comportamenti abituali di servizio e di solidarietà, verso persone nel bisogno. La santità è fare straordinariamente bene con semplicità le cose di tutti i giorni. Se c’è la santità feriale da parte dei genitori, i figli crescono su bene».

Tra le testimonianze raccolte nella pubblicazione emergono quelle dei figli e dei nipoti naturali e dei tanti “adottivi” di Aldo e Luigina, oltre a quelle di amici ed operatori del mondo carcerario. Sintesi di tutte le testimonianze può essere colta nelle brevi ma significative frasi del cardinale Ennio Antonelli, già arcivescovo di Perugia: «Sono stati due silenziosi eroi del quotidiano. Esemplari come sposi e come genitori hanno allargato il loro cuore e la loro famiglia a tanti carcerati e a tante persone che ruotavano intorno al mondo del carcere. Non si sono limitati al volontariato carcerario, ma si sono dedicati alla Comunità di accoglienza per detenuti a tempo pieno. Non hanno offerto solo servizi, ma rapporti di grande umanità e nei rapporti umani hanno trasmesso l’amore di Cristo».

Altrettanto significativo è quanto ha detto mons. Paolo Giulietti nel presentate il libro, soprattutto nell’evidenziare l’importanza della «rassegna di testimonianze che compongono quest’opera» e non sono mancate anche diverse testimonianze spontanee elevatesi dalla folta platea al termine della presentazione. Mons. Giulietti ha parlato della «chiave interessante di lettura di tutte le testimonianze» che «è il fascino della loro vita quotidiana vissuta con intensa fede da diversi punti di vista. Lo stesso Convegno ecclesiale nazionale di Verona ha sottolineato come sia importantissimo testimoniare con la propria fede in Cristo il quotidiano affascinante della vita. Luigina ed Aldo rappresentano questo quotidiano, vissuto e condiviso con altre persone, da quelle bisognose di essere accolte ai volontari e operatori del carcere. Il quotidiano è l’opposto dello straordinario… e loro erano due persone come tante, la cui vita è stata caratterizzata nell’unificare le sue varie dimensioni dell’essere genitori, nonni, volontari…, che ha trovato un centro di vita che è la fede». Altro elemento caratterizzante i due coniugi era «la capacità di relazione – ha ricordato mons. Giulietti – con tante persone diverse tra loro e significativo è stato il loro fare di grande impegno ecclesiale ed umano ed il mondo di oggi ha bisogno più che di maestri di testimoni».

a cura di Riccardo Liguori

 
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