versione accessibile ::
News Delegazione Regionale Caritas
  21/10/2013 17:09


Perugia: in più di cento al ritiro spirituale per operatori-volontari delle Caritas parrocchiali. L’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti: «la Carità è il fine della vita cristiana e noi credenti siamo chiamati a coniugare l’ascolto della Parola assieme al servizio ai fratelli»



Clicca sulla foto per ingrandirla !

            Al ritiro spirituale per operatori-volontari delle Caritas parrocchiali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve di inizio Anno pastorale, svoltosi lo scorso fine settimana nella struttura di accoglienza della Caritas diocesana attiva da alcuni anni nel complesso del Santuario della Madonna dei Bagni in Casalina di Deruta, hanno partecipato più di cento laici e diversi parroci e religiose. E’ un numero di uomini e donne impegnati in attività pastorali caritative che cresce ogni anno, a testimonianza che la Carità non va delegata a un ristretto gruppo di persone. La Carità deve essere sentita e fatta propria da ciascun credente e la Caritas, organismo pastorale della Chiesa, è chiamata, in modo particolare, ad educare alle opere di carità e non solo a promuovere raccolte e distribuzioni di beni materiali per i bisognosi. Occorre oggi più che mai ascoltare ed accogliere le persone in difficoltà, che si rivolgono quotidianamente alle parrocchie e non limitarsi a dar loro pacchi viveri, vestiti e denaro per pagare bollette, affitti, ecc.

E’ emerso anche la difficoltà ad accogliere le richieste di aiuto in costante aumento a causa della crisi economica e i parroci non hanno nascosto la preoccupazione per la chiusura di non poche attività produttive nell’Alta Valle del Tevere, nelle zone industriali di Ponte San Giovanni, San Sisto e Corciano. Al riguardo, è stato annunciato che a breve sarà promossa la quinta raccolta per il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre per le famiglie in difficoltà, che sarà aperta da un consistente contributo delle sei Fondazioni delle Casse di Risparmio umbre e della Regione Umbria. Si è anche detto che non si deve attendere il sostegno di realtà quali le fondazioni bancarie, gli istituti di credito, le istituzioni civili…, ma ogni cristiano e ogni uomo di buona volontà faccia la sua parte, cioè di rinunciare a qualcosa per sé e darla a chi è in difficoltà.

Il ritiro spirituale è stato anche occasione per richiamare i credenti ad essere dei «buoni samaritani» anche fuori dalla comunità parrocchiale, aspetto della vita cristiana talmente scontato che spesso ci si dimentica di metterlo in pratica. Inoltre, si è anche auspicato un maggiore impegno di laici e sacerdoti affinché la parrocchia «esca dallo scollamento tra Liturgia, Catechesi e Carità, perché tutti devono essere nella Carità».

In questi incontri-ritiri si coglie anche la necessità di coinvolgere sempre più giovani nelle Caritas ed una maggiore formazione dei suoi operatori-volontari. Al riguardo, non è un caso che la Caritas diocesana promuova, da novembre 2013 a marzo 2014, la “Scuola per animatori della Carità”, perché crede nella formazione quale strumento privilegiato per educarsi alla carità (per info dettagliate sull’iniziativa contattare lo 075.5723851, oppure inviare un’e-mail a: caritas@diocesi.perugia.it).

Questo, in sintesi, è quanto è emerso durante il ritiro coordinato dal direttore della Caritas diocesana Daniela Monni e dal condirettore don Roberto Di Mauro, che ha visto intervenire i parroci don Gianluca Alunni, don Gino Ciacci, don Gustavo Coletti, don Giuseppe Piccioni e don Fabio Quaresima, diversi laici e il vice direttore della stessa Caritas perugina e responsabile del Centro di Ascolto diocesano, Stella Cerasa, dopo la riflessione dell’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti incentrata sul Vangelo di Luca che narra l’accoglienza riservata a Gesù da parte di Marta e Maria.

L’arcivescovo, prima di addentrarsi nel tema scelto, ha ringraziato quanti si prodigano ogni giorno nell’aiutare le persone in difficoltà, auspicando che «la Caritas possa fare un bellissimo salto di qualità nell’aiuto che fornisce», cioè, come evidenziato all’inizio, essere sempre più una comunità cristiana dedita all’ascolto e l’accoglienza del prossimo, non limitarsi all’opera di raccolta e distribuzione di beni materiali o pensare che la Caritas possa essere come «un’autoambulanza» pronta a tutte le emergenze. «La Carità – ha sottolineato mons. Bassetti – è il fine della vita cristiana e noi credenti siamo chiamati a coniugare l’ascolto della Parola assieme al servizio ai fratelli. Nella Visita pastorale che inizierò a breve porterò questo spirito, questa grande matrice della Carità, che si fonda nella sintesi tra contemplazione e azione».

Soffermandosi sul passo evangelico dell’accoglienza riservata a Gesù da Marta e Maria, l’arcivescovo ha esordito dicendo: «Il primo aspetto che ci colpisce è quello dell’ospitalità, un tema, questo, che, nella nostra società individualista e anonima, è tutto da riscoprire. La scrittura in questo senso ci aiuta: l’ospitalità non è soltanto un segno di umanità, ma un aspetto del comandamento nuovo insegnatoci da Gesù: accogliere l’ospite, cioè il forestiero, per noi significa accogliere Cristo stesso che si è identificato con tutti i bisognosi. E noi siamo chiamati a comportarci come Marta e Maria che fecero riposare Gesù, il quale passa ancor oggi vicino a ciascuno di noi e ci dice: “L’avete fatto a me!”».

            Mons. Bassetti ha anche ricordato che «tutti noi siamo su questa terra ospiti e di passaggio, in cammino verso il Signore. Ma il brano del Vangelo di Luca contiene un detto di Gesù di tale peso che non possiamo fare a meno di concentrare su di esso la nostra attenzione: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per  molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta”, quella di ascoltare – ha evidenziato l’arcivescovo – la Parola di Gesù. Marta non aveva capito che Gesù era venuto a casa sua per nutrirla, più che per essere nutrito da lei. E’ l’eterna tentazione di dare il primato alle opere anziché alla fede». L’adoperarsi di Marta, ha aggiunto mons. Bassetti, «non è squalificato dalla Parola di Gesù, tutt’altro! Non per niente l’evangelista Luca ha collocato una di seguito all’altro la parabola del buon samaritano e l’episodio di Marta e Maria. Ciò che si rimprovera tacitamente a Marta, non è la volontà di servizio, il suo darsi da fare per l’ospite, che rientra nel comandamento dell’amore del prossimo. Ciò che Gesù corregge in Marta è l’eccessiva importanza che stava dando alle cose esteriori. Marta, senza accorgersene, cercava di far bella figura con l’ospite, che di far contento l’ospite. Cercava un po’ se stessa, mentre Maria, scegliendo di ascoltare la Parola di Gesù, offriva se stessa». Ma cosa il Signore ci vuol dire con questo episodio? «La vita cristiana – ha risposto mons. Bassetti – è Marta e Maria, coniugate insieme, l’ascolto della Parola al servizio ai fratelli! Se ci dedicassimo solo alle cose del Signore (al fare) rischieremmo di perdere di vista il Signore delle cose e di vedere alla fine, soltanto noi stessi».




« Archivio »