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News Delegazione Regionale Caritas
  18/06/2013 12:26


Perugia: Il progetto “Villaggio della Carità - Sorella Provvidenza” della Caritas diocesana con il contributo della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e in collaborazione con i Frati Minori Cappuccini dell’Umbria



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            La firma del “Protocollo d’intesa-Comodato d’uso” del 18 giugno 2013 tra la Provincia dell’Umbria dei Frati Minori Cappuccini e l’Archidiocesi Metropolitana di Perugia-Città della Pieve, è l’atto con cui è stata posta simbolicamente la ‘prima pietra’ del “Villaggio della Carità - Sorella Provvidenza”. Si tratta di un progetto con il quale la Chiesa locale vuole dare vita ad un luogo, unico nel suo genere in Umbria, che sia occasione per ascoltare, ospitare, educare e curare, avente come destinatari famiglie e singoli in difficoltà e più colpiti dalla crisi. Sono persone che hanno bisogno, soprattutto, di qualcuno che si prenda cura di loro, in modo che ogni uomo che soffre possa avere accanto un altro uomo…, con il desiderio di fare entrare non solo l’uomo, ma Dio nella propria vita.

Il “Villaggio della Carità”, che sarà operativo all’inizio del 2014, è promosso dalla Caritas diocesana nel decennio (2010-2020) dedicato dai Vescovi italiani all’Educazione, in modo da poter contribuire a questa riflessione attraverso l’“educazione alla carità”, dando vita a proposte capaci di coinvolgere nel servizio ai poveri sempre più persone e di essere segno eloquente per il mondo. Non è un caso che la Caritas perugino-pievese abbia voluto rendere partecipi a questo suo progetto più realtà, come l’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI).

La realizzazione del “Villaggio della Carità” è stata resa possibile grazie ai Frati Minori Cappuccini e ad un consistente contributo economico della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). I Frati Cappuccini hanno concesso in comodato d’uso gratuito per quindici anni, fino al 2028 (con proroga di ulteriori cinque anni), uno stabile di loro proprietà in Perugia, situato in Via Cortonese, nelle vicinanze della chiesa parrocchiale di San Barnaba, ritenendo che «gli obiettivi perseguiti dalla Diocesi attraverso la Caritas diocesana siano pienamente compatibili con la destinazione dell’immobile, quale realizzazione concreta della principale funzione pedagogica della attività caritatevole di entrambi gli enti ecclesiastici nel pieno rispetto della centralità dello sviluppo della persona umana e della sua dignità e con il comune obiettivo di sostenere opere segno, strumento efficace di lotta contro la povertà».

Nel complesso edilizio dei Frati Cappuccini, avente una superficie di oltre 1.200 mq, verranno realizzati la sede della Caritas diocesana con il suo Centro di Ascolto, una “Casa di Accoglienza” di sei appartamenti per nuclei familiari in gravi difficoltà, un poliambulatorio, degli uffici per attività pastorali e sociali, dei magazzini per deposito, conservazione e distribuzione di generi alimentari e delle sale per riunioni, laboratori ed attività aggregative e di volontariato.

            Nel complesso che ospiterà il “Villaggio della Carità” saranno eseguiti, nei prossimi mesi, dei lavori di adeguamento, messa a norma e ristrutturazione degli ambienti; lavori resi possibili dal finanziamento di 376mila euro (proveniente dal ‘Fondo Otto per Mille’) concesso all’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve dalla Presidenza della CEI, che ha condiviso l’importanza della finalità di opera caritativa di questo progetto per una comunità cittadina, quale è quella del capoluogo umbro, segnata da non poche difficoltà di natura sociale accentuate dalla crisi.

            Basti pensare ai recenti dati sul fenomeno povertà in Umbria forniti da varie agenzie: l’8% delle famiglie sono al di sotto della soglia di povertà. Sono a maggior rischio le famiglie numerose, i nuclei familiari con anziani, malati e portatori di handicap e le donne sole con figli. Il lavoro flessibile e precario, diffuso anche in Umbria, incoraggia la prolungata permanenza dei giovani nelle famiglie di origine fino oltre 35 anni di età, con conseguenti effetti negativi sulla vita sociale e morale della popolazione giovanile. Attualmente in Umbria la cassa integrazione interessa più di 12.000 lavoratori. Oltre 5.000 posti sono stati persi. Si stimano più di 15.000 lavoratori precari, che hanno concretamente possibilità di non vedersi rinnovare i propri contratti. In tale contesto, la questione dell’immigrazione è di grande rilievo, per quanto riguarda l’incidenza delle situazioni di disagio personale e familiare. Dopo alcuni decenni segnati da un progressivo aumento delle presenze, ma anche da positive dinamiche di integrazione, la crisi attuale ha determinato a livello sociale una significativa regressione, in seguito alla quale numerosi nuclei familiari stabilizzati sono ricaduti nella precarietà. La disoccupazione e i fenomeni di lavoro nero - ad esempio - interessano una larga fascia di immigrati. La crescente tensione sociale rende più difficile l’accoglienza dello straniero, visto a volte come un pericoloso concorrente per la fruizione delle sempre più scarse risorse dello Stato sociale e l’occupazione dei posti di lavoro. La Chiesa locale, pertanto, mai come oggi è chiamata a far fronte a molte emergenze. È urgente far sentire una presenza, un accompagnamento che aiuti a dare una risposta e a recuperare il senso e il valore di essere persone.

            Al riguardo, va ricordato che, presso le comunità dei Frati Minori Cappuccini in Perugia, è attivo da anni il Centro per la Pastorale dei migranti, affidato a padre Jean Koutoua. Il Centro ospita le celebrazioni domenicali di alcune comunità africane e offre un servizio di ascolto e di formazione catechetica e spirituale. La possibilità di realizzare oggi un più ampio spazio di servizio, denominato “Sorella Provvidenza”, va nella direzione da sempre indicata dai Frati Cappuccini, quella di voler svolgere una maggiore opera di accoglienza in collaborazione con la Caritas diocesana.

            Oltre alle attività di carattere caritativo-sociale, il “Villaggio della Carità” potrà ospitare anche iniziative spirituali e catechetiche, culturali-aggregative e diventare centro di riferimento per diverse realtà ecclesiali impegnate nel volontariato.

            Per la Caritas diocesana era ormai indispensabile avere un unico centro dove poter svolgere tutte le sue attività oggi decentrate in luoghi distanti tra loro e non adeguati per rispondere alle persone che bussano. «La disponibilità di alcune associazioni – spiega il direttore Daniela Monni – ci ha fatto pensare alla possibilità di dar vita ad una sorta di ‘villaggio della carità’, che fosse non solo un luogo per tenere aperta la porta a chi bussa, ma fosse anche una scuola per l’educazione alla carità, specie dei giovani. Cuore del progetto – aggiunge – è il Centro di Ascolto diocesano, poiché è sempre da lì che una persona inizia ad essere accolta; tale struttura, oggi presente nel centro storico, in piazza Michelotti, non facilmente accessibile, troverà sede al piano terra del “Villaggio della Carità”».

            Altro aspetto non secondario che ha indotto la Caritas diocesana a realizzare una struttura polifunzionale, è stato quello di dotarsi di un proprio centro di deposito e distribuzione di generi alimentari. «La distribuzione dei viveri – spiega sempre Daniela Monni – è oggi per la Caritas diocesana molto difficile, non disponendo di un centro per la stessa, non ci e possibile neppure beneficiare adeguatamente di viveri freschi che alcune organizzazioni sono disposte a donarci, ma che richiedono spazi particolari e con celle frigorifere».

            Infine, era da tempo che la Caritas diocesana aveva raccolto la disponibilità a collaborare dell’Associazione Medici Cattolici di Perugia, in particolare dando avvio ad un poliambulatorio per le persone che non hanno diritto all’assistenza specialistica sanitaria.




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