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  31/01/2011 17:52


PERUGIA: L’ARCIVESCOVO MONS. GUALTIERO BASSETTI AI GIORNALISTI: «PIU’ SI COMUNICA E MEGLIO, PIU’ SI FA UNITA’, PIU’ SI CONTRIBUISCE ALLA PACE»



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In un clima molto cordiale ed informale si è svolto, il 31 gennaio, il tradizionale incontro dell’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti con i giornalisti e gli operatori dei mezzi della Comunicazione sociale della città di Perugia.
Mons. Bassetti, dopo aver tenuto il suo discorso di saluto (il testo integrale è riportato di seguito), ha rivolto una domanda agli operatori dei media su ciò che sta accadendo su quella che Giorgio La Pira chiamava la "sponda sud del lago di Tiberiade", il nostro Mediterraneo: «è quanto è accaduto in Europa nel 1989?». Una domanda che ha aperto un ampio, interessante e qualificato scambio di opinioni, facendo cogliere all’arcivescovo quanto la stampa perugina sia attenta e buona osservatrice dei fatti di rilievo internazionale; una stampa che opera ed è al servizio di una città multietnica e multiculturale, dove i cittadini esteri sono circa l’11% del totale dei abitanti (dato Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2010).
Le diverse risposte-opinioni alla domanda del presule sono state sostanzialmente affermative, sostenendo che le rivoluzioni popolari in atto in Algeria, Tunisia ed Egitto sono anche «figlie» della comunicazione che le dittature non riescono più a controllare come un tempo, soprattutto perché il 70% della popolazione ha meno di trenta anni, relativamente acculturata, capace di utilizzare il nuovo mezzo di informazione per eccellenza, Internet. Proprio su questo rivoluzionario mezzo, Papa Benedetto XVI ha dedicato il suo messaggio per la XLV Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali dal titolo "Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale", consegnato ai giornalisti perugini che hanno approfondito un altro aspetto della domanda iniziale di mons. Bassetti, quello che la rivoluzione popolare sulla sponda sud del Mediterraneo è alimentata da un «vento laico», non controllato dal fondamentalismo islamico, perché la popolazione, attraverso Internet e la Tv, sta verificando che esiste un altro mondo oltre al suo.
Mons. Bassetti ha ringraziato gli intervenuti per questo scambio di idee e, per dirla ancora come La Pira, ha commentato dicendo: «stiamo andando verso la primavera dei popoli, verso la democrazia». Al riguardo, l’arcivescovo, stimolato dalle opinioni dei giornalisti ed in vista della visita del Papa ad Assisi del prossimo ottobre in occasione dei 25 anni dallo storico incontro interreligioso di preghiera per la pace, ha lanciato l’idea di un’iniziativa, anche con il coinvolgimento dei media, per riflettere sul contributo concreto che Perugia, città aperta al dialogo, all’integrazione, all’accoglienza di tante migliaia persone (soprattutto giovani studenti) di diverse culture, etnie e fedi, possa dare alla maturazione del processo di pacificazione.
Mons. Elio Bromuri, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, ha condiviso l’idea, facendo da eco alle parole dell’arcivescovo nel sostenere che la Chiesa perugina «ha le carte in regola per rilanciare questo dialogo, perché ad iniziare dalla sua Caritas diocesana, non ha mai fatto discriminazioni nell’aiutare persone in difficoltà di altre fedi religiose, ospitando l’imam di Perugia per la prima volta in cattedrale nel corso di un incontro interreligioso, a conferma della concreta volontà di dialogo da parte della nostra comunità cristiana».
Al termine, mons. Bassetti ha espresso soddisfazione per l’incontro ed ha esortato i presenti a: «più si comunica e meglio, più si fa unità, più si contribuisce alla pace».
 
IL DISCORSO DI SALUTO AI GIORNALISTI
DELL’ARCIVESCOVO MONS. GUALTIERO BASSETTI
 
Come è tradizione, in occasione della festa del Patrono dei Giornalisti, che cade il 24 gennaio, l’arcivescovo è solito incontrare i giornalisti. È un appuntamento che desidero non perdere sia per un momento di preghiera e di riflessione spirituale sul significato di una professione così importante e delicata sia per uno scambio di idee e di opinioni che potremo fare amichevolmente senza snaturare il carattere del tutto gratuito e spontaneo dell’incontro.
Il patrono dei giornalisti San Francesco di Sales (1565-622), d’altra parte, era famoso, oltre che per i suoi scritti e le sue famose prediche, anche per l’autenticità delle relazioni umane che sapeva intrattenere, per la sua spontaneità, franchezza e bonomia nel comunicare, che è un esempio per tutti e sento vicina alla mia sensibilità di pastore, quando diceva, ad esempio: "Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore". Forse proprio per questo è stato scelto come patrono dei giornalisti.
Per quanto riguarda la preghiera, insieme a questo foglio, vi ho allegata la bella preghiera composta dal card. Angelo Comastri, rivolta alla Vergine Maria, "Donna della bella notizia", cui fu affidato per prima l’annuncio della salvezza. È una preghiera che fa pensare come le notizie hanno una grande importanza e possono cambiare la vita delle persone e anche la storia dei popoli.
Quest’incontro è a me caro perché mi dà l’occasione di ringraziarvi per il servizio che svolgete con assiduità e competenza alla comunità cristiana e alla Chiesa istituzionale, al mio ministero in particolare e alla vita del popolo di Dio. La Chiesa ha i suoi strumenti di comunicazione. Li ha costruiti con fatica nei momenti in cui vi era tensione e contrasto con le istituzioni civili e con le ideologie imperanti e poi li ha conservati e ampliati, come sapete, anche con ingenti sforzi e impiego di energie e risorse. Ma è evidente che senza il servizio reso dagli strumenti di massa laici che hanno un ben più ampio e forte potenziale comunicativo la vita della Chiesa rimarrebbe in gran parte sommersa e quasi clandestina.
Non vi è dubbio che vi siano ancora aspetti e iniziative della Chiesa che rimangono coperti da una coltre di indifferenza, in quanto rappresentano lo svolgimento ordinario e naturale di una comunità cristiana. con le sue consuete forme di liturgia, carità, dedizione al prossimo, elaborazione culturale. So per certo che la vita cristiana della santità e della grazia che scorre nelle migliaia di persone e comunità fedeli alla loro vocazione battesimale solo Dio la può raccontare. Tuttavia quello che voi fate permette di far giungere una parola del vescovo o un’iniziativa di una comunità là dove non sarebbe mai giunta. Ciò avviene ancor più attraverso i nuovi media, il computer, i cellulari e altri strumenti digitali con le loro molteplici potenzialità.
Tutto questo comporta anche da parte mia oltre al ringraziamento per quanto già fate un incoraggiamento ad andare ancora avanti per quanto possibile nella formazione e aggiornamento della professione e nella sempre maggiore conoscenza della vita della Chiesa e del mondo in cui viviamo.
Il mio suggerimento, che è un augurio anche per il bene dell’intera società, è quello di non appiattirsi sul già sentito, già visto, già ben troppo conosciuto e saputo, scandali, delitti, violenze, descritti nei particolari con un’insistenza che fa perdere il senso delle cose e determina una specie di sfiducia nella società, nelle istituzioni e nella stessa vita.
Su questi argomenti, che sarebbe lungo ora affrontare, ogni anno il Papa svolge una riflessione per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebra la domenica dell’Ascensione, quest’anno il 5 giugno ed è la 45°, nata con il Vaticano II. Ciò fa riflettere sull’importanza che la Chiesa attribuisce ai temi della comunicazione. Il tema di quest’anno ha per titolo "Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale". Un documento che avrete modo di leggere.
Per fare solo un accenno, da un punto di vista pastorale, penso di sottolineare quanto affermato sull’ "autenticità della vita". Un richiamo che vale sia per i vecchi media sia per i più moderni. Chi si pone di fronte alla responsabilità della professione giornalistica da un punto di vista etico e/o religioso, non può sfuggire all’esigenza di essere onesto, capace di comunicare anche con la testimonianza della propria vita. Nell’era digitale e soprattutto nella comunicazione tramite il social network è necessario introdurre uno "stile di vita cristiano", senza falsità e svolgere una comunicazione "onesta aperta responsabile e rispettosa dell’altro".
Da ultimo vi informo che la nostra diocesi sta preparando un evento destinato ai giovani e condotto in gran parte da, loro stessi, con i giovani. Si tratta della "missione diocesana giovani" che avrà inizio il 10 marzo e terminerà il 20 marzo 2011. L’11 marzo sarà presente a Perugia il card. Angelo Bagnasco che nell’Aula Magna dell’Università terrà una "lectio" sul tema "Fede, ragione, educazione".
Sono certo che vorrete sostenere questa iniziativa come una buona notizia, carica di speranza e volta a ridare un volto giovane alla nostra Chiesa perugina ed insieme suscitare un sussulto, uno scarto, un salto di qualità alla comunità giovanile della nostra città e all’intera società civile. Questa iniziativa rientra a pieno titolo anche nel programma della Cei del decennio appena iniziato che porta il titolo, che è anche un forte messaggio: "Educare alla vita buona del Vangelo".
Grazie per quanto fate e per quanto vorrete ancora fare per una buona comunicazione nella nostra città.
 
+ Gualtiero Bassetti
Arcivescovo Metropolita
di Perugia-Città della Pieve




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