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  17/10/2016 21:32

NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA ALLA POVERTà IL SEMINARIO PER GIORNALISTI SUI “SENZA DIMORA” E PRESENTATO IN RETE IL RAPPORTO CARITAS 2016 “VASI COMUNICANTI” SU POVERTà ED ESCLUSIONE SOCIALE IN ITALIA E ALLE PORTE DELL’EUROPA.


I “senza dimora” rappresentano uno dei fenomeni della povertà estrema molto attuale in Italia, sul quale i media rivolgono la loro attenzione. Basti pensare che hanno partecipato in 200 al seminario di formazione per giornalisti dal titolo “Senza dimora, senza diritti? Tra schemi e stereotipi: quale spazio per una cultura diversa?”, tenuto a Roma, il 17 ottobre, dalle Caritas italiana e diocesana e dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Il seminario si è svolto presso l’Ostello Caritas “Don Luigi Di Liegro” in via Marsala (zona Stazione Termini), uno dei luoghi di Roma più frequentati dai “senza dimora”, dove papa Francesco, il 18 dicembre, ha aperto la Porta Santa varcata a quasi un mese dalla fine del Giubileo da 12mila pellegrini. Si tratta della prima Porta Santa che non immette in una chiesa, ma in un luogo vissuto da poveri (sono 500 le persone che ogni sera trovano un pasto e 200 quelle che possono pernottarvi) e per questo è definito un “luogo sacro”, che cerca di alleviare tante situazioni di miseria. La scelta di tenere il 17 ottobre questo partecipato seminario giornalistico sul fenomeno dei “senza dimora” non è stata casuale: ricorre la Giornata internazionale di lotta alla povertà. In questa giornata la Caritas italiana ha messo in rete ( www.caritas.it ) il Rapporto 2016 “Vasi comunicanti” su povertà ed esclusione sociale in Italia e alle porte dell’Europa. La povertà più che diminuire cresce, hanno detto nel portare il loro saluto mons. Enrico Feroci e mons. Francesco Soddu, rispettivamente direttore della Caritas di Roma e della Caritas italiana. I due sacerdoti hanno chiesto «a nome dei poveri di progettare un futuro diverso». Alla realizzazione di questo progetto sono stati chiamati a contribuire gli operatori dei media comunicandolo al meglio, dando voce a quanti voce non hanno. Nel fornire dati e storie sulla povertà, Linda Laura Sabbadini, già direttore del Dipartimento Statistiche sociali e ambientali dell’Istat, e Francesco Marsico, responsabile dell’Area nazionale della Caritas italiana, hanno ricordato che le persone non sono numeri, ma i numeri aiutano a comprendere i bisogni e le difficoltà delle stesse persone, affinché per loro si possa costruire una cultura diversa per una vita più dignitosa. Nel mondo sono 900milioni le persone in povertà assoluta, di cui quasi 4 milioni 600mila in Italia, 1milione 582mila famiglie. Si tratta del numero più alto dal 2005 ad oggi; e si tratta, parlando di povertà assoluta, della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quel paniere di beni e servizi necessari per una vita dignitosa. Le situazioni più difficili sono quelle vissute dalle famiglie del Mezzogiorno, dalle famiglie con due o più figli minori, dalle famiglie di stranieri, dai nuclei in cui il capofamiglia è in cerca di un’occupazione o operaio e dalle nuove generazioni. Un elemento inedito messo in luce nel Rapporto 2016, che stravolge il vecchio modello di povertà italiano, è che oggi la povertà assoluta risulta inversamente proporzionale all’età, diminuisce all’aumentare di quest’ultima. La persistente crisi del lavoro ha penalizzato soprattutto i giovani in cerca di una prima o nuova occupazione e gli adulti rimasti senza un impiego. Accanto alle fonti della statistica pubblicata, il Rapporto dedica ampio spazio ai dati raccolti presso i Centri di Ascolto delle Caritas diocesane o collegati con esse (i dati sono stati raccolti presso 1.649 Centri di Ascolto dislocati su 173 Diocesi). Tra questi il Centro di Ascolto della Caritas di Perugia-Città della Pieve, dove nel 2015 si sono recate 971 persone in gravi difficoltà, di cui 590 straniere, in leggera flessione rispetto al 2014 (987 persone). Da ricordare che la Caritas perugina ha presentato lo scorso giugno il suo Rapporto curato dall’Osservatorio diocesano sulla povertà e l’inclusione sociale ( www.caritasperugia.it ). La povertà assoluta riguarda i più poveri dei poveri, è stato ribadito al seminario romano per giornalisti, i cui numeri non contengono i “senza dimora” (persone sole che hanno perso il lavoro, separate dal coniuge o dai figli, malate). Di tutti loro è difficile indicare un numero preciso, perché non hanno una residenza. Per i “senza dimora” è stato fatto nel 2015 un “censimento” attraverso i luoghi dei servizi a loro erogati, soprattutto le mense e l’accoglienza notturna come l’Ostello “Don Luigi Di Liegro” di Roma. Questo fenomeno è presente soprattutto al Nord Italia e nelle città metropolitane, incluse Napoli e Palermo. A Perugia e in Umbria il fenomeno è molto contenuto; basti pensare che è stata censita solo una “unità di strada” a livello comunale, pari all’0,4% di quelle sul territorio nazionale (229 u.d.s.). In Italia i “senza dimora” sono 50.700, più della metà stranieri, di cui 7mila donne, 13mila sotto i 35 anni di età e 3mila anziani in gran parte italiani. Proprio su come rivolgere l’attenzione dei media alle storie di vita dei “senza dimora”, da non dare loro “voce” solo in inverno (quando di notte le temperature vanno giù in picchiata), il seminario ha offerto l’esperienza degli ospiti dell’Ostello “Don Luigi Di Liegro”, attraverso i loro profili e bisogni raccontati da Roberta Molina, responsabile dell’Area Ascolto e Accoglienza della Caritas di Roma, e una lettura attraverso le carte deontologiche dei “senza dimora, tra schemi e stereotipi” a cura dei responsabili dell’Area Comunicazione delle Caritas di Roma e italiana, Alberto Colaiacomo e Ferruccio Ferrante. A concludere il seminario è stata la tavola rotonda su “I giornali di strada, laboratori socio-culturali con i senza dimora protagonisti”, coordinata dal giornalista Orazio La Rocca, con le esperienze dei periodici «Scarp de’ tenis» di Milano e «Gocce di Marsala» di Roma



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