NEWS DELEGAZIONE REGIONALE CARITAS

- Vai subito al Contenuto
- Vai subito al Menu delle Altre pagine
- Torna alla Home

CONTENUTO

  19/01/2014 08:26

PERUGIA: SVOLTOSI L’INCONTRO DI PREGHIERA PRESSO IL “VILLAGGIO DELLA CARITà”. L’ARCIVESCOVO GUALTIERO BASSETTI: «QUESTO LUOGO è FUCINA DELLA CARITà DELLA NOSTRA CHIESA». ANNUNCIATO DAL PRESULE LA SUA PRIMA VISITA DA CARDINALE: «ANDRò IN CARCERE CON LA “PORPORA”. I CARCERATI SONO GLI ULTIMI DEGLI ULTIMI: I POVERI POSSONO VENIRE A TROVARMI, LORO NON LO POSSONO FARLO»


E’ stato un incontro di preghiera per ringraziare il Signore per il dono che la Chiesa perugina ha ricevuto: il “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”; incontro tenutosi lo scorso 18 gennaio con l’arcivescovo Gualtiero Bassetti all’interno di questa struttura di ascolto e di accoglienza, nuova sede della Caritas diocesana, messa a disposizione dalla Provincia dell’Umbria dei Frati Minori Cappuccini. La sua inaugurazione ufficiale è in programma il prossimo 29 gennaio (ore 16), giorno della solennità di san Costanzo, patrono di Perugia e dell’Archidiocesi. Accolto dai membri del Consiglio della Caritas diocesana e da alcuni volontari ed operatori, l’arcivescovo ha commentato: «ci ritroviamo a casa nostra, perché questo luogo è fucina della carità della nostra Chiesa. Si realizza il nostro progetto, quello di avere in un unico luogo i principali servizi per le persone in difficoltà. I suoi ambienti – ha proseguito il presule – sono ben razionalizzati per gli scopi che la nostra Caritas diocesana si prefigge: l’ascolto, l’accoglienza, l’assistenza, la distribuzione di aiuti alimentari. Soprattutto è il luogo in cui chi vi giunge, perché in difficoltà, emarginato, disagiato, solo, povero nel corpo e nello spirito possa essere sostenuto ed accompagnato nel risolvere i suoi problemi». Al riguardo, mons. Bassetti ha fatto un esempio nel sottolineare che sono in costante aumento anche a Perugia singoli ed interi nuclei familiari in difficoltà non solo a livello materiale. «Alcuni giorni fa – ha raccontato il presule – una madre affetta da un tumore è venuta da me raccontandomi la sua triste storia: ha un figlio con problemi di tossicodipendenza… C’è da chiedersi quale dei due mali è il più grave per questa donna che ha fede, soprattutto come poterla aiutare. Di queste tragedie familiari la Chiesa, anche attraverso la sua Caritas, non può non farsene carico con l’assidua preghiera e con gesti concreti di carità». L’arcivescovo, nel salutare i partecipanti all’incontro di preghiera nella “sala rossa” (denominata tale per il colore delle poltroncine e delle tende che l’arredano) del “Villaggio della Carità”, ha anche scherzato nel dire: «questa sala è cardinalizia!», cogliendo lo spunto per leggere e commentare brevemente la lettera che Papa Francesco ha scritto ai nuovi cardinali in cui dice: «il cardinalato non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. E, benché sembri un paradosso, questo poter guardare più lontano e amare più universalmente con maggiore intensità si può acquistare solamente seguendo la stessa via del Signore: la via dell’abbassamento e dell’umiltà, prendendo forma di servitore (cfr Fil 2,5-8). Perciò ti chiedo (rivolgendosi il Papa al neo cardinale, n.d.r.), per favore, di ricevere questa designazione con un cuore semplice e umile. E, sebbene tu debba farlo con gaudio e con gioia, fa’ in modo che questo sentimento sia lontano da qualsiasi espressione di mondanità, da qualsiasi festeggiamento estraneo allo spirito evangelico di austerità, sobrietà e povertà». Il futuro cardinale Bassetti in questa lettera del Santo Padre ha trovato un conforto-sostegno del suo “stile” di Pastore di sempre, quello di essere tra il suo “gregge”, accanto, in particolare, agli ultimi e ai lontani. E’ sua volontà, una volta creato cardinale, come ha annunciato al “Villaggio della Carità”, dedicare la sua prima visita con la «porpora» al mondo carcerario; gesto che compì anche pochi giorni dopo il suo ingresso in diocesi, da neo arcivescovo di Perugia. «Andrò con la porpora dai carcerati – ha detto Bassetti agli operatori Caritas –, perché sono gli ultimi degli ultimi. Una persona in difficoltà, disagiata, un giovane tossicodipendente…, può venire a trovarmi a casa mia, ma un carcerato non può farlo». Un’altra realtà che l’arcivescovo visiterà dopo il Concistoro del 22 febbraio sarà l’ospedale, incontrando i malati più gravi.



MENU ALTRE PAGINE


Torna all'inizio della pagina
Vai alla versione grafica