Il Papa ha accolto l’invito del Patriarca
ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e dell’arcivescovo di Atene e di tutta
la Grecia a visitare insieme l’isola di Lesbo che lo scorso anno ha visto
sbarcare più della metà del milione di profughi della rotta balcanica. Uomini, donne,
bambini disperati ai quali dal 20 marzo scorso, data di entrata in vigore
dell’accordo Ue-Turchia, si vedono chiudere le porte in faccia dall’Europa, che
li respinge indietro con le navi, verso paesi dove nessuno vuole tornare. Papa
Francesco sarà il 16 aprile a Lesbo per dare un segno di solidarietà a forte
valenza ecumenica e un duro ammonimento ai governi europei, contro indifferenza
ed egoismi, come fece a Lampedusa tre anni fa. Quello di Papa Francesco è un
viaggio che abbraccia una Grecia sempre più debole, lasciata sola davanti
all’emergenza che da Lesbo a Idomeni, ha visto sfilare la sofferenza di chi
scappa dai conflitti, di chi è stato respinto da un’Unione Europea sempre più
chiusa e meno accogliente. L’accordo con il presidente Erdogan sembra aver
decretato la scelta europea di spazzare via, metaforicamente, il problema dei
profughi nascondendolo sotto il tappeto turco. Due giorni dopo questa storica
visita sarà il primo anniversario di quel tragico 18 aprile 2015 che vide
spegnersi nel mare del Canale di Sicilia più di 800 persone, per un terribile
naufragio. In quell’occasione i leader europei si erano incontrati a Bruxelles
per gridare il loro corale “mai più” che ebbe come conseguenza
l’intensificazione delle operazione Triton per il recupero e salvataggio in
mare. Ma dopo un anno l’Europa sembra aver dimenticato le sue promesse. Da
ormai più di sette mesi Caritas Hellas, con l’aiuto di Caritas Italiana e di
tante altre Caritas Europee, è in prima linea nell’emergenza: ad oggi sono
stati distribuiti oltre 80 mila pacchi alimentari, 40 mila kit igienici;
inoltre quasi 8 mila persone hanno ricevuto generi di prima necessità (vestiti,
coperte, impermeabili…), oltre 8 mila persone sono state accolte nei tre
alberghi gestiti dalla Caritas greca tra Lesbo e Atene e più di 3 mila profughi
hanno ricevuto un servizio di ascolto e orientamento. Dalla chiusura delle
frontiere con la Fyrom, Caritas Hellas ha lanciato un nuovo appello d’emergenza
per continuare ad assistere le migliaia di migranti e rifugiati rimasti
bloccati in Grecia. I tanti interventi previsti dal piano d’emergenza avranno
una durata di sette mesi e un costo complessivo di 1.584.235 euro, destinati
sia al miglioramento delle condizioni di vita di oltre 146.000 uomini, donne e
bambini in fuga, sia all’assistenza di tante famiglie greche vulnerabili,
colpite da una crisi economica e sociale che dal 2008 affligge, senza soluzione
di continuità, una nazione ormai sul lastrico.
Caritas
Italiana inoltre, grazie al finanziamento di 790.000 euro dalla Cei, Conferenza
Episcopale Italiana, sta realizzando un programma mirato in risposta
all’emergenza profughi nell’Europa centrale; un programma che in Grecia si
compone di aiuti di urgenza per un totale di 50.000 euro, ai quali si vanno ad
aggiungere 270.000 euro destinati alla ristrutturazione e messa in sicurezza ad
Atene di due centri di accoglienza permanenti in grado di garantire l’alloggio
ad almeno 50 persone. Accanto alle attività avviate a sostegno della
popolazione migrante, Caritas Italiana sta promuovendo dal 2012 progetti per la
popolazione greca, si di sostegno al reddito sia di sviluppo dell'imprenditoria
sociale, nell'ambito del vasto programma dei “Gemellaggi Solidali” (www.gemellaggisolidali.it).
Grazie alla collaborazione di 16 Caritas diocesane italiane gemellate con le
Caritas diocesane greche, sono nati progetti concreti di risposta alla crisi,
che vedono le famiglie come principali beneficiari.
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