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  09/04/2016 16:33


Il cardinale Gualtiero Bassetti, sulle colonne dell'Osservatore Romano, riflette su “I frutti del cammino sinodale” alla luce dell’esortazione Amoris laetitia di papa Francesco. «L’accoglienza deve essere rivolta verso tutti: alle famiglie in migrazione, a quelle che vivono in condizioni di povertà estreme e a quelle che hanno conosciuto la ferita del fallimento matrimoniale».



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«Chi cercherà nell’Amoris laetitia una rivoluzione nel significato mondano del termine non ne troverà traccia. E allo stesso modo chi cercherà la sua negazione, cioè l’affermazione di una qualche forma di conservazione, sarà ugualmente deluso. Per il semplice motivo che questo è il linguaggio mediatico, ma non quello della Chiesa. Il cui unico linguaggio è l’annuncio della buona notizia da cui tutto discende: la venuta al mondo di Gesù e la sua resurrezione; l’amore e la carità; il perdono dei peccati e la misericordia; la testimonianza della fede e la centralità della famiglia». E’ quanto scrive il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, riguardo all’Amoris laetitia di papa Francesco, nel suo editoriale su «L’Osservatore Romano» in edicola domenica 10 aprile (già consultabile sul sito:www.osservatoreromano.va). «L’unica vera rivoluzione che si può scorgere tra le pagine dell’esortazione – prosegue il porporato – è la rivoluzione della tenerezza che rappresenta non solo una delle categorie più importanti di questo pontificato, ma anche uno dei simboli con cui guardare la famiglia attraverso questo documento. La semplicità di queste affermazioni contrasterà, senza dubbio, con le consuete rappresentazioni mediatiche, amplificate oltremisura da un uso ossessivo dei social network, ma ribadire questi concetti non significa altro che sottolineare il cuore dell’esortazione».

Il cardinale si sofferma su alcuni aspetti dell’Amoris laetitia, ad iniziare dallo «spirito del Sinodo. L’esortazione apostolica – spiega – incarna perfettamente il cammino sinodale che non è stato uno scontro tra mozioni congressuali, ma un lungo tratto di strada percorso insieme. Un cammino durato ben due anni che ha interessato ogni diocesi del mondo e ha dato vita a un dibattito vivo, vero, autentico, in cui si è parlato con franchezza. E questo non è poco. Anzi, è tantissimo». «Un altro elemento che occorre sottolineare – scrive Bassetti – è il respiro mondiale dell’Amoris laetitia. Un respiro che, di fatto, non limitandosi solo al contesto occidentale, rappresenta uno sguardo globale alle famiglie di tutto il mondo».

«L’ultimo aspetto – evidenzia il presule – è quello dell’accoglienza nella Chiesa che si lega strettamente a quelli dell’accompagnamento e del discernimento.  È questo un elemento cruciale che misura, e misurerà, la nostra capacità di amare e di aiutare le famiglie. L’accoglienza, infatti, deve essere rivolta verso tutti: alle famiglie in migrazione, a quelle che vivono in condizioni di povertà estreme e a quelle che hanno conosciuto la ferita del fallimento matrimoniale. Un’integrazione pastorale necessaria, ma che è impensabile senza la medicina della misericordia e il discernimento del pastore. Si tratta, indubbiamente, di una grande testimonianza di carità, di vicinanza fraterna e di prossimità autentica nei confronti di tutto il popolo di Dio. Senza escludere nessuno». 




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