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  08/04/2016 19:25


Perugia: a Schiavo di Marsciano il 10 aprile, l’inaugurazione dell’Emporio Caritas “Betlemme” (Casa del pane), un’opera segno diocesana realizzata in occasione del Giubileo della Misericordia per 80 famiglie in difficoltà accolte da 40 volontari



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Il terzo Emporio Caritas, intitolato “Betlemme” (Casa del pane), che viene attivato nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, un’opera segno diocesana voluta dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, sarà inaugurato in località Schiavo di Marsciano (Pg), domenica 10 aprile, alle ore 16.30. I primi due empori sono stati attivati presso il “Villaggio della Carità” in Perugia, l’8 settembre 2014, e nella zona industriale di San Sisto del capoluogo umbro, lo scorso 13 marzo. Attualmente le famiglie in difficoltà che usufruiscono del servizio di questi Empori sono circa 400 e, nel periodo di massima affluenza, possono raggiungere il numero di 800.

Interverranno all’inaugurazione il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, il sindaco di Marsciano Alfio Todini, la direttrice della Caritas diocesana Daniela Monni, il parroco mons. Giuseppe Ricci, il diacono Luciano Cerati, responsabile dell’Emporio “Betlemme”, e il vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia Giuseppe Depretis.

                                              

“Betlemme”, come una «piccola bottega di paese».

Se l’Emporio “Divina Misericordia” in San Sisto si presenta come un «grande supermercato», una struttura-capannone che ben si integra con il contesto industriale circostante, l’Emporio “Betlemme” si rifà molto alla «piccola bottega di paese», con ambienti accoglienti, ristrutturati e messi a norma. Le persone si sentiranno come in famiglia e non dei “diversi”; è un modo di aiutare la gente senza farle perdere la dignità.

La sede di questo terzo Emporio Caritas, che soddisferà i bisogni primari inizialmente di 80 famiglie per complessive 260 persone dell’Unità pastorale di Marsciano, Schiavo e Migliano, è ospitato nel complesso parrocchiale Sant’Orsola (via Massimo D’Azeglio, 8). Al piano terra si trovano i locali della distribuzione di oltre 70 tipi di prodotti alimentari e per l’igiene intima e la casa, con annessi magazzini e servizi per una superficie complessiva di 120 mq. Al piano superiore ci sono il Centro di Ascolto-Accoglienza, l’ufficio per la consegna delle card di accesso all’Emporio (con punti a scalare assegnati in base alle necessità del nucleo familiare), una grande sala per attività polivalenti (catechismo e socio-aggregative) e l’appartamentino del custode del complesso “Sant’Orsola”, per un totale di 200 mq.

I benefattori non mancano nemmeno al “Betlemme”, tra cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e l’Amministrazione comunale di Marsciano.

Anche l’Emporio “Betlemme” è stato realizzato grazie al contributo e all’impegno materiale di non pochi benefattori. E’ costato 83mila euro (43mila per l’acquisto dei prodotti di prima necessità), di cui 76mila finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e 7mila dall’Unità pastorale di Marsciano. Le famiglie potranno recarsi per la “spesa” il mercoledì, dalle ore 15 alle 19, e il sabato, dalle ore 9 alle 12,30, e saranno accolte da 40 volontari (anche giovani) formati e coordinati dagli operatori dell’ente gestore dell’Emporio, la “Caritas Betlemme Onlus”.

Significativo è stato il sostegno di tanti parrocchiani, che fin da subito hanno accolto l’idea di dare vita a Schiavo a quest’opera socio-caritativa. Anche l’Amministrazione comunale ha accolto favorevolmente l’iniziativa, venendo incontro alle esigenze di quanti non hanno un proprio mezzo di trasporto per raggiungere da casa l’Emporio, modificando il percorso del bus cittadino che farà sosta davanti al suo ingresso, adiacente a quello della chiesa di Sant’Orsola.

«Un’opera che richiede impegno e motivazione», ma tanti sono già i volontari.

«L’Emporio “Betlemme” – spiega il suo responsabile, il diacono Luciano Cerati – ci consente di attuare il passo evangelico “avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere”, un’opera che comunque richiede impegno e motivazione. Non nascondiamo che abbiamo avuto all’inizio non pochi timori, perché pensavamo che i parrocchiani disposti a svolgere un servizio volontario di questo tipo fossero davvero pochi. Invece, con immensa sorpresa, ci siamo dovuti ricredere perché abbiamo raccolto l’adesione di 40 volontari anche ben motivati».

«E’ significativo – aggiunge il diacono Cerati – che questa volontà di concretizzare il Vangelo della Carità giunga da una comunità parrocchiale di periferia, sollecitata da quanto ha indicato a tutti i credenti papa Francesco nell’indire il Giubileo della Misericordia: la via dell’accoglienza e della carità concreta verso le famiglie più bisognose, affinché tutti possano vivere il luogo in cui abitano con dignità, senza distinzione di stato sociale, di razza e di provenienza».

 

Chiesa ed Emporio, un «provvidenziale abbinamento tra luogo di culto e luogo della carità».

Entusiasmo e soddisfazione per la nuova opera al servizio dei più “piccoli” ed “ultimi” si colgono nelle parole del parroco mons. Giuseppe Ricci, che saluta la realtà dell’Emporio Caritas, sorta accanto alla chiesa di Sant’Orsola, come «provvidenziale abbinamento tra il luogo di culto, dove si celebra la Parola di Dio e l’Eucaristia, e il luogo della carità. E’ uno sposalizio meraviglioso della testimonianza più efficiente del connubio tra insegnamento evangelico e la sua concretezza».

«L’Emporio “Betlemme” di Schiavo, con il suo Centro di Ascolto-Accoglienza, un luogo in cui i fruitori saranno messi nella condizione di sentirsi come in famiglia – sottolinea mons. Ricci –, unitamente ad altri della nostra regione, si propone di divulgare il concetto di misericordia e di fratellanza nel nostro territorio promuovendo l’accoglienza con aiuti concreti verso le persone più in difficoltà, disagiate, spesso considerati gli scarti della società»

«Non può non farci riflettere in questo periodo di crisi – conclude il parroco – che le 80 famiglie, che inizialmente usufruiranno dell’Emporio, hanno perso il lavoro e diverse sono italiane, in costante aumento presso il nostro Centro Caritas rispetto a quelle straniere, che iniziano a diminuire perché ritornano nei Paesi di origine».






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