Il
6 aprile 2016, alle 15.00 circa, alcuni profughi verranno
accolti nel convento della Ss. Annunziata di
Gualdo Tadino. Ad accoglierli è la Caritas diocesana di
Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino con il sostegno della Provincia Serafica dei
Frati Minori dell’Umbria.
La
Caritas provvederà agli operatori stabiliti secondo le normative vigenti, ad
una formazione scolastica ed in generale alla necessaria mediazione culturale e
linguistica. I Frati Minori sono impegnati principalmente nella disponibilità
della struttura di accoglienza, che comprende gran parte dell’area conventuale.
Ma saranno presenti anche con gli stessi frati che abitano il convento di
Gualdo Tadino, p. Emidio Paesani e p. Mario Misseri. Il Ministro Provinciale
dei Frati Minori dell’Umbria, che si recherà domani ad accogliere i profughi
insieme alla Direttrice della Caritas, fa presente che si tratta di una
iniziativa che esprime la sollecitudine di tutti i frati e di tutte le comunità
della Provincia. Anche se si esprime localmente, poiché il convento di Gualdo
Tadino è sembrato il più idoneo allo scopo, l’accoglienza dei profughi
costituisce un’opera di misericordia – sollecitata anche dagli appelli di Papa
Francesco – di tutta la Fraternità provinciale.
I
profughi sono 13, tutti uomini. Attualmente alloggiati in una struttura di
Assisi in attesa di trasferirsi nella giornata di domani a Gualdo Tadino dove
resteranno per almeno 1 anno. Uno di loro sarà ospitato in famiglia, mentre gli
altri dodici (10 del Senegal, 1 del Ghana e 1 dalla Nigeria) andranno al
convento della Ss. Annunziata dove conserveranno, coadiuvati dagli operatori e
dai frati, l’autonomia nella cura personale e della casa, e negli aspetti
pratici come provvedere alla spesa e la preparazione dei pasti.
Il
convento dei Frati Minori di Gualdo Tadino non è nuovo ad esperienze di questo
tipo: alcuni anni fa, dal mese di luglio 2011 al mese di febbraio 2013, per una
ventina di mesi quindi, altri 18 profughi hanno trovato accoglienza presso la
Ss. Annunziata. Anche allora erano tutti uomini, 16 musulmani e 2 cattolici.
Anche allora il progetto fu realizzato grazie alla collaborazione tra la nostra
Provincia e la Caritas diocesana.
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