“Benedici
l’intera Europa, l’Olanda (Paese europeo in cui è stata portata la Fiaccola “pro
pace et Europa una” edizione 2016, ndr), l’Italia, l’arcidiocesi di
Spoleto-Norcia e la città di Norcia perché lo spirito benedettino, che un
giorno le ha plasmate, animi i responsabili della vita culturale, politica ed
economica e così sappiano dare una riposta concreta alle attese di solidarietà,
di giustizia e di serenità per tutti, in particolare per i poveri e le famiglie
in difficoltà”. È stata questa l’invocazione partita da Norcia martedì 5 aprile
in occasione della festa liturgica di S. Benedetto. Come noto quest’anno il 21
marzo, giorno in cui la Chiesa commemora il Santo patrono d’Europa, cadeva
durante la Settimana Santa e ogni altra celebrazione è stata dunque
posticipata. Le celebrazioni si sono avviate la sera del 4 aprile con la
lettura del transito di S. Benedetto e la recita del Compieta nella Basilica
edificata sul luogo natale del Santo, poi sono proseguite con l’arrivo nella
centrale piazza della Fiaccola Benedettina “pro pace et Europa una”, accesa il
27 marzo scorso proprio a Norcia e poi portata a Subiaco, Cassino, poi in
Olanda per il gemellaggio con quel Paese e infine da papa Francesco per la
benedizione. La fiaccola, “scortata” da oltre cento bambini delle società
sportive nursine, è stata accolta da un lungo applauso delle persone che
riempivano Piazza S. Benedetto. Alla presenza dell’arcivescovo di Spoleto mons.
Renato Boccardo, del priore dei monaci padre Cassian Folsom, del parroco della
zona pastorale di Norcia don Marco Rufini, del sindaco Nicola Alemanno e dei
suoi colleghi delle altre città benedettine di Subiaco e Cassino è stato acceso
il tripode sotto la grande statua del Santo patrono d’Europa. La serata si è
conclusa con i saluti delle istituzioni dal balcone del municipio e con uno
spettacolo pirotecnico. La giornata del 5 aprile si è aperta con il
tradizionale Corteo storico di S. Benedetto ed è proseguita con il solenne
pontificale nella basilica presieduto dall’arcivescovo Boccardo alla presenza
di molti fedeli e numerosi autorità civili e militari.
«S.
Benedetto – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia - fu critico e contestatore della
società del suo tempo, non si fece trascinare nel pantano di una società
corrotta incapace di costruire l’uomo e il cristiano. Lui si allontanò non per
paura, ma perché ascoltò una voce, quella di Gesù, che gli indicò un’altra via.
E il suo cercare costantemente Dio, anteponendolo a tutto, è un insegnamento ancora
attuale. Alla sua scuola, infatti, siamo chiamati a far diventare l’eroico
quotidiano e il quotidiano eroico; dobbiamo far sì che la preghiera come atto
di ascolto di Dio si concretizzi nella vita di tutti giorni. L’impegno odierno
dei discepoli di S. Benedetto, ha detto il Presule, è allora quello della
ricerca di Dio al cui amore nulla deve essere preferito e diventare così uomini
e donne del servizio e della pace, capaci di edificare una società basata su
una fraternità autentica e costante. Il Santo patrono d’Europa ci insegna
ancora l’arte di un umanesimo solidale che si declina nel soccorrere i poveri, nel
visitare i malati, nel pregare per i nemici, nel non disperare mai della
misericordia di Dio».
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