La
celebrazione della patrona dell’Arma dei Carabinieri, proclamata tale nel 1949
da papa Pio XI, è stata presieduta nella Cattedrale di Terni dal vescovo
Giuseppe Piemontese, concelebrata dal cappellano militare don Mauro Medaglini e
dal parroco don Carlo Romani, alla presenza delle autorità civili e militari
della provincia, del vicepresidente della Regione Fabio Paparelli, del prefetto
vicario Andrea Gambassi, del questore
Carmine Belfiore, del comandante provinciale dei Carabinieri di Terni
colonnello Giovanni Capasso, dei militari della compagnia Carabinieri di Terni
e delle rappresentanze di carabinieri in congedo.
Una
ricorrenza vissuta e sentita da parte dei Carabinieri e della città, che unisce
tradizione e momento di riflessione, rinnovata consapevolezza della identità e
funzione dell’Arma in questo momento storico, e affidamento delle persone e
dell’Arma a Maria Santissima, la Virgo fidelis.
«Vogliamo
affidare a Maria le vostre persone, le vostre famiglie, l’Arma intera, le
speranze dei nostri concittadini e di tanti uomini e donne del mondo intero» ha
detto il vescovo Piemontese, che ha poi fatto riferimento ai recenti attentati
terroristici: «l’odio che si propaga per iniziativa di fondamentalismi
irrazionali e di persone fuori di senno ci fanno respirare un clima avvelenato
e mortificante. Anche a voi oggi e affidato il compito di proteggere e
promuovere in maniera più imperante la normale, ordinata e pacifica convivenza.
In questo tempo è preziosissimo il vostro servizio compiuto con coscienza,
scrupolo e con fedeltà. Non abbiamo mai avuto dubbi che la vostra sia una
missione, che va compresa come tale e vissuta come tale».
Ricordando
l’imminente inizio del Giubileo della Misericordia «un anno nel quale ognuno di
noi può cogliere l’occasione di riconciliarsi con Dio, rinnovare la propria
vita e lasciarsi avvolgere dall’amore misericordioso del Padre” ha sottolineato
la necessità di non trascurare la dimensione spirituale e morale: «nel profondo
del nostro cuore avvertiamo un anelito di pacificazione, riconciliazione e di
una vita più ordinata e in grazia di Dio».
«Nel
giubileo Dio ci rimette tutte le nostre colpe, peccati e ogni disordine, ci
dona la grazia di riunire le nostre famiglie e di pacificarci – ha concluso -
lasciamo prevalere la spinta al bene e al rinnovamento. L’aver proclamato la
Virgo Fidelis come protettrice dell’Arma significa che la famiglia dell’Arma
deve ispirare alla madre di Gesù e al suo modo di fare, le proprie scelte
civili oltre che le scelte di fede, compiendo la volontà di Dio».
La
festa della patrona dell’Arma dei Carabinieri, celebra l’affidamento dell’Arma
alla Madonna "Virgo Fidelis”, ispirata alla fedeltà che è caratteristica
dell'Arma dei Carabinieri che ha per motto: "Nei secoli fedele". Nel
corso della celebrazione è stato ricordato dal colonnello Capasso il 74°
anniversario della Battaglia di Culqualber” e la “Giornata dell’Orfano”.
«Orgoglio, unito alla lealtà e al senso di giustizia costituiscono gli
imperativi che ogni carabiniere deve gelosamente conservare nel proprio
animo e impegnarsi a trasmette ai propri figli e alle generazioni che
verranno – ha detto il colonnello Capasso -. L’esempio fornito dai carabinieri
caduti in servizio è patrimonio di tutti, testimonianza concreta di come un
carabiniere sa essere fedele al proprio ruolo che lo pone al servizio della
gente fino all’estremo sacrificio. E’ con questo sentimento che esprimo
l’auspicio affinchè, non solo i gesti eroici di chi è caduto in adempimento del
proprio dovere ma anche l’abnegazione di chi offre la propria esistenza per il
bene comune sia presa come riferimento, in un cammino che deve portare alla
formazione di nuove coscienze morali e professionali di cui la nostra società
ha veramente bisogno».
|