Martedì 24
novembre ad Amelia si celebrerà la festa di Santa Fermina, patrona della città
e copatrona della diocesi di Terni-Narni-Amelia.
Una
celebrazione che è un evento comunitario religioso e civile, un incontro
annuale tra Amelia e Civitavecchia per rinsaldare il gemellaggio tra le due
città nel nome della comune patrona Fermina, giovane martire del III secolo. Di
origini romane, Fermina si convertì giovanissima al Cristianesimo, con impegno
e entusiasmo si consacrò all’apostolato, convertendo tantissime persone
sollecitata da una fede fervida e operosa.
In onore di
questa martire, la città di Amelia e il capitolo della Cattedrale di Amelia
hanno organizzato una serie di manifestazioni a cominciare dalla novena (15-23
novembre) in preparazione alla festa della santa e il triduo animato dalla
vicaria di Amelia e della Valle teverina. Domenica 22 novembre alle ore 21
nella chiesa di san Francesco in programma il concerto di fisarmoniche della
Fisorchestra Luciano Fancelli di Terni e il gruppo Fisarmonicistico Amerino,
direttore Marco Gatti.
Nella
solennità di Santa Fermina, martedì 24 novembre diverse celebrazioni si
susseguiranno durante la giornata: alle ore 9
la messa sarà celebrata dal vicario generale della diocesi mons.
Salvatore Ferdinandi; alle 9.30 è prevista l’accoglienza presso l’oratorio
Santa Maria Ausiliatrice dei pellegrini, sacerdoti, autorità e rappresentanze della città di Civitavecchia, che
parteciperanno alla celebrazione delle 11.15 nella Cattedrale insieme ai bambini del catechismo e
fedeli di Amelia. Al termine ci sarà l’omaggio alla Santa dei pellegrini e
autorità con l’esibizione del complesso bandistico “Città di Amelia”.
Alle ore
17.30 la solenne celebrazione nella Cattedrale di Amelia sarà presieduta da
padre Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni Narni Amelia, alla presenza dei
sacerdoti della diocesi e dei sindaci di Civitavecchia, Amelia, Alviano,
Attigliano, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina e Penna in Teverina, animata
dalla corale “Amerina”.
La
celebrazione sarà preceduta dalla rievocazione storica della pesatura e offerta
dei ceri, secondo gli Statuti del 1346 e dall’accensione dei ceri con la
“Fiaccola S. Fermina” portata dalle associazioni sportive di Civitavecchia. Nei
tradizionali abiti del Trecento, i rappresentanti dei borghi del territorio
comunale offrono alla patrona grossi ceri il cui peso equivale simbolicamente a
quello dei nuclei familiari presenti nel borgo che essi amministrano.
Durante la
Santa Messa presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese sarà consegnato il
premio Santa Fermina alla memoria di don Sandro Bigi per la “Cittadella della
solidarietà” offerto dalla fondazione Aldega..
Al termine
verranno proclamati gli alunni vincitori del “Concorso Santa Fermina” riservato
alle scuole dell’amerino.
Il giorno 24
verrà allestita la Fiera del Dolce
e la pesca di beneficenza nel
seminario il cui ricavato sarà destinato a favore della Caritas.
SANTA FERMINA
Di origini
romane, Fermina si convertì giovanissima al Cristianesimo, con impegno ed
entusiasmo si consacrò all’apostolato, convertendo tantissime persone,
sollecitata da una fede fervida e operosa. Secondo la sua passio, che
non è anteriore al sec. VI, Fermina era una vergine romana figlia dello stesso praefectus
urbis, Calpurnio. Da Roma la famiglia si trasferì a Civitavecchia e quindi
ad Amelia. La giovane Fermina qui visse una vita eremitica, rivolgendo ai
fedeli parole di conforto esortandoli coraggiosamente alla fede e all'amore. Un
consularis Olimpiade, che aveva tentato di sedurla, fu da lei convertito e
diede poi la vita per la fede. Fermina seppellì il martire in un suo fondo
detto Agulianus a circa otto miglia da Amelia il 1° dicembre.
Denunciata
come cristiana, Fermina fu arrestata e condotta davanti al giudice Megezio il
quale, nemico acerrimo dei cristiani, la sottopose a minacce e tormenti più
spietati che non spezzarono però il suo coraggioso rifiuto di rinnegare la fede
cristiana. Più tardi anche lei subì il martirio. Era il 24 novembre del 304 d.
C quando la giovane Fermina fu martirizzata dal Prefetto romano di Amelia,
Magenzio. Dopo numerosi tormenti, appesa con i capelli alla colonna (la
tradizione vuole che sia quella posta all’ingresso del Duomo), mentre veniva
torturata con le fiamme, Fermina morì pregando il Signore per sé e per i suoi
persecutori. Molti vedendola morire in quel modo si convertirono al Vangelo. I
resti del prezioso corpo vennero segretamente sepolti con grande venerazione
dai Cristiani, fuori le mura di Amelia, e vi restarono occulti per circa sei
secoli. Furono ritrovati nell'anno 870 e da allora sono solennemente custoditi
nella Cattedrale di Amelia.
Le si
attribuiscono numerosi miracoli, uno dei quali avvenne durante la navigazione
verso Civitavecchia (allora Centumcellae); una violenta tempesta che infuriava
in mare sulle imbarcazioni venne placata dall’intervento miracoloso della
vergine Fermina. La santa sostò per un periodo in una grotta del porto,
sulla quale è
stato successivamente costruito il Forte Michelangelo. Per questo è anche la
protettrice dei naviganti.
Dopo oltre 17
secoli, Fermina è un esempio di come amare il Signore, anche in mezzo ai
sacrifici, ai problemi, alle difficoltà della vita e, le celebrazioni in suo
onore, mostrano, ancora oggi, l’intensa devozione che la popolazione locale da
secoli destina alla propria patrona. La festa di Santa Fermina a Civitavecchia
si celebra il 28 Aprile, giorno in cui giunsero nella città le reliquie
donate dalla città di Amelia (28 aprile 1647).
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