Credo
che tutti sappiano che il Csi è un’associazione di ispirazione cristiana, ma
non tutti, probabilmente, sanno che cosa comporti questo essenziale riferimento
al Vangelo nella concreta vita degli associati e, in
particolare,
dei cosiddetti dirigenti. Rilevo, anzitutto, un aspetto che potrei qualificare
propositivo. Esso consiste nel fatto che la nostra associazione, ponendo al
centro di ogni sua attività non i risultati tecnici ma le esigenze di chi la
pratica e la organizza, evidenzia uno dei più rivoluzionari insegnamenti di
Gesù: “il sabato
è per l’uomo, non l’uomo per il sabato” (Mc 2, 28). Un aforisma evangelico che
il Csi è solito tradurre in termini sportivi con lo slogan: “lo sport è per la
persona, non la persona per lo sport”.
Si
tratta di poche e semplici parole, ma la loro capacità di destabilizzare il
prevalente modello culturale a misura di punteggi, classifiche e … soldi, è
inimmaginabile. Prese sul serio, potrebbero provocare nel mondo sportivo, e
non solo, una rivoluzione copernicana. Per questo gli amanti del quieto vivere
all’insegna del “si è sempre fatto così” glissano per veleggiare verso più
tranquilli lidi. Ma dovremmo preoccuparci – secondo il paradossale adagio di Julien Green
– quando non siamo almeno un po’ inquieti.
Nella
fedeltà a questo assoluto valore antropologico (cosa peraltro facile a dirsi,
ma scomoda nel concreto) il Csi mette lo sport a servizio della persona, di
ogni persona, di tutta la persona diventando, così, propositivo perché promuove attività sportive
che aiutano a: - conoscere se stessi (percezione reale del proprio io, imparare
a saper vincere e a saper perdere); - rapportarsi con gli altri (processo di
socializzazione, di educazione alla partecipazione e alla solidarietà); -
rispettare la natura (scoperta e difesa dell’ambiente); - orientarsi verso
l’orizzonte spirituale.
E
così, in modo esperienziale – e quindi pedagogicamente efficace - il Csi favorisce
lo sviluppo delle relazioni basilari di quell’ ”universo in miniatura” (mikros
kosmos, come definiva l’uomo il filosofo greco Democrito) e che, con poetico
lin-guaggio metaforico, sono messe in luce dal libro biblico della Genesi nei
racconti del-la creazione. Le relazioni: - con Dio, perché l’uomo è modellato a
sua immagine e somiglianza (1, 26); - con gli altri, perché è chiamato a vivere
non da solo, ma insieme (2,1); - con l’intero cosmo di cui è coltivatore e
custode (2,15), come ci ricorda la recente splendida enciclica Laudato si’ di
papa Francesco.
Il
Csi, pertanto, esprime appieno la propria identità nel favorire la crescita di
quelle relazioni (la persona è per natura un “essere in relazione”) che la
Bibbia presenta come essenziali.
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