“Castellana
Ecclesia”: una nuova collana di studi sulla Diocesi di Città di Castello
L’Archivio
Storico Diocesano ha promosso una collana di studi sulla Diocesi di Città di
Castello dal titolo “Castellana Ecclesia”, in collaborazione con l’editrice
Pliniana di Selci. Il primo volume sarà dedicato alla riforma del canto
liturgico tra ‘800 e ‘900 e alla sua applicazione in diocesi ad opera prima di
don Enrico Giovagnoli e poi del vescovo beato Carlo Liviero. Lo studio,
condotto dal prof. Francesco Banconi, evidenzia la capacità della Chiesa locale
di inserirsi nel più ampio dibattito sulla vita liturgica e sulla
partecipazione dei fedeli alla celebrazione, anche attraverso il canto, sviluppatosi
a livello universale. L’esperienza delle scholae cantorum delle parrocchie
rurali, così come di quella della parrocchia cittadina di Santa Maria Nova,
sfocerà nel 1931 nella nascita della Schola cantorum “A. M. Abbatini” della
cattedrale, per volontà del vescovo Liviero, che seppe valorizzare le capacità
musicali di don Rolando Magnani. Il volume verrà pubblicato nei prossimi mesi.
Le visite
pastorali dei vescovi di Città di Castello nel medioevo: un progetto di ricerca
promosso dalla Diocesi
È in corso una
ricerca su alcuni dei più antichi registri conservati presso l’Archivio Storico
Diocesano. La documentazione vescovile che – eccezionalmente nel panorama
italiano – si è conservata in abbondanza
per il XIII e XIV secolo, conserva due 'visite pastorali' che i presuli
tifernati portarono a termine intorno al 1230 e al 1270.
Si tratta di una
documentazione eccezionale perché rare sono le visite conservatesi a questa
altezza cronologica in tutta la penisola e la prima è certamente la più antica
attestata in territorio umbro. La fonte consente di approfondire
l'organizzazione territoriale della diocesi, conoscere l’azione di governo di
due tra i più attivi vescovi del periodo (Matteo e Niccolò) e nel contempo
offre l’esempio di una chiesa, quella secolare, che è stata meno interessata da
ricerche specifiche.
Il caso di Città
di Castello era stato posto all’attenzione degli studiosi a partire dagli anni
Sessanta del secolo scorso, quando lo storico americano Robert Brentano
sottolineò la ricchezza dei registri vescovili tifernati.
Tuttavia da
allora non sono stati molti gli studi che hanno approfittato di questa ‘miniera
documentaria’.
Il presente
progetto ha l’obiettivo di pubblicare le visite duecentesche e, collocandole
nel contesto di produzione, restituirle al dibattito storiografico italiano e
internazionale
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