Numerosi
fedeli, il pomeriggio 3 ottobre, hanno gremito la chiesa
interparrocchiale di Santa Maria della Speranza in
Olmo-Chiugiana-Ellera-Fontana, nell’Archidiocesi di Perugia-Città
della Pieve, per partecipare alla solenne celebrazione eucaristica
della consacrazione e dedicazione di questo luogo di culto inaugurato
nel 2009. A presiedere il rito è stato il vescovo ausiliare mons.
Paolo Giulietti, il quale si è fatto portavoce dei saluti del
cardinale Gualtiero Bassetti (impegnato in Vaticano per il Sinodo
della Famiglia) e dell’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Chiaretti
(assente per motivi di salute).
Dopo
sei anni dall’inaugurazione, questa chiesa interparrocchiale è
stata dedicata a Santa Maria della Speranza: un’attesa che ha
trovato il suo compimento nella giornata del 3 ottobre scorso. «Oggi
sento nel cuore la gioia di una coppia che celebra il sacramento del
matrimonio – ha commentato il parroco mons. Fabio Quaresima,
vicario episcopale della Seconda Zona pastorale dell’Archidiocesi
–; ringraziamo la Vergine Maria, cui dedichiamo questo tempio,
perché non manchi mai la speranza, confidando in Lei».
Concelebranti
sono stati diversi sacerdoti, tra cui padre Aurelio Perez, superiore
generale della congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso
(Fam) in Collevalenza di Todi, il neo cappellano di Sua Santità,
mons. Alberto Veschini, vicario episcopale della Quarta Zona
pastorale, e don Roberto Di Mauro, parroco della limitrofa comunità
interparrocchiale di San Mariano-Girasole.
Molteplici
i momenti di forte spiritualità della celebrazione, aperta dalla
consegna delle chiavi della chiesa nelle mani di mons. Giulietti, in
particolar modo l’unzione e l’incensazione del nuovo altare,
opera realizzata dall’artista Raul Gabriel con pietra saracena,
travertino bianco e rosso, poggiata su mosaico palladiana, al pari
del battistero, della sede del celebrante, dell’ambone e del
tabernacolo.
«L’altare
– ha ricordato il vescovo ausiliare – racchiude e richiama tre
aspetti fondamentali: il Signore Gesù, il suo essere, cioè, pietra
angolare; l’acqua e il sangue del suo costato; la sagoma di questa
chiesa. Elementi che ci permettono di capire che il venire in chiesa
significa vivere la centralità di Dio per essere popolo che lo rende
presente nel mondo».
Partendo
dalle letture della liturgia, il presule ha voluto evidenziare, in
maniera significativa, la profonda valenza della consacrazione di una
chiesa: «Oggi noi consacriamo uno spazio in cui il tempio e il
popolo si riuniscono insieme grazie alla centralità di Cristo. È il
Signore Gesù che rende noi tempio di Dio, luogo in cui abita,
attraverso lo Spirito Santo, la presenza del Signore. Il tempio di
Dio è il suo popolo, è la sua chiesa, ossia “ecclesìa”,
cioè gente chiamata». Una chiesa che, dunque, si pone come culmine
e fonte, poiché esprime, come edificio sacro, la comunità, perché
è la presenza dei fedeli che la rende tale, in quanto non ci sarebbe
chiesa senza il popolo che la abita. Ma è anche fonte, perché essa
stessa dà forma al popolo di Dio.
«Non
corriamo, però, il rischio – ha continuato mons. Giulietti – di
avere un tempio che ospiti Dio e lasci fuori il popolo o un tempio
che ospiti il popolo e lasci fuori Dio. Viviamo oggi un bel momento
in cui accogliamo con gioia il dono di questo spazio sacro che ci
aiuterà ad essere dimora di Dio e a vivere la sua presenza in
maniera continua, anche quando siamo, come dice papa Francesco,
Chiesa in uscita». Una presenza, evidente nei nuovi segni dello
spazio sacro del presbiterio, che deve essere vissuta nella ferialità
di una vita spesa per il bene.
Prima
della benedizione finale, mons. Quaresima ha voluto esprimere i
ringraziamenti a coloro i quali si sono spesi per la realizzazione di
questa chiesa, a partire dal 18 dicembre 2005, giorno in cui fu
deposta la “prima pietra”. Tra le sottolineature più importanti,
il parroco ha evidenziato che «nel nuovo altare oggi abbiamo
incastonato le reliquie di san Pio da Pietrelcina, del beato Paolo
VI, dei coniugi Luigi e Zelia Martin, genitori di santa Teresina di
Gesù Bambino (dono del nostro cardinale)». All’interno
dell’altare presenti anche le reliquie ex indumentis della
beata Madre Speranza di Collevalenza e un sentito ringraziamento è
stato rivolto a padre Aurelio Perez, figlio spirituale di questa
grande figura di santità della Chiesa del nostro tempo.
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