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  04/10/2015 13:32


Terni: celebrazione della festa di San Francesco allo speco di Narni. Mons. Piemontese “Il messaggio della salvaguardia del creato, che ci ha dato 800 anni fa Francesco d'Assisi, richiama la responsabilità urgente di custodire la casa comune, la necessità di fare pulizia generale del macrocosmo, a partire dal microcosmo, gli spazi del nostro villaggio o condominio.”



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“Nel cuore della notte per pregare” è il tradizionale pellegrinaggio a piedi da Narni allo Speco francescano di Sant’Urbano che, in occasione della festa di san Francesco, viene proposto dai giovani della diocesi e dai frati francescani e al quale hanno preso parte un centinaio di pellegrini che hanno percorso a piedi i 15 chilometri che separano Narni dallo Speco francescano. Un cammino silenzioso intervallato da preghiere e canti lungo la strada che si snoda tra i boschi.

Allo Speco francescano si sono aggiunti numerosi altri pellegrini giunti da varie parti d’Italia che hanno partecipato alla celebrazione all’aperto, presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese davanti all’antica costruzione dell’originaria chiesetta e oratorio dove sostò San Francesco all’ombra del castagno secolare. 

«Il cammino che avete compiuto per giungere questo luogo benedetto, è espressione di un cammino di fede – ha detto il vescovo Piemontese - che ci richiama Francesco, che ci richiama la contemplazione e la bellezza. Tutto questo nella memoria del transito del beato padre Francesco che in questo luogo vogliamo incontrare, farne nostro modello, che guardiamo e invochiamo come guida. Nella memoria facciamo scorrere la vita, le opere, la santità, il messaggio del Padre San Francesco, messaggio di pace e di bene, del suo sereno confronto con la morte, chiamata col nome di sorella. Francesco ci insegna ad essere piccoli, umili e pienamente abbandonati al Padre, per imparare a fare nostri i sentimenti di Gesù».

Una particolare riflessione è stata dedicata dal vescovo ai temi della salvaguardia del creato e della misericordia.

La creazione e la natura, così cara a San Francesco ed esaltata nel piccolo Speco francescano di Narni immerso nel verde dei boschi, nel silenzio e nella quiete, chiama anche oggi i cristiani ad una forte conversione spirituale nelle relazioni con il mondo.

«Il messaggio della salvaguardia del creato, che ci ha dato 800 anni fa Francesco d'Assisi e che oggi, in maniera rinnovata e preoccupata, ci ripete Papa Francesco nella sua enciclica Laudato sii – ha aggiunto il vescovo -. Lo scopo di Francesco d'Assisi era quello di invitare a riconoscere nelle creature l'impronta del creatore, di condividere la gioia della vita e di  lodare e ringraziare l'Altissimo.

Papa Francesco, come avete anche voi cari giovani meditato lungo il cammino, non solo presenta questa visione e realtà di fraternità universale, di solidarietà con tutte le creature e di incontro col Creatore, ma richiama la responsabilità urgente di custodire la casa comune, la necessità di fare pulizia generale - è questo il senso di ecologia - del macrocosmo, mondo intero, a partire dal microcosmo, gli spazi del nostro villaggio o condominio. Anzi a partire dalle nostre abitudini: un ordine e igiene materiale e morale, spirituale e sociale, di relazioni purificate e di abitudini che non inquinano la convivenza del villaggio globale».

«Mentre ci apprestiamo alla stagione della Misericordia – ha concluso il vescovo - guardiamo a Francesco, raggiunto e inondato dalla misericordia che fu il primo frutto del suo avvicinamento al Signore.  Francesco ha dapprima esperimentato la misericordia di Dio verso di lui, la misericordia come dono gratuito, ed è questo che lo ha spinto e gli ha dato la forza di avere misericordia del lebbroso e dei poveri.

Cerchiamo il Signore nelle creature, nei volti delle persone che incrociamo per le strade, nei mezzi di comunicazione, nella cronaca e nella nostra vita.

Francesco d'Assisi che voleva portare tutti in paradiso, e perciò aveva ottenuto anche lui prima del Giubileo, l'indulgenza della Porziuncola 800 anni addietro, sia la nostra guida nell'imminente anno giubilare». 




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