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  02/10/2015 23:39


Il cardinale Gualtiero Bassetti, sulle colonne de «L’Osservatore Romano», interviene sull’imminente Sinodo dei vescovi: “La mano sapiente di Dio. Famiglia, Misericordia e confessione dell'aborto”



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Il sinodo e il Giubileo della misericordia non sono «un congresso di partito o una competizione sportiva in cui bisogna aspettarsi che qualcuno vinca un'elezione o una gara», ma rappresentano due momenti importantissimi per la vita di ogni persona - non solo della Chiesa - in cui lo Spirito Santo saprà ispirare «i padri sinodali, nel loro discernimento pastorale» e «tutti gli uomini e le donne di buona volontà in questo anno di grazia». Inizia con queste parole l'ultimo editoriale del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti, intitolato «La mano sapiente di Dio», che sarà pubblicato sabato 3 ottobre su «L’Osservatore Romano», ma è che già consultabile sul sito:www.osservatoreromano.va.

Il Sinodo e il Giubileo sono, quindi, due grandissime opportunità spirituali in cui tutte le persone, se lo vorranno, potranno assaporare i frutti «dell'azione della misericordia». Frutti che «saranno visibilmente concreti e non saranno soltanto un vago richiamo ideale». Il cardinale si sofferma soprattutto su uno dei momenti più intensi che si potranno vivere nell'anno giubilare: ovvero, la facoltà data a tutti i presbiteri, di «assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono». Bassetti racconta delle lettere di alcuni religiosi che hanno manifestato la loro commozione. Ma soprattutto racconta la sua commozione per avere già vissuto nel passato questi momenti di riconciliazione.

«Ho infatti conosciuto delle donne che hanno pianto per tutta la vita», scrive commosso il prelato. E poi con poche toccanti righe racconta del dolore di alcune donne che in situazioni diverse avevano abortito ma che ogni giorno pensavano con dolore e strazio a quelle «creaturine» che non erano nate. «Questi fatti drammatici – scrive il cardinale – penetrano come una spada affilata nelle viscere di una persona. Per togliere quella spada, che si è andata a conficcare tra il cuore e l'anima di una donna, non è sufficiente, però, la forza di una mano d'uomo, ma è necessaria, inderogabilmente, la mano sapiente di Dio». Ecco dunque l'azione divina che «versa la medicina della misericordia sulle ferite sanguinanti delle persone».

L'articolo, infine, sembra concludersi con un appello rivolto a tutti: cerchiamo di non impedire gli effetti della misericordia di Dio con «una serie di schemi mentali fissi e logori, con gli egoismi camuffati da buoni propositi e con una verità a volte confusa solamente con la propria opinione personale». Infatti, solo «chi si apre può scorgere e sorseggiare la bellezza» della misericordia.




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