Nella
cornice dell’elegante Sala Brugnoli del Palazzo della Regione dell’Umbria,
l’Azione Cattolica Diocesana di Perugia-Città della Pieve, nella mattinata di
sabato 19 settembre ha concluso i festeggiamenti per il suo Centenario di
presenza nel territorio perugino, con un convegno pubblico su “Un
impegno di Umanità e Santità. La politica tanto denigrata, è una vocazione
altissima” che ha visto coinvolta la Presidenza Nazionale di Azione
Cattolica. L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza, ai politici locali, ai
giornalisti, agli aderenti all’Azione Cattolica ha visto la partecipazione di
numerosi cittadini e personalità di rilievo della società civile ed ecclesiale
della città e di altre realtà della regione. Nel saluto di benvenuto il
presidente diocesano di AC, Alessandro Fratini, ha sottolineato che
la scelta di concludere l’anno del centenario con un incontro pubblico su un
tema caldo come quello della politica è stata dettata dalla volontà di“essere
testimoni coraggiosi e credibili in tutti gli ambiti di vita” secondo
le indicazioni di Benedetto XVI, per dare un segno importante di attenzione e
d’impegno alla città.
Nel
titolo dell’incontro, come ha sottolineato il card. Gualtiero Bassetti nel
suo discorso di prolusione, erano già delineate le due figure a cui l’Azione
Cattolica ha deciso di far riferimento nella sua riflessione storica
sull’associazione e sulla Chiesa riguardo alla politica come vocazione: Giorgio
La Pira e Papa Francesco. Il Cardinale ha sottolineato l’emozione di poter
parlare di queste due figure a lui molto care perché entrambe conosciute
personalmente in tempi diversi della sua vita. La Pira conosciuto “nel tempo
della giovinezza e della formazione in seminario, si identifica con la città di
Firenze che porto nel cuore”, Papa Francesco che “è l’oggi della
Chiesa,incarna quella primavera della Chiesa iniziata con il Concilio Vaticano
II”. Questi due grandi uomini, hanno in comune la logica del servizio che
li ha portati a incarnare il Vangelo nella sua totalità, come diceva don Primo
Mazzolari “carità significa non dare qualcosa ma dare tutto. Chi non dà
tutto non è nella carità”. Se per La Pira la vocazione di ciascuno è
costruire la città dell’uomo, per farlo adeguatamente bisogna saper pensare,
per questo mons. Paolo Giulietti, vescovo ausiliare di Perugia, si
è rallegrato di vedere molti giovani tra i partecipanti, perché “oggi
abbiamo bisogno che i giovani pensino” e “oggi c’è bisogno di
chi ha grandi pensieri, pensa al mondo e ha purezza d’ideali”. L’Azione
Cattolica, ha continuato il presule, è attenta all’organicità del percorso
umano, pregando, pensando e agendo e per questo in questa giornata “prova
a dare”, come sottolineato da Gigi Massini, moderatore dei
lavori, “qualche coordinata su come amare Dio e l’uomo”.
Ad
aprire la riflessione è stato il prof. Giancarlo Pellegrini,
dell’Università degli Studi di Perugia, che attraverso un minuzioso percorso storico
ha raccontato il fermento associativo in Umbria e le sue relazioni con la
storia sociale e politica del nostro Paese. Una storia, quella dell’Azione
Cattolica umbra e perugina in particolare, fatta di tanti nomi, volti e storie
di gente che si è spesa al servizio della spiritualità, dell’evangelizzazione e
della carità. Una vera “palestra di santità” in cui si cresce insieme nella
fede e ci si rimbocca le maniche per contribuire in diverse forme (educative,
culturali, artigianali,…) alla vita sociale. Un luogo umano in cui si è formato
un uomo come Vittorio Trancanelli. A figure come questa, il prof. Matteo
Truffelli, docente presso l’Università degli Studi di Parma e presidente
nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, ha aggiunto tanti altri nomi di
rilievo tra cui Giuseppe Toniolo, Giorgio La Pira, Aldo Moro, Giovanni Leone,
Oscar Luigi Scalfaro e lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella,
a sottolineare come da sempre in quasi 150 anni di storia l’Azione Cattolica
Italiana contribuisce alla formazione spirituale, etica e culturale delle
persone, che servono il Paese in ambito politico, culturale, economico,
imprenditoriale, educativo,... Un incontro come questo, ha sottolineato il prof
Truffelli, serve “a fare memoria non con gli occhi all’indietro ma con
lo sguardo al futuro, per comprendere come l’AC ha avuto la capacità di
rinnovarsi, ripensarsi e riorganizzarsi leggendo, di volta in volta, il tempo
che stava vivendo, cercando le forme più efficaci per stare con uno sguardo
illuminato dalla fede nel proprio tempo, capace di individuare i segni di bene
e saperli accogliere, coltivare e far crescere.”“La storia dell’Associazione è
innanzitutto una storia di popolo, milioni di persone, migliaia di famiglie e
comunità che dentro l’Azione Cattolica sono diventati cittadini e si sono
riconosciuti appartenenti alla fede.”. Una storia che ha visto
l’Associazione fare una scelta, ancora oggi a volte non compresa e contestata,
quale quella della “scelta religiosa” fatta ai tempi della presidenza di
Vittorio Bachelet quando si scelse di stare nel mondo rinunciando ai vantaggi
del potere politico ed economico per puntare a “essere fermento,
servizio di carità nella costruzione di una città comune in cui ci siano meno
poveri, meno oppressi e meno gente che ha fame.” (Vittorio Bachelet
1973)
L’intervento
della prof.ssa Bruna Bocchini Camaiani, dell’Università degli
Studi di Firenze, ha continuato su questo tema dei poveri e dell’impegno
“politico”a cui i credenti sono chiamati, a partire dal testo “L’attesa della
povera gente” di Giorgio La Pira, ancora molto attuale nella tematica e nel
tipo di approccio al problema, nel quale si tratta il tema del diritto al
lavoro, che oggi come allora è un’urgenza della società. La domanda che ci si è
fatti è se oggi, al di là delle parole espresse da Papa Francesco, ci sia una
sensibilità su questa tematica. A concludere i lavori, l’intervento del prof. Agostino
Giovagnoli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha evidenziato
la relazione tra Chiesa e politica italiana a partire dalla figura di Papa
Francesco, un papa non europeo e non italiano e per questo portatore di una
visione più globale del mondo. Nel ripercorrere le tappe storiche che hanno
segnato il Concilio, la vita della Democrazia Cristiana, l’avvento
di papi stranieri, il ruolo della Conferenza Episcopale Italiana nella vita del
Paese, si è arrivati a riflettere sul ruolo che i cattolici debbono avere oggi
nel contesto ecclesiale e civile, rifacendosi a La Pira, maestro capace di
collegare e fare sintesi tra il papato con la sua capacità di guardare al mondo
e la realtà italiana.
Veronica
Rossi
Azione
Cattolica Perugia-Città della Pieve
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