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  21/09/2015 16:51


Perugia: concluse le celebrazioni del centenario dell’Azione cattolica con il partecipato convegno dal titolo “Un impegno di Umanità e Santità. La politica tanto denigrata, è una vocazione altissima”



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Nella cornice dell’elegante Sala Brugnoli del Palazzo della Regione dell’Umbria, l’Azione Cattolica Diocesana di Perugia-Città della Pieve, nella mattinata di sabato 19 settembre ha concluso i festeggiamenti per il suo Centenario di presenza nel territorio perugino, con un convegno pubblico su “Un impegno di Umanità e Santità. La politica tanto denigrata, è una vocazione altissima” che ha visto coinvolta la Presidenza Nazionale di Azione Cattolica. L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza, ai politici locali, ai giornalisti, agli aderenti all’Azione Cattolica ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e personalità di rilievo della società civile ed ecclesiale della città e di altre realtà della regione. Nel saluto di benvenuto il presidente diocesano di AC, Alessandro Fratini, ha sottolineato che la scelta di concludere l’anno del centenario con un incontro pubblico su un tema caldo come quello della politica è stata dettata dalla volontà di“essere testimoni coraggiosi e credibili in tutti gli ambiti di vita” secondo le indicazioni di Benedetto XVI, per dare un segno importante di attenzione e d’impegno alla città.

Nel titolo dell’incontro, come ha sottolineato il card. Gualtiero Bassetti nel suo discorso di prolusione, erano già delineate le due figure a cui l’Azione Cattolica ha deciso di far riferimento nella sua riflessione storica sull’associazione e sulla Chiesa riguardo alla politica come vocazione: Giorgio La Pira e Papa Francesco. Il Cardinale ha sottolineato l’emozione di poter parlare di queste due figure a lui molto care perché entrambe conosciute personalmente in tempi diversi della sua vita. La Pira conosciuto “nel tempo della giovinezza e della formazione in seminario, si identifica con la città di Firenze che porto nel cuore”, Papa Francesco che “è l’oggi della Chiesa,incarna quella primavera della Chiesa iniziata con il Concilio Vaticano II”. Questi due grandi uomini, hanno in comune la logica del servizio che li ha portati a incarnare il Vangelo nella sua totalità, come diceva don Primo Mazzolari “carità significa non dare qualcosa ma dare tutto. Chi non dà tutto non è nella carità”. Se per La Pira la vocazione di ciascuno è costruire la città dell’uomo, per farlo adeguatamente bisogna saper pensare, per questo mons. Paolo Giulietti, vescovo ausiliare di Perugia, si è rallegrato di vedere molti giovani tra i partecipanti, perché “oggi abbiamo bisogno che i giovani pensino” e “oggi c’è bisogno di chi ha grandi pensieri, pensa al mondo e ha purezza d’ideali”. L’Azione Cattolica, ha continuato il presule, è attenta all’organicità del percorso umano, pregando, pensando e agendo e per questo in questa giornata “prova a dare”, come sottolineato da Gigi Massini, moderatore dei lavori, “qualche coordinata su come amare Dio e l’uomo”.

Ad aprire la riflessione è stato il prof. Giancarlo Pellegrini, dell’Università degli Studi di Perugia, che attraverso un minuzioso percorso storico ha raccontato il fermento associativo in Umbria e le sue relazioni con la storia sociale e politica del nostro Paese. Una storia, quella dell’Azione Cattolica umbra e perugina in particolare, fatta di tanti nomi, volti e storie di gente che si è spesa al servizio della spiritualità, dell’evangelizzazione e della carità. Una vera “palestra di santità” in cui si cresce insieme nella fede e ci si rimbocca le maniche per contribuire in diverse forme (educative, culturali, artigianali,…) alla vita sociale. Un luogo umano in cui si è formato un uomo come Vittorio Trancanelli. A figure come questa, il prof. Matteo Truffelli, docente presso l’Università degli Studi di Parma e presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, ha aggiunto tanti altri nomi di rilievo tra cui Giuseppe Toniolo, Giorgio La Pira, Aldo Moro, Giovanni Leone, Oscar Luigi Scalfaro e lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a sottolineare come da sempre in quasi 150 anni di storia l’Azione Cattolica Italiana contribuisce alla formazione spirituale, etica e culturale delle persone, che servono il Paese in ambito politico, culturale, economico, imprenditoriale, educativo,... Un incontro come questo, ha sottolineato il prof Truffelli, serve “a fare memoria non con gli occhi all’indietro ma con lo sguardo al futuro, per comprendere come l’AC ha avuto la capacità di rinnovarsi, ripensarsi e riorganizzarsi leggendo, di volta in volta, il tempo che stava vivendo, cercando le forme più efficaci per stare con uno sguardo illuminato dalla fede nel proprio tempo, capace di individuare i segni di bene e saperli accogliere, coltivare e far crescere.”“La storia dell’Associazione è innanzitutto una storia di popolo, milioni di persone, migliaia di famiglie e comunità che dentro l’Azione Cattolica sono diventati cittadini e si sono riconosciuti appartenenti alla fede.”. Una storia che ha visto l’Associazione fare una scelta, ancora oggi a volte non compresa e contestata, quale quella della “scelta religiosa” fatta ai tempi della presidenza di Vittorio Bachelet quando si scelse di stare nel mondo rinunciando ai vantaggi del potere politico ed economico per puntare a “essere fermento, servizio di carità nella costruzione di una città comune in cui ci siano meno poveri, meno oppressi e meno gente che ha fame.” (Vittorio Bachelet 1973)

L’intervento della prof.ssa Bruna Bocchini Camaiani, dell’Università degli Studi di Firenze, ha continuato su questo tema dei poveri e dell’impegno “politico”a cui i credenti sono chiamati, a partire dal testo “L’attesa della povera gente” di Giorgio La Pira, ancora molto attuale nella tematica e nel tipo di approccio al problema, nel quale si tratta il tema del diritto al lavoro, che oggi come allora è un’urgenza della società. La domanda che ci si è fatti è se oggi, al di là delle parole espresse da Papa Francesco, ci sia una sensibilità su questa tematica. A concludere i lavori, l’intervento del prof. Agostino Giovagnoli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha evidenziato la relazione tra Chiesa e politica italiana a partire dalla figura di Papa Francesco, un papa non europeo e non italiano e per questo portatore di una visione più globale del mondo. Nel ripercorrere le tappe storiche che hanno segnato il Concilio, la vita della Democrazia Cristiana,  l’avvento di papi stranieri, il ruolo della Conferenza Episcopale Italiana nella vita del Paese, si è arrivati a riflettere sul ruolo che i cattolici debbono avere oggi nel contesto ecclesiale e civile, rifacendosi a La Pira, maestro capace di collegare e fare sintesi tra il papato con la sua capacità di guardare al mondo e la realtà italiana.

 

 

Veronica Rossi

Azione Cattolica Perugia-Città della Pieve




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