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  18/09/2015 11:39


Il cardinale Gualtiero Bassetti nell’attesa del Sinodo dei vescovi del 4-25 ottobre: «Rendiamo la società di oggi a misura di famiglia». Un’anticipazione dell’intervista pubblicata da «Avvenire» nella quale il porporato perugino è convinto che il Sinodo affronterà «la famiglia non in astratto, ma come realmente è», «cellula fondamentale, bellissima e fragile, di un corpo sociale sempre più sfibrato»



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Nel prossimo numero di «Noi Genitori & Figli», inserto mensile del quotidiano «Avvenire», in edicola domenica 27 settembre, dedicato alle considerazioni dei padri sinodali italiani al Sinodo dei vescovi sulla Famiglia (Città del Vaticano, 4-5 ottobre), il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti parla di come rendere la società attuale «a misura di famiglia» indicando tre sfide: formare un nucleo familiare, affrontare il nodo antropologico e umanizzare il mondo.

            Un’anticipazione dell’intervista al cardinale Bassetti, curata dal giornalista Giacomo Gambassi, è pubblicata oggi (18 settembre) da «Avvenire». Il porporato perugino è convinto che il Sinodo affronterà «la famiglia non in astratto, ma come realmente è», «cellula fondamentale, bellissima e fragile, di un corpo sociale sempre più sfibrato e caratterizzato, da un lato, da una cultura individualista a tratti esasperata che colpisce ogni forma di relazione umana e, dall’altro lato, da una cultura dello scarto che emargina tutto ciò che non è utile».

            Nel soffermarsi sul concetto di «fragilità, il cardinale Bassetti afferma che «non è solo il momento in cui si esprimono i limiti dell’uomo ma è soprattutto il luogo della grazia. La famiglia rispecchia tutti i limiti dell’uomo mostrando, per esempio, fragilità psicologiche e affettive, dalle debolezze educative verso i propri figli al dramma delle separazioni. In queste fragilità, indubbiamente, può agire la grazia di Dio attraverso la medicina della misericordia per tentare di integrare pastoralmente dentro la Chiesa tutti coloro che soffrono a causa delle proprie fragilità».

            Il cardinale affronta anche il rapporto “famiglia-società” essendo convinto che occorre «rendere su misura per la famiglia la nostra società sempre più complessa e logorante». Basti pensare alla «precarizzazione del lavoro» che «ferisce l’anima dei coniugi e impedisce di formare una base minima di stabilità alla famiglia; i ritmi ossessivi lavorativi producono una sorta di nevrosi sociale impedendo di avere del tempo da dedicare alla famiglia; la mobilità sociale rompe le tradizionali reti generazionali di mutua assistenza tra le famiglie, tra nonni e figli …». Anche per questo, secondo il cardinale Bassetti, «c’è indubbiamente necessità di politiche familiari degne di questo nome. Mi sembra che ci sia assoluto bisogno, soprattutto in Italia, di un welfare rinnovato che valorizzi - e non solo difenda – la famiglia. A partire da politiche di sostegno alla natalità, al lavoro dei coniugi, alla crescita creativa degli asili. E allo stesso tempo, politiche che sappiano difendere il principio della libertà di educazione nella società e nella scuola. Nelle scuole, in particolare, è fondamentale promuovere un’alleanza educativa tra famiglie e insegnanti».

            Rispondendo alla domanda se sarà la misericordia «a preparare un nuovo clima di accoglienze e di “aperture”», il presule dice: «Questo è indubbiamente il tempo della misericordia che non significa una ricetta a buon mercato fatta di buonismo o di concessioni gratuite. Papa Francesco ha indetto il Giubileo straordinario “come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti”. Come non vedere in questa decisione una provocazione e un grande momento di evangelizzazione verso l’uomo contemporaneo? Verso un uomo che non vuole chiedere perdono e non sa più nemmeno perdonare … E’ fondamentale operare con tutte le nostre forze, come diceva Giorgio La Pira, per costruire ponti di dialogo e abbattere i muri di inimicizia. Perché il mondo, come ha scritto Francesco nella Laudato sì  “è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode”».

            Entrando nel merito della «pastorale familiare meno astratta», il cardinale evidenzia che occorre «prendersi cura concretamente dei “bisogni umani”, come ci ha insegnato il Vaticano II, e curare le ferite dell’uomo moderno …». Oltre alla necessità di «sviluppare una pastorale che, senza negare la verità ma con misericordia, si prenda cura delle ferite delle persone separate, dei divorziati risposati e dei loro figli che troppo spesso portano il peso maggiore delle sofferenze. La Chiesa non può abbandonare i propri figli …». Di fronte alla «“eutanasia dello spirito” – conclude il porporato – provocata dalla diffusione di un’opulenza crassa e volgare e dalla diffusione di una mentalità che ha illuso l’uomo moderno di essere “il padrone del mondo”, i cristiani hanno solo una soluzione: l’annuncio del Vangelo. Magari in modo nuovo, ma sempre con gioia e carità».




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