Il cardinale Gualtiero Bassetti, nel suo ultimo editoriale
intitolato «Nuovo umanesimo» - che sarà pubblicato giovedì 16 luglio su
«L’Osservatore Romano» (già consultabile in: www.osservatoreromano.va) - offre un significativo commento sul
recente viaggio del Papa in Sud America e inizia il lungo cammino di
riflessione verso il V Convegno Ecclesiale Nazionale, che si svolgerà a Firenze
dal 9 al 13 novembre 2015 e che si intitola, per l'appunto, «In Gesù Cristo il
nuovo umanesimo».
Coincidenza ha voluto che questo interessante articolo del
cardinale Bassetti esca sull’autorevole organo della Santa Sede il giorno del 6°
anniversario della sua nomina ad arcivescovo metropolita di Perugia-Città della
Pieve, avvenuta il 16 luglio 2009, solennità della Beata Vergine Maria del
Carmelo.
Secondo il porporato, il lungo itinerario tra Ecuador, Bolivia e
Paraguay, che si è svolto quasi in contemporanea con l'uscita dell'enciclica Laudato si', testimonia
l'inizio di una nuova stagione: la primavera della Chiesa. Una primavera che
lascia «una eredità preziosa per la Chiesa» e «proietta uno sguardo profetico
sul mondo».
L'eredità più importante riguarda la «nuova prospettiva con cui
guardare la cosiddetta questione sociale». Partendo dalle periferie visitate da
Francesco nel suo ultimo viaggio in America Latina, nasce infatti una nuova
prospettiva sociale che riesce «a mettere in una relazione feconda grandi temi
che finora hanno camminato per strade parallele senza incontrarsi mai». Oggi,
infatti, «non si possono più disgiungere la difesa della dignità umana dalla
custodia del creato e la valorizzazione della famiglia dalla denuncia di
un'economia iniqua».
Questa nuova primavera, inoltre, afferma l'Arcivescovo di
Perugia, sembra essere anche «l'avveramento di una profezia»: annunciata per
primo da Pio XII nel 1958 come un «tempo di rinnovamento», di «fiduciosa
attesa» e «di speranza»; auspicata da Giorgio La Pira come una «primavera
missionaria» verso i popoli dell'Asia e dell'Africa; e inaspettatamente
confermata, infine, da Giovanni XXIII con l'annuncio provvidenziale del
Concilio. Il Vaticano II, scrive Bassetti, «ha rappresentato e rappresenta
tutt'ora una nuova stagione per la Chiesa: un'autentica primavera ecclesiale
che non ha temuto e non teme i profeti di sventura, che guarda con sapienza e
discernimento ai segni dei tempi e che, senza cedimenti alla mondanità, aspira
alla medicina della misericordia. I grandi temi conciliari sono,
indiscutibilmente, i temi di oggi».
La spiritualità del Concilio, come disse Paolo VI, può essere
riassunto con la parabola del samaritano. In quella parabola, che invita a
prendersi cura degli ultimi e alla «scoperta dei bisogni umani» - è sempre Papa
Montini che parla - si fonda il «nostro nuovo umanesimo». Un nuovo umanesimo,
dunque, che ha molto da imparare dalla «freschezza umana e spirituale delle
periferie» visitate da Francesco in America Latina. In quelle periferie,
conclude il Cardinale, risplende la primavera della Chiesa che non è soltanto
«un proposito per il futuro», ma è il «prodotto storico di uno sguardo
profetico sul mondo che nasce da lontano».
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