Dopo la pubblicazione
dell’Enciclica di papa Francesco “Laudato si’ – sulla cura della casa comune”
(uscita il 18 giugno scorso) la Caritas diocesana di Spoleto-Norcia esprime
pieno apprezzamento per le riflessioni e le indicazioni contenute nel documento
pontificio a favore di uno sviluppo sostenibile ed integrale del pianeta e per
un deciso cambiamento degli stili di vita, ossessionati da un meccanismo
consumistico compulsivo, figlio di leggi di mercato completamente
disinteressate alla tutela del “bene comune”.
Il testo
dell’Enciclica contiene un deciso richiamo al tema della custodia del Creato,
rimarcando l’esistenza di un’intima relazione tra i poveri e la fragilità del
pianeta: la terra ci precede e ci è stata data; si offre all’uomo per essere
coltivata e custodita, attraverso un uso rispettoso dei diritti di tutti
coloro che la abitano; può anche generare forme di autoproduzione e
di autoconsumo da parte dell’uomo, in antitesi alla logica perversa del
consumismo sfrenato e della massimizzazione del profitto.
Nel tentativo di
creare ricadute a livello territoriale, attraverso la realizzazione di opere
segno e di gesti concreti, capaci di rappresentare in termini pratici i
contenuti dell’Enciclica del Papa, la Caritas diocesana di Spoleto-Norcia e la
Caritas interparrocchiale di Trevi avviano il progetto “Coltivazione di orti
solidali”. Grazie alla concessione a titolo gratuito da parte della Regione
dell’Umbria di un terreno situato in località Borgo Trevi - da anni incolto -
sarà possibile produrre frutta e ortaggi al fine di promuovere l’integrazione
sociale, di sostenere le famiglie in difficoltà economica, di offrire a persone
disoccupate l’opportunità di formazione e di acquisizione di competenze sulla
gestione e produzione di prodotti ortofrutticoli, di valorizzare l’esperienza
di anziani e pensionati, di migliorare la condizione
socio-economico-relazionale del territorio. Gli orti saranno assegnati in
primis a circa trenta persone e/o famiglie in difficoltà residenti nel Comune
di Trevi per le quali è accertato, da parte della Caritas, uno stato di disagio
elevato. Si valuteranno poi i requisiti idonei ad altre assegnazioni in base
alla condizione socio-familiare o relazionale (pensionati o persone che vivono
sole).
«Riteniamo che
l’utilizzo di un terreno nella forma degli orti solidali – afferma il direttore
della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia Giorgio Pallucco - assolva
contemporaneamente a diverse esigenze materiali e socio-relazionali, per il
singolo e per la comunità.
La coltivazione di orti inseriti in un luogo abitato e
abitualmente frequentato dai cittadini, infatti, rappresenta un’utile
opportunità di incontro e di scambio; favorisce il confronto e il superamento
di pregiudizi morali; attrae l’interesse ed il coinvolgimento, oltre che dei
rispettivi assegnatari, anche di quanti a vario titolo hanno competenze in
materia; promuove l’impegno e la capacità di adoperarsi in prima persona per
migliorare la propria condizione, producendo direttamente parte del fabbisogno
alimentare necessario a se stessi o alla propria famiglia. Inoltre – prosegue
Pallucco - sensibilizza alla cura del territorio, alla pulizia dei luoghi
condivisi e alla promozione dei prodotti locali; promuove il rilancio delle
attività agricole e ortofrutticole, in un periodo storico e sociale in cui la
filiera industriale e l’esigenza di mercato attraversano una profonda crisi».
Il progetto non è a
scopo di lucro e gli assegnatari dell’orto solidale potranno beneficiare
direttamente del frutto della loro attività e, laddove possibile, collaborare
reciprocamente per lo scambio dei prodotti.
Le eventuali eccedenze saranno gestite
dalla Caritas Interparrocchiale di Trevi, che provvederà a distribuirle alle
altre fasce di povertà presenti sul territorio.