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  07/06/2015 20:59


UN DOSSIER DELLA CARITAS ITALIANA SUI GIOVANI DELLA BOSNIA «IN CERCA DI PACE» IN OCCASIONE DELLA VISITA DI PAPA FRANCESCO



«Una generazione alla ricerca di pace vera». È il titolo del dossier sui giovani di Bosnia Erzegovina che la Caritas italiana ha diffuso il 5 giugno a Sarajevo, alla vigilia della visita del Papa nella capitale bosniaca. Un documento con dati e testimonianze che toccano diversi temi (dalla riconciliazione, al dialogo interreligioso al lavoro) e le sfide per il futuro. Ne emerge un quadro preoccupante dove la generazione dei ventenni appare «senza pace».

«Ragazzi nati durante un conflitto - si legge - cresciuti in un contesto non pacificato, che stanno vivendo ancora oggi tensioni etniche, crisi politiche, disagio sociale, difficoltà economiche».

A 20 anni dalla firma degli accordi di pace Dayton (novembre 1995) che hanno messo fine alla guerra in Bosnia Erzegovina, ma ritenuti «ingiusti e insostenibili», il tasso di disoccupazione giovanile è al 60%, tra i più elevati al mondo. «I giovani sono stremati da un paese che non vuole cambiare. Tenuti in ostaggio da un sistema che li vorrebbe ancora divisi secondo il nazionalismo degli anni Novanta, molti giovani scelgono di emigrare in Europa o altrove. Quelli che rimangono non hanno, per ora, la forza necessaria per portare un cambiamento. Dalla fine della guerra 150 mila giovani hanno lasciato la Bosnia Erzegovina per emigrare in Germania, Austria, Svezia, Stati Uniti d’America, Australia».

Un dato importante che emerge dal dossier della Caritas è che il 73% dei giovani considera il problema della disoccupazione come «il più grave nella società bosniaca». A seguire quello «della povertà (63%) e dell’insicurezza del posto del lavoro (56%)». Ci sono però motivi di speranza. Secondo dati del Centro per la pastorale giovanile Giovanni Paolo II dell’Arcidiocesi di Sarajevo che ha intervistato 3638 giovani tra i 15 e i 20 anni dell’Arcidiocesi, tra i valori che i giovani apprezzano di più nella vita ai primi posti restano saldi la famiglia (83%) e la fede in Dio (66%). 

 




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