“Ho
deciso di dedicare un anno speciale, il 2015, alla vita consacrata!”.
Così ebbe a dire Papa Francesco il 29 novembre 2013 ai 120
superiori generali riuniti intorno a lui che accolsero con un lungo
applauso questo annuncio inaspettato seppure atteso e gradito. E con
i superiori generali – ha detto il Card. Gualtiero Bassetti,
arcivescovo di Perugia, nel presentare la sua lettera ai consacrati e
alle consacrate dell’Umbria - hanno gioito non solo i consacrati e
le consacrate ma l’intera Chiesa. Si, perché la vita consacrata è
da sempre un grande dono per tutta la Chiesa
Anche
noi Vescovi umbri, qui presenti, intendiamo condividere e manifestare
la stessa gioia del Santo Padre per quest’Anno dedicato alla vita
consacrata. Essa «è un grande dono per la Chiesa perché nasce
nella Chiesa, cresce nella Chiesa ed è tutta orientata alla Chiesa”.
Siamo
qui oggi, vescovi, consacrati e pellegrini in questo “luogo sacro”
nato da un carisma originale e nuovo, il carisma dell’Amore
Misericordioso, affidato da Dio alla beata Madre Speranza,
particolarmente attuale, anche pensando al prossimo Giubileo della
Misericordia.
La
vostra numerosa presenza oggi – ha ricordato il Cardinale - sta a
indicare quanto il nostro territorio umbro sia costellato di numerosi
“luoghi sacri” originati da carismi che la Provvidenza ha
disseminato ovunque, arricchendo non solo le Chiese che sono in
Umbria. Hanno ben presto varcato i confini della nostra regione e,
diffusi nel mondo intero, hanno arricchito e illuminato la Chiesa
universale. Carismi che sono diventati proposte di vita evangelica e
di santità non solo per le nostre popolazioni ma per uomini e donne
di tutte le culture e di tutte le nazioni. Per tutti basta ricordare
due grandi fondatori: Benedetto e Francesco. Cari
fratelli e sorelle consacrati, anche noi Vescovi umbri intendiamo
affidare a voi l’invito che papa Francesco ha rivolto ai superiori
generali e a tutti i consacrati del mondo quando ha indetto l’anno
della vita consacrata: «Svegliate il mondo, illuminatelo con la
vostra testimonianza profetica e controcorrente!»… Sì, il Papa si
attende non un anno celebrativo, ma molto di più: «Mi attendo che
svegliate il mondo perché la nota che caratterizza la
vita consacrata è la profezia. Come ho detto ai superiori generali,
“la radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è
richiesta a tutti… È questa la priorità che adesso è richiesta:
“essere profeti che testimoniano come Cristo ha vissuto su questa
terra… Mai un religioso deve rinunciare alla profezia!”». E
papa Francesco ha continuato: «Mi attendo dunque non che teniate
vive delle ‘utopie’ ma che sappiate creare ‘altri luoghi’,
dove si viva la logica evangelica del dono, della fraternità,
dell’accoglienza, della diversità, dell’amore reciproco;
monasteri, comunità, centri di spiritualità, cittadelle, scuole,
ospedali, case-famiglia e tutti quei luoghi che la carità e la
creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno
nascere con ulteriore creatività. Devono diventare sempre più
lievito per una società ispirata al Vangelo, la ‘città sul monte’
che dice la verità e la potenza delle parole di Gesù»
Svegliate
l’Umbria, ha detto il Card. Bassetti. Anche noi Vescovi umbri
perciò ci aspettiamo da voi consacrati e da voi consacrate che
“svegliate” l’Umbria! Una terra fertile per santità e
benedetta da tanti carismi nei secoli passati, ma che ora soffre
perché sembra aver smarrito le sue radici, sembra non valorizzare
appieno la sua storia. Ha bisogno che, sulla scia dei Fondatori e
delle Fondatrici, le persone consacrate ritornino con la loro genuina
“testimonianza profetica” a riproporre all’Umbria le parole del
Vangelo, parole che generano vita e che riaccendono speranza e
fiducia per il futuro della nostra terra… Anche noi Pastori umbri
ci uniamo al Papa nel dire: «Dio ci chiede di uscire dal nido che ci
contiene e di essere inviati nelle frontiere del mondo, evitando la
tentazione di addomesticarle. Questo è il modo più concreto di
imitare il Signore!» (Francesco, Ai superiori generali
nell’incontro del 29 novembre 2013).
Anche
noi vi ripetiamo il mandato del Crocifisso di San Damiano: «Va’,
Francesco, e ripara la mia casa che come vedi è tutta una rovina!»,
invitandovi ad andare alle periferie delle nostre comunità, delle
nostre Chiese locali, della nostra società!
Voi
siete vera ricchezza per le nostre chiese. Non siete materiale di
supplenza.
Dio
vi ha mandato per andare incontro, nell’oggi della storia, ai
bisogni e alle urgenze, sia spirituali che materiali, della nostra
gente, di questa porzione di umanità che Dio ci ha chiesto di amare
e di servire qui in Umbria.
In
quale modo? Ve lo diciamo ancora con le parole di papa Francesco.
Innanzi
tutto, che portiate la bellezza e la gioia del credere: «Dove ci
sono i religiosi ci deve essere gioia. L’umanità ha bisogno di
incontrare persone che, avendo trovato in Dio la vera gioia, la
mostrano nel parlare e nell’agire!».
In
secondo luogo, «che siate dei profeti! Il Vangelo ha sempre una
forza di contestazione, perché propone scelte e valori quasi sempre
controcorrente rispetto a ciò che pensa il mondo»…
In
terzo luogo, che siate «uomini e donne di comunione. Gesù è venuto
nel mondo per dirci che tutti siamo figli di un unico Padre celeste e
dunque fratelli e sorelle fra noi. I consacrati, che prendono sul
serio il Vangelo, sono chiamati a realizzare fraternità…
Infine,
vi chiediamo quello che papa Francesco sta sollecitando a tutta la
Chiesa: «Uscite da voi per andare nelle periferie del mondo».
L’umanità aspetta una parola di speranza e gesti di solidarietà.
Il
Card. Bassetti dopo aver ricordato i numerosi e vitali Santuari che
sono in Umbria ha ricordato presenze religiose antiche e recenti ed
ha espresso gratitudine a nome di tutti i vescovi per gli
innumerevoli monasteri di clausura: agostiniane, benedettine,
clarisse, francescane, domenicane, carmelitane e altre forme
contemplative e presenti in tutte le nostre diocesi, per lo più
femminili, che con il silenzio e la intensa vita di preghiera
sorreggono il lavoro pastorale e la vita religiosa delle nostre
comunità cristiane...
Un
anno per fare memoria grata e progettare il futuro.
Con
tutta la Chiesa e assieme ai fedeli delle nostre Chiese locali ci
uniamo quest’anno a tutti voi consacrati e consacrate nel «guardare
al passato con gratitudine», nel vivere il presente «con passione»
e nell’«abbracciare il futuro con speranza» (cfr. Francesco,
Lettera apostolica ai consacrati in occasione dell’Anno della Vita
Consacrata, Città del Vaticano, LEV, 2014, 2).
Vi
vogliamo assicurare che anche in Umbria l’Anno della vita
consacrata non riguarda soltanto voi, persone consacrate, ma tutte le
nostre Chiese, le nostre comunità cristiane, il nostro popolo.
Ribadiamo anche noi vescovi quanto ha scritto papa Francesco a tutta
la Chiesa: «Cosa sarebbe la Chiesa senza san Benedetto e san
Basilio, senza sant’Agostino e san Bernardo, senza san Francesco e
san Domenico, senza sant’Ignazio di Loyola e santa Teresa d’Avila…
L’elenco si farebbe quasi infinito, fino a san Giovanni Bosco, alla
beata Teresa di Calcutta...». E in Umbria noi aggiungiamo: senza
santa Chiara, santa Angela da Foligno, santa Rita, santa Chiara da
Montefalco, la beata Angelina dei Conti di Marsciano e, ai nostri
giorni, senza san Luigi Guanella, san Luigi Orione, la beata
Speranza, il beato Carlo Liviero con i loro figli e figlie.
Santi
e sante che sono vissuti decisamente “in uscita”. Di certo
rivolti verso Dio ma contemporaneamente verso il mondo, facendosi
carico dei problemi, dei drammi, delle povertà, delle sofferenze
degli uomini del loro tempo.
Nel
Messaggio per la Giornata della Vita consacrata, noi Vescovi
italiani vi abbiamo invitato a portare nel mondo «l’abbraccio di
Dio», il suo Amore misericordioso, particolarmente significativo nel
prossimo Giubileo della misericordia… L’opera di tante persone
consacrate diventi sempre più il segno dell’abbraccio di Dio
all’uomo e aiuti la nostra Chiesa a disegnare il ‘nuovo
umanesimo’ cristiano sulla concretezza e la lungimiranza
dell’amore» (Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per
la 19ª Giornata mondiale della vita consacrata, 2
febbraio 2015)…
L
’Anno della vita consacrata – ha concluso il Card. Gualtiero
Bassetti - sia un anno di grazia e di rinnovato impegno a procedere
insieme come Chiesa, Popolo di Dio in cammino verso la santità nella
“perfezione della carità”, di cui Maria è l’esemplare
compiuto. Il Signore vi dia pace! Il Signore porti a compimento
l’opera che ha iniziato in voi!
Antonio Colasanto
|