Quando parliamo di Chiesa e internet pensiamo immediatamente all’account Twitter del Papa. Pensiamo all’uso che di internet fa la gerarchia ecclesiastica. Eppure @pontifex non nasce dal nulla, dato che la Chiesa non si è accorta improvvisamente dell’esistenza di internet. Ha colto le potenzialità della rete fin dall’inizio, in continuità con la lunga tradizione di comunicazione di cui è portatrice. Ed è proprio di questo che il libro di Rita Marchetti, La Chiesa in internet. La sfida dei media digitali, edito da Carocci (2015), si occupa raccontando una realtà ecclesiale diffusamente connessa. Un libro in grado di intrecciare curiosità di studiosi ed ecclesiastici come dimostra l’incontro organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche in collaborazione con l’Associazione Webmaster Cattolici Italiani per la presentazione del volume di Marchetti che si terrà il prossimo 7 maggio, alle ore 12 (l’aula 1 Edificio di Scienze Politiche/Economia dell’Università di Perugia).

Il volume analizza come internet è entrato in chiesa e quali sono le conseguenze che scaturiscono da tale ingresso. Prende in esame il tessuto parrocchiale che costituisce il livello interno all’organizzazione ecclesiastica più vicino ai vissuti individuali e alla dimensione quotidiana dell’esistenza, quello dove si avverte più direttamente la penetrazione di Facebook, dei blog e delle altre piattaforme di social networking.

Il volume  offre un contributo originale nel panorama italiano mostrando come il mondo ecclesiale in rete si sia dimostrato una realtà estremamente e inaspettatamente ricca, con migliaia di utenti anche tra le persone e i parroci più anziani, come mostra l’importante mole di dati e informazioni raccolte sul campo di cui il volume rende conto.

Il testo sarà discusso da mons. Paolo Giulietti, vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, mons. Claudio Giuliodori, presidente Commissione episcopale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali della Cei, Franco Garelli, dell’Università di Torino, Ambrogio Santambrogio e Paolo Mancini, dell’Università di Perugia, oltre che dall’autrice.