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  01/04/2015 19:28


Terni: messa crismale. Mons. Piemontese: “Occorre mettere in atto una strategia della comunione, che comporta anche il vivere la fraternità sacerdotale nel segno della più grande concretezza e operosità”.



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Nella settimana che prepara all’evento della Resurrezione, la Chiesa attraverso le varie celebrazioni ricorda il senso profondo della fede nella passione, morte e resurrezione di Cristo, nel ritrovarsi come comunità unita, fraterna e solidale alla mensa del Signore. Le celebrazioni del triduo pasquale sono precedute dalla Messa Crismale del mercoledì santo, presieduta nella cattedrale di Terni dal vescovo Giuseppe Piemontese, alla quale hanno preso parte i sacerdoti delle 81 parrocchie della diocesi, religiosi e diaconi e di un gruppo di cresimandi. Il vescovo ha benedetto gli oli sacri che saranno usati nell’amministrare i sacramenti: l’olio dei catecumeni col quale sono unti coloro che vengono battezzati; del crisma, una mistura di olio e essenze profumate usata nel battesimo, nella cresima, nella ordinazione di sacerdoti e vescovi, nella dedicazione delle chiese; l’olio degli infermi, che viene utilizzato per dare conforto ai malati e per accompagnare all’incontro col Padre, i moribondi fortificati e riconciliati.

«E’ un momento di forte emozione per me in quanto è la prima messa crismale che presiedo come vescovo di questa chiesa particolare, una chiesa, che nella mia povera persona, ha ricevuto in dono il Pastore, consacrato col crisma dello Spirito Santo, che si è riversato abbondante su tutto il popolo di Dio – ha ricordato il vescovo -. Non siamo sacerdoti singoli e solitari, ma popolo sacerdotale e rappresentanti del popolo sacerdotale, continuamente santificati da Gesù.Gesù ci ha scelti e consacrati per affidarci la sua missione, per inviarci ad annunciare la Buona notizia, il Vangelo ai poveri, la libertà agli oppressi, l’anno di grazia della misericordia a tutti».

Facendo riferimento al clero della diocesi ha ricordato i sacerdoti scomparsi e quelli che operano in terre lontane e gli anniversari dell’ordinazione sacerdotale nel 65° di mons. Mons. Renzo Civili, nel 50° di don Vittorio Albanesi salesiano e padre Ludovico Capuani frate conventuale, nel 40° di don Francesco De Santis, don Camillo Camozzi, don Maurizio Cuccato e nel 25° di don Pietro Krajeski, don Albin Kouhon, don Sergio Raparelli.

«Una comunione sacerdotale che tocca la relazione tra i singoli e con il vescovo in un rapporto di filiazione- paternità e nel segno della reciprocità – ha aggiunto il vescovo rivolgendosi ai sacerdoti -. In questi mesi ho avuto la gioia di conoscervi personalmente, almeno in forma iniziale, e sto imparando a volervi bene nella misura rispondente alle necessità di ciascuno. Ho potuto sperimentare e apprezzare alcuni segni di adesione alla comunione presbiterale da parte di tutti: lo sforzo di partecipare alla pastorale diocesana, alle giornate del clero, vissute in forma residenziale, in un sincero confronto e in fraternità; alle celebrazioni della dedicazione della cattedrale e delle concattedrali, alle stazioni quaresimali, alla giornata della Vita Consacrata e agli altri momenti di comunione sacerdotale a livello fraterno e celebrativo, col vescovo.

Tutti momenti che hanno portato ciascuno di voi a rinnovare, non in una routine abitudinaria o formale, ma in uno sforzo convinto, la volontà di arricchire la comunione presbiterale e renderla viva e palpitante.

In questo momento solenne e sacramentale occorre rinnovare la consapevolezza dell’appartenenza all’unico corpo sacerdotale di Cristo, nel nostro Presbiterio diocesano, e per quanto riguarda ciascuno in particolare, invito ad imprimere una decisa spinta centripeta per progettare ed edificare quella chiesa comunione, lumen Gentium e Gaudium et spes del popolo affidato alle nostre cure pastorali. Per contrastare tali tentazioni occorre mettere in atto una strategia della comunione, che comporta anche il vivere la fraternità sacerdotale nel segno della più grande concretezza e operosità».




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