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  30/03/2015 18:51


Emergenza umanitaria in Nigeria: la testimonianza del direttore della Caritas nazionale che parla di «speranza di far ritornare i rifugiati nelle loro case»



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«C’è la speranza di far tornare i rifugiati nello loro case, ma le distruzioni sono enormi». È quanto afferma padre Evaristus Bassey, direttore di Caritas Nigeria, in questi giorni a Roma per la riunione promossa da Caritas Internationalis sul dramma del milione di rifugiati e sfollati causati dalle violenze di Boko Haram. «Boko Haram - dice a Fides il direttore - è una setta che combatte tutti coloro, anche musulmani, che non aderiscono alla sua ideologia. Tra i rifugiati, il 20% circa sono musulmani, più del 40% cristiani e il resto appartiene alla religione tradizionale africana. Per evitare tensioni, e soprattutto per paura della presenza d’infiltrati di Boko Haram, i responsabili dei campi di accoglienza non permettono di tenere iniziative a carattere religioso all’interno delle strutture». Una di queste è quella di Maroua alla quale una delegazione di vescovi nigeriani ha fatto visita ai primi di marzo. Nel campo ci sono circa 40mila rifugiati che hanno accolto i vescovi con canti e danze.
«Le stesse scene di gioia - racconta padre Bassey - che abbiamo visto quando abbiamo visitato gli sfollati accolti a Yola, ad Abuja e in altre parti della Nigeria. La speranza è che una volta che «esercito nigeriano avrà liberato le aree occupate da Boko Haram si possa far ritornare gli sfollati nelle loro case. Ci vorrà del tempo perché le distruzioni sono enormi».




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