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  23/01/2015 12:28


Perugia: le celebrazioni in onore di san Costanzo, vescovo e martire, patrono della città e dell’Archidiocesi



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            Perugia si appresta a vivere il 28-29 gennaio la solennità di san Costanzo, vescovo e martire del II secolo, patrono della città e dell’Archidiocesi. E’ la festa che rinsalda più di ogni altra il legame ultrasecolare tra la Perugia civile e quella religiosa ed è da sempre occasione di riflessione-memoria sulle origini cristiane della comunità perugina. Testimonianza di questo legame, che risale all’età medioevale (XIV secolo), è la processione della “Luminaria” voluta dalle autorità dell’epoca come segno di omaggio al Santo patrono, ripristinata una quindicina di anni fa nel pomeriggio della vigilia della solennità (28 gennaio). Quest’anno la processione della “Luminaria” partirà dal palazzo comunale dei Priori (ore 17.30), guidata dai rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose, e percorrerà tutta la “Via Sacra”, che collega la cattedrale di San Lorenzo alla basilica di San Costanzo, passando davanti alla chiesa di Sant’Ercolano e alle basiliche di San Domenico e di San Pietro. A San Costanzo (ore 18.30) saranno celebrati i Primi Vespri solenni presieduti dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, animati dalla Corale della Polizia municipale, e sarà rinnovato l’omaggio votivo del cero e dei doni al Santo patrono da parte del sindaco Andrea Romizi.

 

Quest’anno una “Luminaria” molto suggestiva per richiamare il suo antico spirito: pace e tranquillità

In ricordo degli oltre sette secoli di questa “Luminaria”, il Comune e l’Archidiocesi hanno inteso rievocare il suo antico corteo, con un centinaio di figuranti in costume medioevale, appartenenti alle associazioni del Palio di Città della Pieve e dei Balestrieri di Assisi. Si vuole richiamare, soprattutto, lo spirito con il quale 700 e più anni fa si volle questa processione di popolo di Dio: salvaguardare ed accrescere la pace e la tranquillità della città ed oggi di tutto il mondo, essendo Perugia sempre più multiculturale, multietnica e multireligiosa.

Riguardo alle celebrazioni in onore di san Costanzo, significativo è quanto scrisse due secoli fa lo storico perugino Serafino Siepi, evidenziato dall’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Chiaretti: «Sette secoli fa, la deliberazione dei nove Priori delle arti del Comune di Perugia dell’11 dicembre 1310, voluta dal popolo a pochi anni di distanza dalla fondazione della chiesa di san Costanzo, spiegava il senso di questa celebrazione festosa, tra il civile e il religioso, detta poi “il lume” o la “luminaria” o il “luminare maggiore” (Siepi). Si intendeva cioè invocare il martire Costanzo, patrono del Comune e del popolo perugino, in tempi ancora assai avventurosi per l’aspra lotta tra fazioni avverse all’interno del libero comune allora nascente (appena trent’anni prima era stato costruito il simbolo più alto di tale libertà, la Fontana Maggiore nella piazza grande), chiedendo espressamente la salvaguardia e l’accrescimento della pace e della tranquillità del popolo di Perugia: “Ad hoc ut, - dice il bel latino popolare della Riformanza -, ipsius beati Costantii patroni communis et populi Perusini precum interventu, status pacificus et tranquillus communis et populi Perusii defendatur et de bene in melius augmentetur”. Alla manifestazione di san Costanzo dovevano partecipare obbligatoriamente i maggiorenti della città, “recando in mano dei lumi”: i priori delle arti, il podestà, il capitano, i consoli della Mercanzia e gli auditori del Cambio, gli artigiani di tutte le corporazioni, ed anche il Vescovo con tutto il clero, oltre al popolo di tutti i borghi. Era nel nome di Costanzo che dovevano anche farsi i giuramenti pubblici nella piazza del comune, e in suo onore dovevano liberarsi ogni anno dieci detenuti (cfr. Siepi). Al ritorno dalla luminaria, nota un cronista del 1771, “ogni collegio nella propria residenza si raduna, discorre dei rispettivi affari, ed è di vari copiosi rinfreschi in abbondanza servito”».

 

Il tradizionale rito dell’omaggio votivo al Santo patrono di quattro “simboli”, segni e gesti che richiamano a promuovere il vero bene comune

Durante i Vespri in San Costanzo, al termine della “Luminaria”, si rinnoverà il tradizionale rito dell’omaggio votivo al Santo patrono di quattro “simboli”: la corona d’alloro, da parte della polizia municipale (segno di devozione e testimonianza di dedizione al bene comune attraverso l’azione di ordine pubblico, che mira alla pace e alla concordia); il cero, da parte del sindaco (segno della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni dei più deboli e indifesi e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune); il torcolo (dolce tipico della festa in ricordo del martirio di Costanzo), da parte degli artigiani e commercianti (segno di quanti si impegnano ogni giorno a migliorare le condizioni dei lavoratori e per tutti coloro che, con il loro lavoro, contribuiscono alla prosperità del corpo sociale); l’incenso, da parte del Consiglio pastorale parrocchiale (segno della forza della fede nell’annuncio del Vangelo sull’esempio del santo martire, particolarmente oggi, tempo in cui il coraggio, la fedeltà, la coerenza sono messi alla prova ed è messa alla prova la nostra carità).

Sono segni e gesti di estrema semplicità ma di grande significato, attraverso i quali la Chiesa e la comunità perugina rinnovano, come 700 e più anni fa, il patto di alleanza con il loro Santo patrono, il loro Eroe eponimo e si impegnano a celebrarne la memoria nella promozione della concordia civica. Torniamo cioè a chiedere quello “status pacificus et tranquillus communis et populi Perusini”, che stette tanto a cuore al legislatore della prima età comunale e che sta parimenti a cuore a ognuno che voglia bene a questa città e ne promuova con sincerità di intenti il vero bene comune.

 

Il triduo di preparazione alla solennità del Santo patrono nella basilica di San Costanzo dedicato al tema “Convertirsi alla fraternità” e le celebrazioni del 29 gennaio.

Sindaco e cardinale insieme a pranzo al Punto di Ristoro Sociale Comune-Caritas

            La solennità di san Costanzo sarà preceduta dal triduo di preparazione dedicato a delle riflessioni sul tema “Convertirsi alla fraternità”, che guideranno l’adorazione eucaristica nei giorni 25, 26 e 27 gennaio (ore 17-18.30), presso la basilica intitolata al Santo patrono. Le riflessioni saranno curate dai parroci dell’Unità pastorale delle Parrocchie cittadine di San Costanzo, San Ferdinando, Santa Maria di Colle, Santi Biagio e Savino, Santo Spirito e Oasi di Sant’Antonio. All’incontro spirituale di domenica 25 gennaio interverrà anche il direttore della Caritas diocesana Daniela Monni, che porterà la sua testimonianza di come le opere di carità convertano alla fraternità. L’ultima opera di carità della Chiesa perugino-pievese, il “Villaggio Sorella Provvidenza” in Perugia, è stata inaugurata il 29 gennaio di un anno fa, come gesto concreto della carità di tutto il popolo di Dio nel giorno della ricorrenza del fondatore della Chiesa diocesana, San Costanzo. In continuità con questi gesti di carità, il sindaco Romizi e il cardinale Bassetti pranzeranno insieme, il prossimo 29 gennaio, con gli ospiti e i volontari del Punto di Ristoro Sociale Comune-Caritas “San Lorenzo” situato in via Imbriani, in pieno centro storico.

Le celebrazioni eucaristiche in onore del Santo patrono, nel giorno che ricorda il suo martirio, il 29 gennaio dell’anno 175, si terranno nella basilica di San Costanzo alle ore 8, 10 e 11.30. Quest’ultima sarà presieduta dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti. Nel pomeriggio, dopo la preghiera dei Secondi Vespri sempre in San Costanzo (ore 16), il cardinale Gualtiero Bassetti presiederà la solenne concelebrazione eucaristica nella cattedrale di San Lorenzo (ore 18) insieme ai vescovi della Metropolia e ai sacerdoti della città. Saranno presenti i rappresentati delle Istituzioni del capoluogo umbro e ad animare la celebrazione sarà la “Corale Laurenziana” diretta da don Francesco Bastianoni.




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