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  14/01/2015 20:25


Spoleto: solennità di S. Ponziano, secondi Vespri e processione. L’Arcivescovo: «Al patrono chiediamo la forza per moltiplicare in questa nostra città e nelle nostre giornate gesti di solidarietà, sorrisi, segni di amicizia, vicinanza e generosità verso chi vive situazioni di disagio».



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Le celebrazioni in onore di S. Ponziano, patrono di Spoleto, sono proseguite nel pomeriggio di mercoledì 14 gennaio: alle 16.00 l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto in Duomo i Secondi Vespri in onore del martire. In una Cattedrale ancora una volta gremita, il Presule ha esortato i fedeli presenti a non distogliere lo sguardo dalla croce di Gesù, che ancora oggi produce frutti di vita donata, generosa e feconda. Al termine è partita la processione per riportare la reliquia del Santo nella basilica a lui dedicata. «Si tratta – ha detto il Vescovo – di un atto forte di fede; camminare attorno alle reliquie del Santo patrono non è un evento folclroristico, ma un modo per chiedere a Ponziano di parlare al buon Dio di noi». La processione è stata avviata da oltre cinquanta cavalli e cavalieri, cui sono seguite le associazioni del territorio con i relativi stendardi, tantissimi fedeli spoletini, i sacerdoti, l’Arcivescovo, la reliquia del Santo, il gonfalone della Città di Spoleto, il Sindaco, le autorità civili e militari. All’arrivo nel cortile della basilica di S. Ponziano mons. Boccardo ha benedetto cavalli e cavalieri e poi, prendendo in mano la reliquia del Santo, ha fatto ingresso in chiesa. «Al termine di questa giornata – ha detto il Presule – ci portiamo a casa il coraggio del nostro patrono che a tutti ricorda di non perdere la speranza. A lui chiediamo la forza per moltiplicare in questa nostra città e nelle nostre giornate gesti di solidarietà, sorrisi, segni di amicizia, vicinanza e generosità verso chi vive situazioni di disagio. S. Ponziano – ha proseguito Boccardo - non scordarti dei giovani: sostienili nella ricerca della strada giusta. Ti affidiamo i governanti di questa città, le famiglie, gli anziani e i malati che spesso vivono nella solitudine. Ricordati di tutti noi, infondendo in ciascuno l’ardore della carità perché possiamo sperimentare la dolcezza della misericordia di Cristo».




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