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  01/01/2015 18:30


Messaggio augurale del vescovo di Città di Castello per il nuovo anno



In un tempo in cui il nostro Paese è tentato di lasciarsi andare alla sfiducia e perfino alla disperazione (vedi disoccupazione, giovani e famiglie con tanti problemi) c’è bisogno più che mai di un colpo d’ala, impegnandoci a fare tutto quello che possiamo, con fantasia e coraggio, ma anche confidando nell’aiuto del buon Dio. Insieme possiamo uscire dal tunnel. E non per ritornare ai modelli di prima che hanno portato ai mali che conosciamo, ma a stili di vita più degni dell’uomo e più evangelici che non producano ulteriori “scarti umani”.

 

Papa Francesco alla Curia Romana ha chiesto un esame di coscienza su ben quindici possibili “malattie” che vanno dal “sentirsi immortali” all’indurimento del cuore, al funzionalismo, alla vanagloria, all’accumulo dei beni … Dobbiamo riconoscere, io e voi, che questo dirci le cose chiare è la premessa indispensabile per imboccare la strada giusta nel prossimo anno. Senza tirarci indietro o inventarci scuse per accontentarci di “vivacchiare”. Scrive ancora il papa: i mali del nostro mondo – e quelli della Chiesa – non dovrebbero ridurre il nostro impegno. Consideriamoli come sfide per crescere. Lo sguardo di fede è capace di intravvedere le soluzioni per sognare e costruire una umanità migliore.

 

La Chiesa si concentra, in quest’anno, su due temi cruciali per il nostro presente e il nostro futuro: come possiamo costruire un nuovo umanesimo e come possiamo ridare consistenza alla famiglia, cantiere della vita e dell’amore. E questo in vista di due appuntamenti significativi, ai quali anche la nostra Diocesi si sta preparando: il Sinodo dei Vescovi su La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo (ottobre 2015) e il V Convegno Ecclesiale Nazionale a Firenze In Gesù Cristo il nuovo umanesimo (novembre 2015).

 

Auguro di volgere lo sguardo in alto, avendo fiducia che Lui, il Signore, è dalla nostra parte; ma anche di guardare indietro, alla storia che ci ha preceduto e continua ad avere qualcosa da dirci; e di guardare accanto, per accorgerci dei compagni di viaggio; come pure di guardare avanti, per intercettare quel futuro che tutti desideriamo, in cui gli uomini vivano da fratelli nella giustizia e nella pace. Non a caso il primo giorno dell’anno è dedicato alla pace, bene primario e indispensabile, massimo indicatore del livello di civiltà.

 

Buon anno a tutti.

 

+ Domenico Cancian fam,

Vescovo di Città di Castello




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