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  18/12/2014 20:36


I messaggi augurali per il Natale dei Vescovi umbri



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MESSAGGIO DI NATALE 2014 di Mons. Domenico Cancian – vescovo di Città di Castello

Il mistero del Natale di Gesù non finisce di stupire. "Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in un certo modo ad ogni uomo" e così viene svelato il mistero dell'uomo e della sua altissima vocazione (Vaticano II).Il Natale di Gesù è il Natale dell'uomo. Nella Sua luce vediamo la luce. Lui è con noi (Emmanuele) ogni giorno, non c'è più nulla da temere, la Sua gioia non mancherà a nessuno. Il suo arrivare in modo povero e umile, ampiamente confermato nell'intera sua esistenza umana fra noi, ci assicura che la gioia del Vangelo è anzitutto per gli ultimi e per gli esclusi e che solo facendoci umili e semplici come Maria e Giuseppe potremmo imboccare la strada giusta che Gesù è venuto a mostrarci.

Messaggio di mons. Gualtiero Sigismondi - vescovo di Foligno

Il Signore si è innamorato della nostra povertà

La solennità del Natale del Signore, memoria e profezia del suo Avvento, richiama alla mente tanti ricordi legati all’infanzia e alla fanciullezza. Ogni anno ero solito scrivere a Gesù Bambino per presentargli la lista dei doni che avrei desiderato ricevere; prima di chiudere la lettera la sottoponevo a mamma, incaricata di spedirla, la quale mi censurava diverse richieste, invitandomi a limitare all’essenziale le mie pretese e persino le mie attese. L’argomento che mi faceva abbandonare il proposito di insistere era sempre lo stesso: “Nel mondo ci sono tanti bambini poveri!”.Quell’istantanea è riaffiorata alla mia mente quando all’inizio dell’Avvento un giovane genitore mi ha confidato che a causa della perdita del posto di lavoro non avrebbe potuto comprare i doni natalizi attesi dai suoi figli. Di fronte a quella sofferta confidenza ho tentato di sciogliere l’imbarazzo dicendogli. “È la volta buona per dire loro che Babbo Natale è un’invenzione ridicola dei nostri tempi: è il “corriere”, con il sacco vuoto, di un mondo che ha smarrito il senso dello stupore per le cose semplici e la misura alta della gratitudine per ogni cosa, anche se piccola. Mentre parlavo mi sono accorto che il mio interlocutore aveva gli occhi lucidi; ho inteso dal suo sguardo che avrebbe fatto fatica a spiegare ai suoi figli quanto gli stavo suggerendo. Subito ho provveduto a cambiare registro e gli ho detto: “Quest’anno allestisci il presepio assieme a tutta la tua famiglia e fa’ in modo che appaia chiaramente che il Signore si è innamorato della nostra povertà”. Dopo aver dato questo consiglio gli ho ricordato le parole del celebre canto natalizio, composto da sant’Alfonso Maria De’ Liguori: “A te che sei del mondo il Creatore, mancano panni e fuoco, o mio Signore. Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà più m’innamora, giacché ti fece amor povero ancora”.

Auguri di mons. Mario Ceccobelli - vescovo di Gubbio alla sua Diocesi

Quest’anno, alla città di Gubbio e alla Diocesi, gli auguri più significativi li ha rivolti Papa Francesco, che accendendo l’Albero di Natale più grande del mondo allestito sul monte Ingino ha detto: «Nell’accendere la luce dell’albero di Natale, noi vogliamo che la luce di Cristo sia in noi. Un Natale senza luce non è Natale. Che ci sia la luce nell’anima, nel cuore; che ci sia il perdono agli altri; che non ci siano inimicizie, tenebre … Che ci sia la luce di Gesù, tanto bella. Questo auguro a tutti voi . . . Vi benedica Dio Onnipotente, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Buon Natale, e pregate per me!».

Questo augurio lo faccio mio perché nessuno, preso dal timore, si nasconda come l’Adamo del paradiso terrestre, che dopo il peccato si nascose al rumore dei passi di Dio che lo stava cercando. Gesù viene proprio per toglierci la paura e l’angoscia, per invitarci ad accogliere la Luce capace di illuminare tutto l’uomo, di fargli conoscere la sua dignità e la sua vocazione affinché possa tornare ad essere cittadino del cielo.A tutti i fedeli auguro di lasciarsi coinvolgere nella realtà e nell’attività delle nostre parrocchie e di guardare con gli occhi della fede al ministero dei sacerdoti, riconoscendo in loro Gesù, il buon Pastore.

A tutti auguro un Natale più santo che buono. E sarà santo se sapremo accogliere nel nostro cuore Gesù, il Figlio di Dio, che viene per rivelarci l’amore infinito del Padre che ci attende nel suo Regno. Quella di Natale è la notte dello stupore per questo dono inaudito.

Auguri e benedizioni per tutti!

Auguri di mons. Giuseppe Piemontese - vescovo di Terni Narni Amelia

Dalla collina di Miranda una stella brilla per ricordare ai ternani e agli uomini di buona volontà pace, speranza e amore, doni del Bambino di Betlemme.

“Francesco d’Assisi disse: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato… Per l’occasione sono convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s’accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi” (FF.468-469).

Ultimamente, troppo spesso anche noi vediamo con gli occhi del corpo, guerre, privazioni, disagi e incertezze insopportabili che toccano milioni di bambini, famiglie, e intere comunità. Quel bambino di Betlemme, che ricordiamo a Natale e che è il Principe della Pace, risvegli nei governanti, nei potenti della terra, in tutti gli uomini sentimenti nobili di giustizia sociale, pace, solidarietà che va ricercata, promossa, costruita giorno dopo giorno, e  custodita.

Messaggio di mons. Benedetto Tuzia - vescovo di Orvieto-Todi

Natale: Dio è con noi

Il cammino dell’umanità nella storia, alterna momenti esaltanti e luminosi a momenti di depressione e di oscurità. A questi ultimi, che sembrano a volte più numerosi dei primi, appartiene il tempo che viviamo. La crisi economica si è intrecciata con una generale crisi politica e sociale e talvolta non si riesce a intravedere vie di uscita. Di qui, il senso di delusione e di sconforto. In questo contesto risuona, ancora una volta, l’annuncio di gioia e di pace del Natale. Ma quale senso può avere questo annuncio? Non è forse una nota stonata e fuori posto? Eppure di anno in anno la Chiesa non si stanca di riproporne il messaggio. Anzi proprio nei momenti più oscuri risuona più forte. Perché? Il motivo è che Dio ha assunto la nostra natura umana in maniera così totale che nulla di ciò che appartiene all’uomo è estraneo a Lui. Non soltanto quello che nell’uomo c’è di grande, di nobile, di bello, ma anche quello che c’è in lui di piccolo, di debole, di misero. Dio è entrato nella storia caricandosi di tutto il peso della condizione umana, che è condizione di fragilità, di peccato e di morte. E’ questo il realismo, la serietà dell’Incarnazione. L’uomo perciò non è solo, non vive, non lotta, non soffre e non muore da solo, ma Dio è con lui. E lo è definitivamente. Questo significa che il destino storico dell’umanità non può essere il fallimento. Con noi è il suo amore e la sua volontà di salvezza. Questa è la certezza che sostiene la Chiesa e le dà la forza di annunciare a Natale, anche nei momenti più bui e drammatici della storia,  la gioia per la venuta di Cristo in mezzo a noi. E se Dio è con noi, il suo disegno di salvezza è già in atto e giungerà certamente a compimento.

 




04/10/2016 07:37
ANNO SCOLASTICO 2016/17: LETTERA APERTA A QUANTI SONO IMPEGNATI NEL MONDO DELLA SCUOLA IN UMBRIA


16/02/2015 08:58
In Cristo il nuovo Umanesimo – In cammino con il mondo della scuola verso il convegno ecclesiale di Firenze 2015. Ciclo di incontri per dirigenti scolastici, insegnanti, educatori


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