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  05/12/2014 12:28


Caritas: conclusi i lavori di Presidenza e Consiglio nazionale Mentre emergono sempre più gli intrecci tra mafia e politica per lucrare sui più poveri, migliaia di operatori e volontari ogni giorno nei servizi Caritas ascoltano, accompagnano, cercano di dare risposte concrete ai bisogni dei meno tutelati



"Un confronto approfondito in un clima di ascolto reciproco, franco e fraterno, che ha consentito di condividere impegni e proposte operative con grande attenzione alla situazione reale del nostro Paese". Questo il commento di S.E. Mons. Luigi Bressan, Arcivescovo di Trento, a conclusione dei lavori della Presidenza e del Consiglio nazionale che ha guidato dal 1 al 3 dicembre, dopo la sua recente nomina a Presidente di Caritas Italiana. Ai lavori ha preso parte anche il nuovo membro di Presidenza, S.E. Mons. Luigi Antonio Cantafora, vescovo di Lamezia Terme.

I delegati hanno condiviso preoccupazioni e azioni in atto su molte questioni. In primo luogo la crisi e il crescente impoverimento delle famiglie con le molteplici risposte dei centri di ascolto e i circa 1.200 progetti concreti anticrisi di cui tutti hanno sottolineato l’estrema utilità, chiedendone la prosecuzione. Si sono presi in esame anche vari aspetti della legge di stabilità relativi a misure di politiche sociali, con particolare riguardo al tema della povertà.

C’è stata poi l’attenzione alla questione sempre attuale degli arrivi sulle nostre coste. Sono oltre 160.000 le persone arrivate nel 2014 via mare, di cui più di 8.000 minori non accompagnati. Nonostante tutte le difficoltà la rete Caritas continua a fare una parte importante nelle accoglienze con un ruolo riconosciuto anche a livello istituzionale. Pur con i suoi limiti, è stato riconosciuto che Mare Nostrum ha salvato tante vite umane, mentre il nuovo sistema appare piuttosto restrittivo e insufficiente.

Migliaia di rifugiati, ed anche di migranti, sono accolti nelle strutture Caritas e molti altri, dopo la fase di emergenza, tornano a bussare alle Caritas in cerca di prospettive. Grazie agli sforzi anche economici delle Diocesi e all’impegno di migliaia di operatori e volontari si cerca di ascoltare, accompagnare e dare risposte fattive, con la consapevolezza che oltre all’accoglienza e al riscontro immediato è tempo di prevedere progettualità di più ampio respiro. A tal proposito si può pensare a un maggior coinvolgimento delle altre Caritas europee per ragionare su prospettive e sostenibilità.

Proprio alla luce di questo impegno a 360° sul fronte delle povertà, i delegati Caritas hanno espresso sconcerto e sdegno di fronte alle recenti notizie degli intrecci a Roma tra mafia e politica per lucrare proprio sulla pelle dei più poveri: immigrati, campi nomadi, periferie. Che tristezza!

Dal dialogo con il direttore dell’Ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro, don Fabiano Longoni è emersa l’esigenza di una chiesa comunione in cui è essenziale l’aspetto del camminare insieme, lavorare insieme, rispondere insieme, formare insieme animatori pastorali. Molte sono già le progettualità comuni, a partire dal Progetto Policoro, e molti altri i fronti su cui collaborare: giustizia, pace, pastorale ambientale e custodia del creato.

Allargando lo sguardo è stata anche affrontata la questione delle molteplici emergenze internazionali, con particolare attenzione allo sforzo che la Chiesa sia Italiana che locale stanno conducendo per assistere migliaia di famiglie cristiane e di altre minoranze fuggite dalle regioni dove sono arrivate le milizie terroriste dell’ISIS. E’ stata ricordata in proposito l’iniziativa dei gemellaggi fra comunità italiane e le comunità cristiane del Kurdistan. Sono state presentate tre attività, l’acquisto di viveri per le famiglie – sono circa 20.000 quelle seguite dalla Chiesa in Kurdistan –, la preparazione di 150 container sistemati per accogliere altrettante famiglie e l’acquisto di 6 minibus per portare a scuola le centinaia di bambini dispersi in varie località.

Il Consiglio nazionale ha inoltre ribadito la necessità di formazione costante per tutti gli operatori e, in questa prospettiva, si colloca il percorso di costruzione del Piano formativo integrato.

Infine nel cammino verso il V Convegno ecclesiale nazionale di Firenze si è confermato l’impegno di un laboratorio nazionale di riflessione sulla base della traccia diffusa dal Comitato preparatorio che sarà oggetto di confronto anche negli incontri da gennaio a marzo 2015 tra Caritas Italiana e Delegazioni Regionali Caritas.




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