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  07/11/2014 10:43


Orvieto: celebrazione per la conclusione del Giubileo Eucaristico Straordinario con il cardinale Baldisseri



Domenica 9 novembre alle ore 16 in Bolsena il cardinale Gerhard Ludwig Muller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, presiederà la celebrazione del rito della chiusura della Porta Santa.

Domenica 16 novembre alle ore 17 in Orvieto il cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, presiederà la celebrazione del rito della chiusura della Porta Santa.

Come si ricorderà le due Porte Sante furono aperte in occasione dell’inizio del Giubileo Eucaristico Straordinario biennale, 2013 e 2014, concesso dalla Santa Sede per il 750mo del Miracolo di Bolsena e del 750mo  della Bolla di Papa Urbano IV con la quale questo Pontefice istituì per la Chiesa universale la Festa del Corpus Domini.

Sia a Bolsena che a Orvieto il rito si svolgerà secondo le stesse modalità. Dopo la Comunione, il Cardinale che presiede inviterà tutti i fedeli ad incamminarsi verso le strade della storia lodando Dio per gli innumerevoli benefici ricevuti in questi due anni di grazia. Al canto del Te Deum  tutti i fedeli presenti in basilica saranno invitati ad uscire processionalmente dalla Porta Santa, ad indicare la conclusione ufficiale del Giubileo eucaristico e a simboleggiare altresì l’impegno di camminare nel mondo sostenuti dalla gioia della conversione e quindi dell’incontro con Cristo. Dopo che tutta l’Assemblea avrà raggiunto le rispettive piazze antistanti le due Porte Sante, il Cardinale proseguirà con la preghiera di lode e l’auspicio che tutta la Diocesi di Orvieto-Todi e tutti gli uomini di buona volontà perseverino nella vita nuova e siano testimoni di speranza e operatori di concordia.

A questo punto, il Cardinale si avvierà verso la Porta Santa mentre la schola canterà l’antifona O Clavis David. Il Cardinale, in silenzio, salirà i gradini, si inginocchierà sulla soglia e pregherà in silenzio. Quindi alzatosi e, in silenzio, chiude i due battenti della porta. Il Cardinale scende davanti alla porta chiusa mentre la schola canta l’acclamazione Christus heri et hodie, Finis et Principium; Christus Alpha et Omega. Ipsi gloria in saecula!

Il Cardinale allora impartirà la solenne benedizione conclusiva dell’intera Celebrazione eucaristica e con il congedo del Diacono saremo tutti invitati a tornare nelle nostre famiglie “piccole Chiese domestiche” per essere una “Chiesa in uscita”, come spesso ci ricorda papa Francesco e come ha auspicato il nostro vescovo mons. Benedetto Tuzia alla presentazione del nuovo progetto pastorale per la Diocesi di Orvieto-Todi, il 21 settembre scorso a Collevalenza  “una Diocesi eucaristica”, e per questo costantemente in uscita verso le periferie esistenziali dell’umanità!

 

Il Significato del rito di chiusura delle Porte Sante

Il Significato del rito di chiusura delle Porte Sante aperte in occasione dell’inizio del Giubileo Eucaristico Straordinario biennale 2013 e 2014 concesso dalla Santa Sede per il 750° del Miracolo di Bolsena e del 750° della Bolla di Papa Urbano IV con la quale istituì la Festa del Corpus Domini.

La Porta Santa è immagine di quel cammino di purificazione, proposto dal Giubileo Eucaristico Straordinario, che ha avuto come scopo l’ ”accesso” al dono dell’Indulgenza plenaria.

In questi due anni giubilari, il gesto di varcare la Porta Santa non è stato solo simbolico, ma ha anche rappresentato l’impegno a voler essere di Cristo e a seguirlo.

Nel Vangelo di Giovanni  Gesù afferma “Io sono la porta” e  passare per la Porta Santa durante il Giubileo Eucaristico ha significato quindi, come Gesù nell’Eucarestia, fare della nostra vita una vita eucaristica, vita che si fa dono, che si fa pane per la fame di tanti nostri fratelli. Il 9 novembre a Bolsena e il 16 a Orvieto avremo di fronte agli occhi una Porta Santa chiusa.

Qual è il messaggio, vogliamo chiederci,  di questa chiusura?

La porta sia per noi memoria che ci accompagna e che ci precede nel pellegrinaggio della vita. Il Giubileo infatti si chiude, ma l’anno di grazia annunciato da Gesù di Nazaret continua nella vita della Chiesa e nella vita personale di ciascun credente.

L’uomo, dopo la cacciata dal paradiso, è un pellegrino in continuo cammino alla ricerca di un senso e di una meta per la propria vita. Noi tuttavia non camminiamo da soli: Dio, nell’Eucarestia, si fa nostro compagno di viaggio, perché il nostro pellegrinare diventi cammino di conversione e di ritorno al Padre.

Guardare la porta significa dunque guardare al di là, essere alla ricerca di uno spazio e di un tempo diversi, di un’altra dimensione, di una meta oltre i limiti di questo mondo, essere cioè alla ricerca di Dio, fino a quando il cammino ci condurrà davanti alla porta del Paradiso, e il Signore ci aprirà e ci farà entrare con lui alle nozze eterne. Dopo la conclusione di questi due anni giubilari continuiamo a tenere i nostri occhi fissi sulla porta che è Cristo e rimaniamo sempre più in comunione con il Successore di Pietro, che si rende a noi vicino con la presenza dei due Cardinali legati pontifici, e dell’intero Collegio Apostolico per non deviare dal cammino che conduce alla porta del cielo.




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