Il logo per l’anno della vita consacrata — opera della pittrice Carmela Boccasile — esprime per simboli i valori fondamentali della consacrazione religiosa. In essa si riconosce l’«opera incessante dello Spirito Santo, che nel corso dei secoli dispiega le ricchezze della pratica dei consigli evangelici attraverso i molteplici carismi, e anche per questa via rende perennemente presente nella Chiesa e nel mondo, nel tempo e nello spazio, il mistero di Cristo.
I simboli
La colomba sulle acque. La colomba appartiene alla simbologia classica per raffigurare l'azione dello Spirito Santo fonte di vita e ispiratore di creatività. È il richiamo agli inizi della storia: in principio lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque (cf Gen 1,2); alla fecondità paziente e fiduciosa. La colomba evoca altresì la consacrazione dell’umanità di Cristo nel battesimo.
Le acque formate da tessere di mosaico, indicano la complessità e l’armonia degli elementi umani e cosmici che lo Spirito fa "gemere" secondo i misteriosi disegni di Dio (cf Rom 8, 26-27) perché convergano nell'incontro ospitale e fecondo che porta a nuova creazione.
Le tre stelle. Ricordano l’identità della vita consacrata nel mondo come confessio Trinitatis, signum fraternitatis e servitium caritatis. Esprimono la circolarità e la relazionalità dell’amore trinitario che la vita consacrata cerca di vivere quotidianamente nel mondo. Le stelle richiamano anche il trino sigillo aureo con cui l’iconografia bizantina onora Maria, la tutta Santa, Madre di Dio, prima Discepola di Cristo, modello e patrona di ogni vita consacrata.
Il globo poliedrico. Il piccolo globo poliedrico significa il mondo con la varietà dei popoli e delle culture. Il soffio dello Spirito lo sostiene e lo conduce verso il futuro: invito ai consacrati e alle consacrate «a diventare portatori dello Spirito, uomini e donne capaci di fecondare segretamente la storia» (VC 6).
Il lemma: Vita consecrata in Ecclesia hodie: Evangelium, Prophetia, Spes
Evangelium: indica la norma fondamentale della vita consacrata che è la «sequela Christi come viene insegnata dal Vangelo» (PC 2a). Prima come «memoria vivente del modo di esistere e di agire di Gesù» (VC 22), poi come sapienza di vita nella luce dei molteplici consigli proposti dal Maestro ai discepoli (cf LG 42). Il Vangelo dona sapienza orientatrice e gioia (cf EG 1).
Prophetia: richiama il carattere profetico della vita consacrata che «si configura come una speciale forma di partecipazione alla funzione profetica di Cristo» (VC 84). Si può parlare di un autentico ministero profetico, che nasce dalla Parola e si nutre della Parola di Dio, accolta e vissuta nelle varie circostanze della vita. La funzione si esplicita nella denuncia coraggiosa, nell'annuncio di nuove «visite» di Dio e «con l'esplorazione di vie nuove per attuare il Vangelo nella storia, in vista del Regno di Dio» (ib.).
Spes: ricorda il compimento ultimo del mistero cristiano. Viviamo in tempi di incertezze diffuse: la speranza mostra la sua fragilità culturale e sociale, l'orizzonte è oscuro perché «sembrano spesso smarrite le tracce di Dio» (VC 85). La vita consacrata testimonia nella storia che ogni speranza avrà l'accoglienza definitiva e converte l'attesa «in missione, affinché il Regno si affermi in modo crescente qui e ora» (VC 27).
«Animati dalla carità che lo Spirito Santo infonde nei cuori» (Rm 5,5) i consacrati e le consacrate abbracciano perciò l'universo e diventano memoria dell’amore trinitario, mediatori di comunione e di unità, sentinelle oranti sul crinale della storia, solidali con l’umanità nei suoi affanni e nella ricerca silenziosa dello Spirito.