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  30/09/2014 16:59


Assisi: il premio "Rosa d'argento Frate Jacopa 2014 - Donne del nostro tempo testimoni di fede, speranza e carità”, a Margherita Coletta sarà consegnato il 3 ottobre alla Porziuncola.



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La Fraternità Francescana dei Frati Minori della Porziuncola in Assisi, unitamente al Comune di Assisi, all’Associazione Lo Storico Cantiere di Marino (Roma) e alla Pro Loco di Santa Maria degli Angeli (Assisi), è lieta di conferire il riconoscimento "Rosa d'argento Frate Jacopa 2014 - Donne del nostro tempo testimoni di fede, speranza e carità”, alla Sig.ra Margherita Coletta. l riconoscimento prende spunto dalla figura di Donna Jacopa dei Settesoli che, attraverso l’incontro con San Francesco, ha cambiato radicalmente la sua vita, divenendo testimone di fede e di carità. Ogni anno, in suo onore, viene scelta una figura femminile che nel nostro tempo incarni questi valori. Ad essa spetta il compito, il 3 ottobre, di omaggiare San Francesco con i doni che a suo tempo Frate Jacopa portò alla Porziuncola il giorno del beato transito del Poverello di Assisi.

La presentazione del premio si svolgerà il 3 ottobre p.v., alle ore 09.30, presso la Piazza della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli (Assisi). Il riconoscimento verrà consegnato il 3 ottobre alle ore 11.00, al termine dell’Eucarestia celebrata in memoria del Transito di San Francesco e della visita di “Frate Jacopa” al Santo morente.

Margherita Coletta risiede a Roma e ha fondato nel 2004, ad Avola, l’Associazione Giuseppe e Margherita Coletta “Bussate e vi sarà aperto”, con l’intento di proseguire il cammino iniziato da Giuseppe Coletta, brigadiere dei Carabinieri caduto a Nasiriyah il 12 Novembre del 2003 insieme ad altri 16 militari e 2 civili italiani. Durante le numerose missioni all’estero Giuseppe aveva infatti maturato una grande attenzione al mondo dei più piccoli (aveva perso il suo piccolo Paolo a soli sei anni, stroncato da un tumore) e al loro disagio: dall’Albania al Kosovo, dalla Bosnia all’Iraq organizzava camion di aiuti. Con questa attività e con una straordinaria capacità di trasformare alcuni momenti di dolore in un seme di speranza per gli altri, Margherita ha dimostrato di essere un credibile testimone di fede, speranza e carità, come Frate Jacopa dei Settesoli.

 

JACOPA DEI SETTESOLI

Francesco d’Assisi, quando morì, alla Porziuncola, il 3 ottobre 1223 ebbe accanto, oltre ai frati, anche una donna: Jacopa dei Settesoli o Settesogli definita da Tommaso da Celano, biografo di San Francesco «…famosa per nobiltà e per santità nella città di Roma, aveva meritato il privilegio di uno speciale amore da parte del Santo» (Celano, Trattato dei Miracoli, n. 37). Jacopa - o Giacoma o Giacomina - nacque intorno al 1190 da una famiglia di origine normanna fu coniugata con il nobile romano Graziano Frangipane del ramo dei Settesoli, un’antica e potente famiglia romana. Dal loro matrimonio erano nati due figli, Giacomo e Giovanni (che ricoprirono il ruolo di senatori di Roma). Il coniuge Graziano, morto prematuramente, affidò alla propria vedova l’amministrazione dei numerosi castelli e dei possedimenti sparsi per tutta la città e la circostante campagna. Quando, nel 1209, i Penitenti di Assisi si recarono a Roma, per ottenere dal papa l’approvazione della loro "Regola", la lunga permanenza nell’"Urbe" li obbligò a bussare ripetutamente a molte porte, tra le quali quella del palazzo dei Settesoli-Frangipane.  Donna Jacopa li accolse con gentilezza e generosità. Le ripetute visite, i colloqui con Francesco diedero vita ad una solidissima amicizia, che fece del palazzo della nobildonna, rimasta vedova tra il 1210 e il 1216, la “casa dei frati”.  Da allora, Jacopa dei Settesoli divenne la più valida collaboratrice del nascente "Ordine francescano" nella città dei Papi.  Attiva e risoluta, devota e affettuosa nei confronti dei francescani, Jacopa venne chiamata da Francesco: “frate Jacopa”. Nonostante avesse l’opportunità di vivere lussuosamente, ella seguì il modello di perfezione suggerito dal poverello d’Assisi, conducendo una vita austera e mettendo a sua disposizione i suoi beni ed il suo potere. Quando Francesco sentì avvicinarsi la sua ultima ora, disse ad un frate di scrivere una lettera per Jacopa, per informarla della sua morte imminente, chiedendole di raggiungerlo alla Porziuncola. Ma per ispirazione divina la donna era già alla porta e portava con se gli oggetti che Francesco aveva chiesto per le sue esequie nella lettera: “un panno di color cinericcio, nel quale involgere il povero corpo del morente, e molti ceri, la sindone pel volto, un cuscino pel capo, e un certo cibo che al Santo piaceva (mostaccioli)”. Dopo i funerali di Francesco“frate Jacopa” tornò a Roma per il breve tempo necessario a disporre gli affari familiari, poi tornò ad Assisi, dove trascorse il resto della vita vicino alla tomba del suo padre spirituale, in abito di povera e umile terziaria, dedicandosi alla penitenza e alle opere di carità. Morì l’8 febbraio 1239. Fu sepolta nella chiesa inferiore della Basilica di S. Francesco di Assisi, vicino all’altare che sovrasta la tomba del Poverello.




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