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  10/09/2014 17:15


Perugia: inaugurato l’Emporio “Tabgha”. Il cardinale Gualtiero Bassetti: «non è la soluzione dei problemi, è un segno della pedagogia della carità evangelica»



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Inaugurato a Perugia, l’8 settembre, alla presenza di centinaia di persone (non solo operatori e volontari) l’Emporio della Solidarietà “Tabgha” della Caritas presso il “Villaggio della Carità”. Tra i rappresentanti delle Istituzioni civili c’erano il sindaco Andrea Romizi e la vice presidente della Giunta regionale Carla Casciari. E’ stata una grande festa di popolo di Dio nel giorno della ricorrenza della Natività di Maria, che per il cardinale Gualtiero Bassetti è coincisa con il 20° anniversario della sua ordinazione episcopale avvenuta nella basilica fiorentina di San Lorenzo alle 10 dell’8 settembre 1994. Poi, nel pomeriggio, il rettore del Santuario della Madonna del Grappa invitò il neo vescovo Bassetti a compiere «un atto di carità», come l’ha definito lo stesso porporato. Si trattò di celebrare la seconda messa dell’ordinazione insieme agli orfani, alle ragazze madri e a tanti poveri. «Oggi ripeto quell’atto di carità compiuto venti anni fa – ha detto il cardinale –, perché sono qui, nell’ambiente della Caritas, all’inaugurazione di qualcosa di bello come l’Emporio, salutando e dicendo grazie a tante persone e a non poche Istituzioni e realtà produttive che hanno contribuito alla realizzazione di quest’opera, che è un segno ma non la soluzione dei problemi. Nemmeno Gesù, in Palestina, non ha risolto tutti i problemi del suo tempo, non ha guarito tutti i malati, non ha sfamato tutti gli affamati, ma ha posto dei segni positivi che erano l’annuncio del Regno di Dio. Noi come Chiesa abbiamo un dovere pedagogico all’interno della società, quello di porre dei segni che siano secondo gli insegnamenti del Vangelo, che possano essere imitabili e che sono validi per tutti». Il cardinale ha citato anche l’enciclica Madre e Maestra ed ha ricordato i duemila anni di esperienza della Chiesa, «che viene dal Vangelo e dall’imitazione di Gesù. Io vorrei che quello che è stato fatto, che è già un segno molto importante, fosse veramente imitabile anche in tante altre situazioni in modo che un po’ alla volta si formino come dei cerchi concentrici che non hanno fine, come avviene quando si lancia una pietra in uno stagno. Penso alle nostre case di accoglienza che vivono di carità, guidate da famiglie, come la casa in Kosovo che inaugureremo la sua nuova sede ad ottobre. Queste case sono segni molto belli di una convivenza cristiana, in cui la carità diventa imitabile e deve realizzarsi quello che ha detto Paolo VI e che ripete Papa Francesco: “il cristianesimo va diffuso non per costrizione ma per attrazione, cioè noi dobbiamo compiere quelle opere che il Signore ci chiede, per cui le persone si sentono attratte dal bene che viene fatto e dalla parola che è annunciata. Che anche il “Villaggio della Carità” con il suo “Emporio” sia veramente di attrazione, sia come una calamita che attira le tante necessità di Perugia e che sia una benedizione per tante famiglie e tante persone».

Alle parole del cardinale Bassetti sono seguite quelle del direttore della Caritas diocesana Daniela Monni, del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Carlo Colaiacovo e del sindaco Andrea Romizi. Daniela Monni ha evidenziato come «le nostre opere vivono grazie alla presenza di “focolai domestici”: ci sono alcune famiglie che sono quel pezzettino di Paese che in questo momento così buio porge una carezza a chi soffre».

«E’ una crisi che non sta diminuendo, forse sta crescendo e può ancora riservare tante sorprese». A dirlo è stato Colaiacovo, che ha aggiunto: «nell’ambito della Fondazione abbiamo pensato di sostenere coloro che hanno maggiormente bisogno con interventi mirati cogliendo le necessità specifiche di ciascun territorio. La Fondazione bancaria non agisce in prima persona, ma assiste coloro che hanno voglia di fare come in questo contesto. Abbiamo visto anche che molte genialità enunciate bene, poi non sono state portate a compimento e queste sono delle smagliature che abbiamo cercato di correggere. Ma al “Villaggio della Carità” il buon lavoro che è stato fatto è segno di grande amore verso il prossimo e ritengo che quello che noi siamo riusciti a dare è poco, ma certamente potrà essere una pietra miliare per partire e, forse, fare altre cose per dare una grossa spinta ad una comunità che ha sempre bisogno».

Di esempio di speranza e generosità riposto in tanti operatori e volontari Caritas ha parlato il sindaco Romizi: «oggi, in un periodo così complesso e critico, loro danno il segnale del fatto che è possibile ripartire e rigenerarci. Da questa crisi qualcosa di buono può nascere, ovvero la necessità di guardarci ognuno di noi dentro e riscoprire dei valori che, in parte, purtroppo, avevamo dimenticato. L’impegno della Caritas oggi rappresenta per noi una grande gioia con un “taglio del nastro” che è un taglio diverso da quelli che siamo abituati a vedere. Finalmente una realtà che non chiude, ma che apre, una realtà grande fatta di amore e di passione che ci fa ben sperare. La Caritas rappresenta un segnale positivo per una comunità che deve ritrovarsi; un segnale che possa avere anche un effetto contagioso, perché ognuno di noi deve riscoprire il piacere di essere solidale con chi ha bisogno. Non solo le Istituzioni, la Chiesa, le Fondazioni bancarie, ma ogni individuo che può deve dare – ha concluso il primo cittadino –. Solamente così facendo possiamo superare insieme questo “inverno” che siamo costretti a vivere».

Tanta solidarietà e generosità sono giunte all’Emporio della Caritas che dal 9 settembre ha aperto la sua porta a una novantina di famiglie, ma non poteva non colpire, in occasione dell’inaugurazione, il cartello con la scritta: “articoli per la scuola in allestimento. Si accettano donazioni”; il contenitore era vuoto, quasi a scuotere le nostre coscienze. Quindi, come ha auspicato il sindaco, «chi può deve dare». Ad oggi, lo ricordiamo, hanno dato per aprire l’Emporio la Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia, la stessa Chiesa diocesana e le aziende “EmiSupermercati” ed “EuroSpin”. Quest’ultima ha attivato una sorta di convenzione con la Caritas italiana, mettendo a disposizione di diverse Caritas diocesane un consistente quantitativo di suoi prodotti da destinare agli “Empori della Solidarietà”.




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